Tre belle notizie, nessun entusiasmo: l'Udinese batte il Cesena grazie al primo gol in serie A di Fabbrini, torna al successo in trasferta dopo due mesi (l'ultimo a febbraio contro il Bologna) e accoglie con piacere gli stop della Lazio e dell'Inter, ma il terzo posto in accoppiata con il Napoli rischia di servire a poco in chiave Champions. Basta un'occhiata al calendario: negli scontri diretti gli azzurri sono messi meglio dei friulani e nelle ultime due giornate devono affrontare Bologna e Siena, che non hanno motivazioni particolari. La vittoria al Manuzzi, in ogni caso, garantisce almeno l'accesso in Europa League.

basta un lampo — Il rapidissimo recupero di Di Natale dimostra che Guidolin, soprattutto in questo momento, non può prescindere dal suo capitano. Pur acciaccato, allora, l'attaccante napoletano va in campo e prende come sempre in mano la squadra con il suo movimento su tutto il fronte offensivo e la sua precisione sui calci piazzati. Il suo compito viene però facilitato da Fabbrini che al 4' sblocca subito il risultato: cross di Pasquale, assist non del tutto volontario di Danilo (in netta posizione di fuorigioco) e il trequartista insacca da due passi. Con la strada in discesa, i friulani mantengono costantemente il possesso del pallone e provano a sfruttare le volate degli esterni Basta e Pasquale. Il più pericoloso, però, è Asamoah che sfiora il gol in due circostanze e forse lo trova nella seconda: dopo un bel diagonale di sinistro a lato (9'), infatti, il ghanese colpisce la traversa con un gran sinistro da fuori, poi la palla probabilmente varca la linea bianca.

Il rigore sbagliato da Mutu sull'1-0 al 21' del primo tempo. Ansa

l'errore — A quel punto il Cesena aveva già sprecato la sua prima e di fatto unica occasione della partita: Domizzi commette fallo su Mutu (20') e il romeno colpisce la traversa su calcio di rigore. Sarebbe stato forse un premio troppo grande per i romagnoli, da applaudire per l'orgoglio con cui vanno in campo nonostante la retrocessione già aritmetica, ma comunque incapaci quasi sempre di superare il pressing dei friulani. Tra i pochi ad avere qualche spunto offensivo Martinho e il generoso Rennella, mentre Arrigoni e Djokovic non si inseriscono quasi mai e Ceccarelli non spinge.

noia — Nella ripresa Beretta prova a giocarsela con l'ingresso di Malonga al posto di Mutu. Ma a parte i primi cinque minuti, i romagnoli di fatto non se la giocano mai. Fino al 90' la gara si trascina via senza cambi di ritmo con l'Udinese interessata solo a risparmiare energie in vista del Genoa. Il suo dovere, del resto, l'ha fatto. Ma per basta per essere padrona del proprio destino.