Il presidente Andrea Agnelli in mezzo ai tifosi a Chatillon

La giornata di Andrea Agnelli è cominciata prestissimo. Il presidente della Juventus è partito di buon ora da Torino ed è arrivato a Chatillon attorno alle 9.15. La sua Lancia Thema ha varcato la soglia della scuola alberghiera che ospita la squadra, scortato dalla polizia. Il patron juventino, appena arrivato, non ha perso tempo. Dopo un breve incontro informale con i giornalisti s’è subito fiondato a salutare i tifosi raggiungendoli in una delle due tribunette a bordo campo. Il numero uno della società di corso Galileo Ferraris s’è fermato a firmare autografi e a scattare foto ricordo, circondato dall’affetto dei supporters. Venti minuti di bagno di folla. Qualcuno azzarda un “abbassa i prezzi degli abbonamenti”, un altro gli grida “facci vincere la Champions League” mentre lui prende in braccio diversi bambini che gli vengono sporti. In entrambi accenna soltanto un sorriso ma non commenta. Qualcuno lo ringrazia per lo scudetto e lui, candidamente, risponde: “Grazie a voi: abbiamo vinto tutti insieme”.

l'autografo speciale — E al giovane tifoso che allo Juventus Store allestito nei pressi dello stadio di Chatillon gli ha chiesto un autografo sul diario, Andrea Agnelli ha risposto: "Lo facciamo nella pagina del 5 maggio...". Il riferimento è, naturalmente, al 5 maggio del 2002, quando i bianconeri superarono sul filo di lana l'Inter in classifica, vincendo lo scudetto all'ultima giornata.

il saluto a conte — I tifosi lo acclamano. Vorrebbero che si fermasse con loro tutta la giornata, ma Agnelli scappa via. Vuole scendere in campo a salutare Antonio Conte, giunto nella notte in Valle D’Aosta insieme a Fabio Paratici dopo le quattro ore romane passate davanti agli 007 di Palazzi in merito all'inchiesta sul calcioscommesse, ma trova il tempo per due colpi a calcio balilla allo stand della Jeep insieme a due bambini e al loro papà. Il presidente in porta, il bambino in attacco, sognando un futuro da calciatore nella Juventus di cui indossa la maglia. Poi gli impegni istituzionali: due chiacchiere con il tecnico e il coordinatore dell’area tecnica. Due parole fitte fitte tutti e tre insieme prima di lasciare il tecnico ai suoi impegni (primo allenamento da quando la Signora è a Chatillon, ndr) e proseguire con Paratici in una sorta di summit di mercato a fondo campo. Poi due chiacchiere con la squadra, un colloquio con Conte, e poi tutti a pranzo al termine del quale Andrea Agnelli è ripartito per Torino. È probabile che l'oggetto della discussione con Conte siano stati gli sviluppi dell'inchiesta sul calcioscommesse.

caro abbonamenti — I gruppi organizzati, saliti in mattinata, hanno appeso uno striscione per protestare contro il caro abbonamenti: "Con voi alla Juventus guadagnare non è importante, è l'unica cosa che conta", parafrasando il modo di dire tanto caro a Boniperti.

RIECCO DE CEGLIE — Paolo De Ceglie, nonostante abbia soltanto 25 anni, è uno dei veterani della Juventus dall’alto delle sue cinque stagioni tra A e B. Lui è cresciuto a Torino, ha fatto tutta la trafila nelle giovanili, ma è originario di Aosta. Quindici anni fa, con suo papà Giulio, veniva qui a Chatillon a vedere da vicino i suoi beniamini, sperando un giorno di diventare un giocatore professionista: “Ne parlavo proprio ieri con i miei familiari – esordisce il terzino in conferenza stampa -: fa strano essere qui tra le fila della Juve quando 15 anni fa mi sembrava soltanto un miraggio”.

Paolo De Ceglie, 25 anni, da cinque alla Juventus. LaPresse

NazionalE E CONTe — "Rammarico per gli Europei? Quell’infortunio muscolare a fine stagione (lesione di primo grado al muscolo semitendinoso della coscia sinistra, ndr) mi ha precluso possibilità di fare lo stage e di giocarmi le mie carte per un posto in Polonia e Ucraina. Ci speravo. E’ andata così e spero ci sia un’altra occasione per me. Farò di tutto per riconquistarmi la maglia della Nazionale. Ora mi concentro sulla stagione che sta per cominciare. L’ambiente è tranquillo e sereno. Siamo concentrati sul lavoro. Questa mattina Conte ci ha solo spiegato il lavoro che avremmo svolto in giornata sul campo e nulla più. Una Juve senza di lui (per diffida o squalifica, ndr)? Non temiamo questo. Sarà il nostro allenatore ancora per tantissimi anni”.

Obiettivi — "Sappiamo che è difficile confermarci ma puntiamo a vincere ancora. Dal punto di vista personale punto alla continuità, che mostra il valore di un giocatore. La competizione? E’ uno stimolo. Quest’anno giocheremo tre competizioni e ci sarà spazio per tutti”.

AGNELLI E DEL PIERO — "Nessun discorso da parte del presidente. Ci ha salutato velocemente questa mattina e nulla più”. E su Del Piero: “E’ strano non averlo qui com’è strana una Juve senza di lui. E’ sempre stato un punto fermo per noi e ci manca tantissimo. Ma questa è la vita e dovremo purtroppo farci l’abitudine. Il numero dieci? Non abbiamo ancora deciso a chi andrà".