Andrea Ranocchia festeggiato dai compagni dopo l'1-0. Reuters

Passano le giornate di campionato e crescono i sospetti. Come quando gli indizi iniziano a combaciare e si stringe il cerchio su un indiziato di delitto. L'Inter passa a Bologna 3-1, ottiene la settima vittoria di fila tra campionato e coppa e continua a portare solide prove sulla scrivania del detective Stramaccioni. Uno talmente bravo nelle strategie che potrebbe lavorare a CSI. Strama le azzecca tutte anche stavolta, escludendo Cassano per Mudingayi, il giocatore che serviva per limitare Diamanti, trequartista che se si alza dalla parte giusta del letto fa la differenza. Poco importa se i nerazzurri incassano il primo gol stagionale in trasferta. E se la scelta di FantAntonio in panchina è figlia di un dolore al collo accusato nella rifinitura: il tecnico nerazzurro avrebbe giocato con due punte e Mudingayi a centrocampo. Il sacrificato sarebbe stato Palacio. L'Inter, ricostruita intorno a una difesa tre quasi impenetrabile, può contare anche su una qualità offensiva che nessuno ha in questo campionato. Anche con Fantantonio part-time e Sneijder sempre ai box. Ha poco da rimproverarsi il Bologna. Gioca fino alla fine, ma paga dazio contro una squadra fuori portata. Con prestazioni così fare 40 punti non dovrebbe essere un problema.

LA SORPRESA — Nell'Inter il 3-5-2 è da manuale, mentre il Bologna per la prima volta parte con Diamanti dietro a Gilardino e Gabbiadini, alla sua prima da titolare. Tra gli emiliani maca un po' di qualità sugli esterni e la manovra, catalizzata da Diamanti, passa molto per vie centrali.

SOPRA LE RIGHE — Parte a tutta la squadra di Pioli. I tre mediani Taider, Pazienza e Guarente pressano alti, Diamanti aggredisce la partita come se fosse Cancellara e avesse davanti l'ultimo chilometro della Milano-Sanremo. L'Inter fatica a uscire. Gilardino spreca. Lo stesso Diamanti spaventa un paio di volte Handanovic col suo sinistro magico.

SERBATOIO VUOTO — E' evidente che il Bologna non può continuare su questi ritmi. E il calo, puntuale, arriva. L'Inter, squadra di proprietà di un petroliere, sa benissimo che la benzina col motore fuori giri finisce prima. E sul campo non ti puoi fermare a rabboccare il serbatoio. Inizia a macinare gioco, sfruttando il lavoro di un eccellente Palacio in fase di raccordo e l'intelligenza di Cambiasso, che non vedevamo a questi livelli da tempo. Il gol arriva su palla inattiva. Ranocchia, dopo aver già spaventato Agliardi da corner, salta in testa ad Antonsson sulla punizione di Cambiasso e batte il portiere del Bologna.

IMPERFORABILE — Si mette benissimo per l'Inter. Gilardino e Gabbiadini sono ben controllati da Ranocchia e da uno straordinario Juan Jesus. Cresce il sospetto che il brasiliano, classe 1991, sia il giocatore destinato a risolvere i problemi difensivi dell'Inter per i prossimi 10 anni. Straripante fisicamente. Attento sull'uomo e bravo a ripartire. Un gran giocatore.

PALACIO COME NASH — Si va al riposo sull'1-0. E il Bologna che rientra in campo alzando ancora il ritmo. Risultato pericoloso, contro giocatori capaci di fiammate. Ed è in questo frangente che l'Inter si rivela una grande squadra nel mettere al sicuro il risultato due volte. C'è sempre di mezzo Palacio, che prima serve un cioccolatino a Milito, solo da spingere in porta. Poi, dopo la zuccata di Cherubin da cross di Guarente su azione da calcio d'angolo, chiude l'uno-due con Cambiasso che vale il 3-1 del mancino argentino. Due assist magnifici per l'ex genoano. E gol che arriva al momento giusto, perché il Bologna aveva ripreso slancio dopo aver segnato, provando a metterla anche un po' in bagarre (espulsi dalla panchina Pioli e il secondo di Stramaccioni Beppe Baresi). E invece così la partita si chiude in anticipo, con Cambiasso a sfiorare il poker e Juan Jesus che si piglia un giallo che gli farà saltare la Samp. Ma che non gli impedirà di esserci sabato sera a Torino contro la Juve. Prova che, se superata, sarebbe la pistola fumante da presentare al commissario Strama nel dossier scudetto.