MILANO, 22 luglio 2011 - Gasp è un suono onomatopeico che nel glossario dei fumetti significa stupore. "Tre cose che mi hanno favorevolmente impressionato in questo ritiro? La prima: Sneijder". Gasp è l'allenatore dell'Inter che sul nuovo pianeta ha scoperto una nuova vita: sua e del genietto di Utrecht, uno che chissà se resta ma finché resta se ne sta lì, nell'ombelico del gioco, a pensare calcio e soprattutto "a divertirsi" dice GPG. Ecco Gian Piero Gasperini al dodicesimo giorno di Inter dopo 11 passati a guardare il mondo da dentro il campo. I tifosi lo applaudono, lui risponde: preparando lo sbarco a Pechino.

Partiamo da Wes regista: ok, la mossa è giusta.
"In quella posizione mi ha convinto, e via via si è convinto pure lui. Wesley pensa calcio 5 secondi prima degli altri, sa come aprire il gioco e far girare la squadra, recupera e smista, fa giocare meglio chi gli sta attorno, quindi la squadra".
Come lo ha convinto a stare lì?
"Lì, in passato, ci aveva già giocato: parliamo di un giocatore che sa cos'è il calcio. Quel ruolo gli piace, lo vedo coinvolto, è una posizione nella quale si diverte a giocare".
In questi giorni di ritiro avete mai parlato uno di fronte all'altro di mercato?
"Di mercato no, mai. Abbiamo chiacchierato sulla condivisione del nuovo ruolo, questo sì: ho iniziato a lavorare che già questa situazione delle voci di mercato girava attorno, lui all'inizio era un po' nervoso, non lo vedevo tranquillo".
Colpa di Ferguson...
"Io con Wes lavoro in ottica solo interista: in questi giorni di ritiro ho visto il suo attaccamento alla maglia e al ruolo. Insomma, inizialmente era nervoso poi si è sciolto parlando di calcio e non certo di tutto il resto. Ora l'ho visto assolutamente sereno e tranquillo. E allegro. Sì, gioca con entusiasmo e allegria. E si diverte".
Ha mai pensato di prenderlo da una parte e chiedergli cosa vorrà fare? Se va o resta?
"Non c'ho mai pensato. Io con lui lavoro per l'Inter".
Sneijder è al primo posto delle cose positive di questo suo inizio: le altre due?
"Ne dico una che coinvolge il resto, fermo restando che l'entusiasmo dei tifosi mi ha colpito tantissimo: questa sarà una squadra che farà bene, ha personalità, giocatori che possono permettermi di lavorare su più situazioni perché ha uomini duttili. E' un'Inter che ha una gran voglia di fare: in questi giorni abbiamo fatto un passo alla volta perché è giusto fare così, però la squadra ha immediatamente assorbito ogni percorso e l'ha applicato".

E' stato un ritiro in cui è emerso un baby-adulto: Alvarez.
"Ripeto quel che ho già detto: è stato catapultato in un mondo nuovo, una cosa a cui non era abituato. Nonostante questo ha fatto tutto con grande naturalezza, quella tipica dei grandi. Ha colpi e talento, mezzi tecnici e personalità".
Scelga un giovane da applausi che non sia Alvarez.
"Castaignos. Rispetto a Ricky è più giovane, meno esperto, quindi si deve ancora completare: però ha doti vere".
Ora, tre cose in cui la squadra deve migliorare.
"La fluidità e l'allargamento del gioco. Spesso tendiamo ad ammassarci là davanti negli ultimi venti metri mentre dovremmo ampliare la manovra anche per sfruttare al meglio le caratteristiche di uno come Pazzini. Sia chiaro, la squadra mi è piaciuta e ha creato tante occasioni, la distanza fra i giocatori è giusta, però tendiamo a non cercare abbastanza l'1 contro 1 e non sempre viaggiamo con la palla a terra".
Il suo impatto con la squadra?
"In questi giorni abbiamo gettato le basi sulle quali lavorare e sì, abbiamo instaurato un buon feeling".
Conferma che per la Supercoppa a Pechino non verranno i sei big fra brasiliani e argentini?
"Li ho sentiti, e so che loro verrebbero a Pechino anche in... nave da quanta voglia hanno di raggiungere l'Inter. Però capiscono anche che necessitano di un periodo di riposo, perché arrivano da anni intensi, perché se riprendessero subito sarebbe l'ennesima stagione infinita senza mai tirare il fiato. Quindi - a meno di infortuni o cessioni improvvise - torneranno il 7 agosto: è la scelta più giusta, perché così saranno pronti per il campionato e conseguentemente motivatissimi. Detto questo, giocheremo la Supercoppa con una formazione competitiva: e penso di vincerla".