L'eroe è sempre lui, Rodrigo Palacio. Sembrava una giornata stregata, con la quarta sconfitta dietro l'angolo. E invece è spuntato l'argentino, fresco di convocazione in Nazionale. Minuto 96: Jorquera, appena entrato, lo serve con il contagiri, e lui, con altrettanta precisione geometrica, la piazza sul palo interno e fa 2-2 dopo aver già accorciato le distanze. Quattordici gol in campionato per Palacio e il Genoa è salvo. E anche Marino. Che avrebbe rischiato grosso in caso di k.o. Le firme di Gobbi e Floccari sul tabellino avevano legittimato la superiorità tattica degli emiliani fino a un quarto d'ora dalla fine, poi è subentrato il cuore dei Grifoni. Che continuano a subire (con 46 gol al passivo hanno la peggiore difesa della serie A), ma almeno dimostrano orgoglio. E, in attesa di ritrovare Gilardino, che dovrebbe rientrare domenica a Lecce, fanno pace con i tifosi, già pronti a contestarli.

IMBUTO — Senza gli infortunati Gilardino, Bovo e Antonelli e gli squalificati Biondini e Sculli, Marino deve fare a meno anche di Mesto, tenuto inizialmente in panchina perché non al meglio. Rispetto all'inatteso tonfo interno con il Chievo, allora, il tecnico toglie un difensore e inserisce un centrocampista in più passando dal 3-5-2 al 4-3-1-2. L'idea è giocarsela con gli uomini di qualità, Kucka, Veloso e il trequartista Belluschi, per innescare i piccoletti Jankovic e Palacio. Il piano, però, non funziona, perché quando si provano i fraseggi stretti per vie centrali, il Parma non va mai in difficoltà intasando gli spazi e piazzando uomo su uomo. In questo contesto si esaltano Zaccardo e Lucarelli, ma anche lo stesso Musacci, che mantenendo la posizione davanti alla difesa dà ragione alla scelta di Donadoni.

SPIETATI — Il gol che sblocca il risultato appare quasi casuale: l'inizio è favorevole al Genoa, ma al primo affondo Gobbi indovina un sinistro perfetto dal limite con la palla che termina nell'angolino basso alla sinistra di Frey. Seguono cinque minuti di ordinaria follia con squadre lunghissime e continue capovolgimenti di fronte, ma senza reali pericoli per i due portieri. Il preludio a una partita scoppiettante è in realtà una pura illusione: il Parma capisce che senza rischiare può fare sua la partita e piano piano limita al minimo sindacale le incursioni degli esterni, con Biabiany sacrificato quasi sulla linea dei difensori. L'unico che appoggia la manovra d'attacco è Mariga, quasi perfetto nelle due fasi e proprio da un rimpallo sulla sua mano nasce il possibile 2-0 di Giovinco che l'arbitro annulla giudicando volontario il tocco del kenyota. A rendere inutile il ricorso alla moviola ci pensa Constant, il peggiore in campo: è lui, in apertura di ripresa, a perdere il pallone che innesca il contropiede del Parma con Biabiany bravo a servire Giovinco e Floccari freddo nell'insaccare a porta vuota dopo che Frey e il palo avevano respinto la conclusione della Formica Atomica.

Palacio riprende la respinta di Mirante sul suo calcio di rigore e riapre la partita. LaPresse

ORGOGLIO — All'insegna del "poche idee e tanto cuore", inizia un'altra partita del Genoa che sbaglia tanto, rischia tantissimo, cambia schieramento (con Mesto e Ze Eduardo al posto di Veloso e Moretti), ma riapre il match solo grazie a un'ingenuità di Modesto che tocca con il braccio largo in area e regala un rigore ai rossoblù: Palacio sbaglia ma sulla respinta di Mirante fa 2-1. Finisce con gli assalti e soprattutto le proteste dei Grifoni che di rigori ne vorrebbero altri due (netto quello per fallo di Modesto su Ze Eduardo): sforzi premiati al 96' con l'arbitro che stavolta vede bene e non fischia il fuorigioco sull'assist di Jorquera per Palacio, dietro il distratto Valiani. Lucarelli protesta. Ma ha torto e viene espulso. Beffato e danneggiato. Ma il Genoa l'ha meritato. E il Parma è stato punito per aver arretrato troppo il baricentro nel finale.