La festa del Cagliari dopo il 2-0. Afp

L'immagine attuale dell'Inter è nella sostituzione Nagatomo-Samuel: il giapponese era entrato da otto minuti, era reduce da un infortunio, si è fatto ancora male, al ginocchio. Era la seconda uscita per infortunio della partita (dopo quella di Gargano), in una squadra già ridotta ai minimi termini. Al suo posto entra Samuel, che va a fare il centravanti, perché altri attaccanti non ci sono, e perché l'Inter è sotto 1-0 contro il Cagliari. Insomma, il calvario continua: di questo passo, a fine campionato Stramaccioni dovrà tornare a giocare con la Primavera e non perché sarà retrocesso. Perché non resteranno altri giocatori. I "complottisti" nerazzurri, però, sceglieranno un'altra immagine: quella del presunto contrasto fra Silvestre e Pinilla che porta al rigore dell'1-0. Anche stavolta, il rigore pare non esserci, ma va detto che prima un contrasto su Ibarbo poteva invece valere il penalty.

calvario inter — Al di là della foglia di fico dei torti arbitrali, questa fase della stagione dell'Inter è una tragedia. Gli infortuni a raffica non possono essere solo frutto della "sfiga", o del campo di Trieste (che comunque ci ha messo del suo), la capacità delle difesa dell'Inter di esaltare i centravanti (tre Denis, due Pinilla in meno di un tempo) è quantomeno preoccupante. Nel 2013 l'Inter ha incassato 26 gol in 14 partite, parlare ora di qualificazioni europee pare una presa in giro. Il Cagliari ne approfitta, allunga la sua serie positiva a sette gare, in "casa", o presunta tale, vince da quattro partite di fila.

Ibarbo sfonda — Per un tempo l'Inter sembra una discreta provinciale. E probabilmente in questo momento è il massimo che si possa chiedere. Potrebbe passare con un palo di Cassano, poi però affonda. Stramaccioni sceglie la difesa a quattro, con Silvestre e Juan coppia centrale. I due cnetrali non hanno troppo lavoro, ma è una di quelle gare in cui la difesa deve stare continuamente all'erta, perché il Cagliari resta coperto e poi prova a lanciare subito in verticale, sfruttando l'impressionante accelerazione di Ibarbo. i due, con la collaborazione di Pereira e soprattutto Zanetti, portano a casa il "risultato" per 45', poi a inizio ripresa un "coast to coast" di Ibarbo, che poi reclama un rigore, è il segnale dell'inizio dei "balli". L'uscita di Gargano fa saltare gli equilibri, basati su un 4-2-3-1 con Kovacic qualche metro più avanti del solito. Il secondo gol del Cagliari è da manuale di come non si difende: doppio triangolo con Cabrera di Pinilla, che poi controlla anche male il pallone. Ma il primo difensore e Handanovic (che non esce) sono così lontani che il cileno può controllare il pallone a battere il portiere in allungo.

la mossa vincente — Il Cagliari perde quasi subito Cossu, sacrificato forse a un terreno, quello del Rocco, rizollato troppo di fresco per essere perfetto: per 45', nonostante una buona prestazione del diciottenne Murru sulla sinistra soffre un po' un Alvarez che pare decisamente in palla (ma che scomparirà dopo la pausa). Rocchi è l'unico riferimento nerazzurro davanti, Rossettini lo tiene a bada: lo perde solo in una occasione quando Tommaso sembra quello di anni fa (para Agazzi). Dopo il vantaggio l'Inter si sgonfia e la coppia Lopez-Pulga si gode la mossa vincente: inserire Pinilla per Dessena, al 12' della ripresa. Un attaccante in più: avevano subodorato che la Strama-band era pronta ad affondare ancora.