Battesimo di fuoco per Beretta, che finisce la prima sulla panchina del Cesena con una sconfitta per 1-0 e un uomo in meno. A Verona è Moscardelli che decide la gara al 33’ della ripresa, dopo l’espulsione per somma di ammonizioni di Lauro, tra le proteste degli ospiti che accusano De Marco di eccessiva severità. Il Chievo guadagna tre punti e staziona in una zona tranquilla, dettata dai 33 punti messi da parte. Disperata la situazione del Cesena, ultimissimo a quota 16.

Mario Beretta è nato il 30 ottobre 1959. Ansa

beretta, ecco la prima — Il Chievo abbandona temporaneamente le due mezzepunte per via della squalifica di Théréau. Dentro quindi Cruzado, a supporto del tandem Paloschi-Pellissier. In mezzo alla difesa Andreolli, reduce dall'influenza, stringe i denti. A centrocampo Vacek vince il duello con Luciano, forfait all’ultimo. Per Di Carlo ai box anche Sammarco, infortunato, Dramé e Bradley, squalificati. Per la prima sulla panchina del Cesena, Beretta rimugina a lungo sull'assetto difensivo a tre o a quattro: alla fine è linea a tre, con Guana perno centrale e Rodriguez-Lauro a completare il reparto. Il terzo tecnico stagionale dei romagnoli, in avanti, punta su Mutu-Iaquinta, supportati da Santana. Out Von Bergen, Moras e Djokovic.

Pellissier e Rodriguez a contrasto. Ansa

partita lenta — Se il pedigree è quello delle due squadre che hanno segnato di meno in questa tranche di campionato, un motivo ci sarà. Tra Chievo e Cesena il gioco fatica a decollare: difficoltà nel fraseggio (su un campo poco clemente), spazi chiusi e un imbuto centrale sono il ritratto poco confortante dei primi 45 minuti. Il Cesena, che finora ha rimediato 9 sconfitte su 12 trasferte, deve giocarsela alla morte per rientrare in corsa, ma la squadra di Beretta mostra volontà e poco altro. Santana fa l’elastico tra linea dei centrocampisti e la zona pattugliata dal duo Mutu-Iaquinta, con l’ex Juve che cerca a sprazzi guizzi e palloni da mettere nel deserto. L’azione più incisiva è nei piedi di Pudil che si propone sulla sinistra, lascia partire il tiro, ma il corpo di Sardo fa da scudo e la palla rotola lungo la linea di fondo. La partita del Chievo è ordinata, senza troppe pretese. In un paio di occasioni Paloschi ronza vicino all’area di Antonioli, di testa, ma De Marco ogni volta lo ferma per fuorigioco. Pellissier, non al meglio, si vede all’inizio su un erroraccio di Guana. Di rapina, il capitano si fionda sulla palla, ma il centrale del Cesena rimedia all’ultimo secondo. Timide proteste del Cesena che vede un fallo di mani di Rigoni in area. De Marco non interviene.

Il secondo giallo a Lauro. LaPresse

cesena in dieci — Il Chievo parte più deciso e torna alle origini: Di Carlo arretra Paloschi sulla linea di Cruzado e Pellissier è il punto di riferimento unico in avanti. Proprio lui si becca il giallo per interrompere un contropiede e il pensiero di Di Carlo, che dà un calcio a una bottiglietta, probabilmente vola a sabato prossimo: niente Juve per il capitano. Nel frattempo sono proprio i cartellini a spostare l’equilibrio della partita: all’11 seconda ammonizione per Lauro, reo secondo De Marco di aver colpito Paloschi al volto. Il Cesena sostiene che non c’è cattiveria, ma i romagnoli restano in dieci e la corsa contro il tempo di Beretta appare sempre più disperata. Da vincere a tutti i costi, ai bianconeri non resta che difendere strenuamente il punticino, perciò il tecnico numero tre dell’annata di Campedelli toglie Mutu per Rossi. La contromossa di Di Carlo è puntuale: dentro Moscardelli, via Cruzado, con Paloschi che agisce sulla sinistra. Come logica vuole, la squadra in superiorità numerica mantiene il possesso palla e prova ad affondare, mentre il Cesena si chiude a riccio e si appiglia alle ripartenze di Iaquinta, completamente solo. E’ proprio l’attaccante bianconero a sfiorare il colpaccio: assist perfetto per Comotto che arriva un filo in ritardo e spara fuori. Di Carlo si toglie la giacca, potesse probabilmente la lancerebbe dietro ai suoi. Le amnesie non sono concesse a questo punto. La pressione dei padroni di casa aumenta e alla fine arriva il vantaggio: cross dalla sinistra di Hetemaj e Moscardelli buca Antonioli a un passo dalla porta, con Pudil che si dimentica la marcatura. A quel punto tante le situazioni per il Chievo per chiudere la gara, che ha il difetto di essere poco cinico. L'ultimo secondo fa trasecolare il Bentegodi, con una conclusione di Iaquinta sfiorata da Santana. Per il Cesena, a questo punto, serve un miracolo.