Da sinistra, Omar Milanetto e Stefano Mauri. Ansa

Mauri, Lazio e Genoa secondo atto. Oggi è il giorno delle arringhe dopo le richieste pesantissime del procuratore Stefano Palazzi (-6 alla Lazio, -3 a Genoa e Lecce, 4 anni e mezzo a Mauri, 3 anni e mezzo agli altri giocatori compreso Milanetto). Ma la mattinata si è aperta con una sorpresa: è comparso in aula Alessandro Zamperini, l’ex calciatore amico di Mauri al “servizio” degli Zingari per alterare le partite. Zamperini si era sempre rifiutato di riconoscere il processo sportivo (è già stato squalificato per il caso Farina), ma durante gli interrogatori a Cremona ha sempre limitato il suo ruolo e soprattutto negando il coinvolgimento di Mauri per Lazio-Genoa e Lecce-Lazio. Zamperini in aula ha ripetuto la sua versione, ma l’impressione avuta è stata quella di un autogol.

telefonate — Secondo l’ex giocatore del Modena, “Ilievski continuava a pressarmi per fargli conoscere calciatori…Quando è sceso a Roma è venuto con me a Formello perché io dovevo prendere un biglietto, ma lui è rimasto fuori. Poi in centro mi ha spiegato i suoi propositi. Ma non avevo possibilità di aiutarlo. Ha continuato a tempestarmi di telefonate la settimana successiva. Io avevo già deciso di andare a Lecce da tempo. Gli ho prenotato l’albergo e lui mi ha raggiunto ripetendomi di avvicinare i giocatori. Ho provato con Ferrario, mio amico. Ma Ferrario ha rifiutato stizzito. E la cosa è finita lì come ho spiegato a Ilievski. Sono rimasto a Lecce, andando a cena con Ferrario e la fidanzata. Per mesi non ho più sentito Ilievski e Gervasoni, mi hanno richiamato dopo mesi e sono andato da Farina…”.

"no" allo zingaro — La versione di Zamperini è apparsa fragile, piena di buchi e contraddizioni, visto che i contatti con Ilievski erano reciproci. E tra l’altro non si capisce perché Zamperini non abbia detto “no” alle proposte dello Zingaro se non poteva far nulla. Non è poi vero che Zamperini conosceva solo Ferrario a Lecce: ha giocato insieme con Rosati, anche lui deferito per illecito in questo processo. Insomma, le parole di Zamperini non hanno fatto male alle ricostruzioni di Palazzi. Adesso il processo va avanti: è il turno dell’avvocato della Lazio (Gentile) che si batte per evitare la penalizzazione della squadra romana.

parla anche ferrario — L’avvocato della Lazio ha contestato punto dopo punto le tesi dell’accusa, chiedendo il proscioglimento della società. Ha però anche avanzato un richiesta subordinata: in caso di condanna concedere le attenuanti per le azioni di prevenzione messe in atto dal club (come il codice etico). In pratica invece del -6, o del -3 di un solo illecito, un -2 complessivo. In aula ha parlato anche Ferrario, ex difensore del Lecce: “Ho sbagliato per ignoranza a non denunciare la proposta di Zamperini. Sono pronto a pagare per questa omessa denuncia, ma non per l’illecito. Ho scelto di fare queste dichiarazioni perché dopo aver capito cosa ci stava dietro ho anche riflettuto sul comportamento di Zamperini successivo alla proposta rifiutata. Mi ha “corteggiato” con continui messaggi, si è autoinvitato a casa mia. Perché? Penso per un motivo: aveva paura che potessi far saltare i suoi programmi. E infatti dopo la partita è praticamente sparito. Andrò a settembre a Cremona per raccontare questi fatti e altre mie percezioni”.

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Il Procuratore Federale, Stefano Palazzi. Ansa

botta e rispota — A rafforzare la posizione di Ferrario ci ha pensato anche il suo avvocato: Antonio De Rensis, autore di una arringa molto dura e mirata a smontare le tesi di Palazzi. Il legale ha evidenziato come non sia credibile il ruolo pensato dall’accusa per Ferrario (il regista dell’illecito) e che il comportamento di Zamperini indica come siano altri soggetti i grimaldelli del tarocco. L’avvocato ha anche sostenuto come il “processo non si doveva tenere adesso” perché l’indagine di Cremona è in corso e ci sono degli incidenti probatori che potrebbero cambiare il quadro dell’intera vicenda. Anche per questa ragione Ferrario racconterà altri particolari a Di Martino che potrebbero essere riferiti a ex compagni del Lecce. Anche gli avvocati di Mauri si sono battuti per evitare la squalifica del capitano laziale. Lo hanno fatto evidenziato la non attendibilità del pentito Carlo Gervasoni (“le sue dichiarazioni sono zeppe di contraddizioni”), facendo notare come non ci sia nessuna prova di un contatto diretto tra Mauri e Ilievski, la mancanza di scommesse anomale nell’agenzia di Aureli (amico di Mauri che aveva fornito una scheda coperta al giocatore per scommesse lecite su basket e tennis), mentre invece ci sono le puntate sul tennis in corrispondenza dei contatti tra Mauri e il bookmaker. Richiamando più volte la Commissione all’assunto della “ragionevole certezza” necessaria per condannare un tesserato. In più sono stati prodotti le dichiarazione dei compagni di squadra che negano qualunque comportamento illecito di Mauri. La controreplica di Palazzi (“le dichiarazioni di Mauri sono elusive: ha detto di non scommettere prima di essere arrestato e ha definito Aureli amico di Zamperini, poi scopriamo che ci passava le vacanze insieme”) hanno scatenato la reazione dei legali con un finale nervoso. Ci ha pensato il presidente Artico a riportare la calma. Processo finito. La sentenza è attesa tra qualche giorno.