Festa Juve dopo S. Siro, scena che vorremmo rivedere a Monaco. Reuters

Due squadre da finale a Wembley, i blocchi di due nazionali che possono vincere il prossimo Mondiale, il Bayern Monaco che all’inizio d’aprile sta già per festeggiare il 23° titolo nazionale contro la Juventus che ha in tasca il 29°: da qualsiasi parte la si guardi, è una sfida tra giganti quella di stanotte all’Allianz Arena. Il 9-2 di sabato all’Amburgo è l’urlo di guerra dei pellerossa di Heynckes che promettono ondate di assalti. Conte in due anni ha corazzato una Juve a sua immagine e somiglianza. Non tremerà. Ma come affrontarlo questo Bayern scatenato? Anche le onde più grosse si bucano con un tuffo in avanti. Ad aspettarle si rischia di essere travolti. Questo suggeriscono i numeri della partitissima.

FASCE BOLLENTI — Non c’è squadra in questa Champions che abbia scodellato tanti cross quanto il Bayern: 174. La Juve ne conta 53 in meno. La prima rampa è a destra. Lo studio dei flussi di gioco dice che la palla scaricata in fascia al piccolo Lahm è in assoluto l’idea più battuta dai bavaresi. Lahm e Muller. Significa che la resistenza di Peluso, ottimo nella bolgia del Celtic Park, e gli scivolamenti di Marchisio e Chiellini a chiudere in fascia, saranno chiavi del match. Studiamo il posizionamento medio dei giocatori, cioè le zone che occupano più spesso. Il 3-5-2 di Conte è disegnato come alla lavagna: ognuno rispetta la posizione. Il 4-2-3-1 del Bayern invece non è riconoscibile, perché i trequartisti sono allineati alla punta. Muller, Kroos e Ribery creano, ma vanno anche a raccogliere in massa. La fame di gol diventa 4-2-4.

CECCHINI TEDESCHI — Altri due dati per completare l’identikit offensivo dei bavaresi. Nella graduatoria dei contrasti aerei vinti il Bayern (61%) è secondo di poco solo al Psg (62%). Capite perché crossa tanto? Perché in cielo ci sa fare. E capite anche perché Conte alzerà la squadra con Peluso e forse Pogba. Dato ancora più inquietante è la percentuale realizzativa degli attaccanti: il rapporto tra tiri fatti dalle punte e gol. Quella del Bayern è del 31,24%, quella della Juve del 18,52%. È qui che rischia di aprirsi la forbice tra le due squadre, che per solidità di base e spirito di gioco si assomigliano, come dimostrano tanti valori: baricentro (55,7-54,5 metri), contrasti vinti (78-83), tiri in porta (104-106), linea del fuorigioco (23,9-24,8 metri). Atteggiamenti simili. La Juve addirittura tira di più ma, quando lo fanno gli attaccanti, l’inesorabilità del Bayern è altra (31,24% contro 18,52%, appunto). Però Quagliarella, il carnefice del Chelsea e dell’Inter, è carico (33%). Peccato non disporre del miglior Vucinic, il genio anti-muscoli, ma Matri potrebbe dare ulteriore profondità.

EVITARE GLASGOW — Detto tutto questo, tiriamo le prime conclusioni. Il Bayern attacca in massa, soprattutto sulle fasce, è fortissimo in cielo e quando i suoi attaccanti sparano difficilmente sbagliano. Significa che se la Juve si ritroverà a lungo schiacciata dietro, come al Celtic Park, difficilmente stavolta la farà franca, perché le bocche da fuoco sono diverse. L’ultimo copione cui ispirarsi è quello del Milan al Camp Nou. La Juve non ha nulla da difendere. Lo 0-0 di partenza non è traguardo, dev’esserlo la porta di Neuer. Anche perché queste stesse cifre, se lette in altro modo, sono un invito a osare.

LEZIONE PRANDELLI — Se il 4-2-3-1 diventa 4-2-4 e il tridente sale così alto, se gli esterni spingono tanto, significa che le probabilità di sorprendere il Bayern sbilanciato ci sono eccome. Esiste sulla terra qualcuno più abile di Pirlo ad armare una ripartenza al momento giusto? Lichtsteiner può trovare spesso la fascia sgombra, Vidal e Marchisio dovranno attaccare la profondità come sanno. Schweinsteiger e Luiz Gustavo, scogli davanti alla difesa, se traditi dalla foga dei compagni, rischiano l’inferiorità. L’Italia di Prandelli sorprese la Germania nella semifinale europea attaccandola altissima, soffocandola in pressing e impedendo a suoi ragazzini terribili di prendere ritmo e velocità. Tanti di quei tedeschi saranno in campo stasera, qualcuno ha subito anche la beffa dell’Inter di Leonardo e Pandev. Vale la pena far leva sul "trauma italiano" anche perché il Bayern, se schiacciato, soffre: dei 21 gol subiti su azione, ben 18 sono arrivati dentro l’area.Inoltre, una rete precoce della Juve potrebbe deprimere le sturmtruppen di Heynckes e convincerle che il destino dell’Atzeca e del Bernabeu è inconfutabile. Un gol su calcio d’angolo, magari.

BAYERN ALL'ANGOLO — Ogni volta che all’Allianz Arena gli avversari battono un corner, il popolo è in ansia come per un rigore. Il gol di Drogba nell’ultima finale di Champions è fresco nei rimpianti, quelli dell’Arsenal negli ottavi misero i brividi. Perfino nel gioioso 9-2 di sabato sono arrivate ferite dalla bandierina. I bavaresi saranno forti di testa, ma sui corner, per disorganizzazione e distrazioni, regalano tanto. E Neuer non è un mostro in uscita. Se la Juve non ha subito neppure un gol da corner, il Bayern ne ha già beccati 7. Ma per provarci, bisogna conquistare angoli. Avanti, Signora. A una o due punte, ma con coraggio. La gloria è una preda, mai un’attesa.