Il Siena rallenta a Padova
Sospesa Crotone-Ascoli

Finiscono 0-0 i match più importanti. La pioggia ferma la sfida in Calabria mentre Pescara-Reggina va in porto senza reti nel pantano. Colpo del Piacenza a Trieste e del Modena a Empoli

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Il tecnico della Reggina Atzori. LaPresse

MILANO, 5 marzo 2011 - Il Siena manca l'aggancio dell'Atalanta. A Padova è solo 0-0, e per il Novara, nel posticipo di lunedì a Bergamo, è ancora teoricamente possibile raggiungerlo, sempre che batta la capolista. In chiave playoff, si è giocato a Pescara nonostante il terreno pesantissimo (a Crotone invece la gara con l'Ascoli è stata sospesa dopo pochi minuti): è finita 0-0 con la Reggina. Continua la scalata in classifica del Piacenza, che vince anche a Trieste.

crotone-ascoli sospesa — La partita è stata sospesa e 5 minuti dopo l'avvio causa pioggia: il pallone non rimbalzava sul campo. Per il completamento della gara la data ipotizzata è il 12 aprile.

L' 'elevazione' di Signori dopo il gol. LaPresse

empoli-modena 0-1 — Empoli stremato dalla fatica, Modena invece voglioso di togliersi dalle sabbie mobili. Vince alla fine la motivazione di chi vedeva avvicinarsi la zona playout. Il Modena torna al successo dopo 7 turni, gli azzurri invece sono alla quarta sconfitta nelle ultime cinque gare disputate. Si decide tutto nei primi cinque minuti. Prima Diagouraga sfiora un clamoroso autogol in scivolata, il cross di Soriano per Forestieri viene deviato addosso a Guardalben che salva miracolosamente una rete per l’Empoli che sembrava già fatta. Sul capovolgimento di fronte c’è un dinamicissimo Signori che trova una corsia centrale, prende in contropiede la difesa azzurra e segna con un destro dal limite dell’area che batte Handanovic sul primo palo. Si ha subito la sensazione che l’Empoli di oggi, alla settima partita in un mese, senza Fabbrini, Mchedlidze, Foti, Lazzari e Saponara, e con Coralli a mezzo servizio per un affaticamento muscolare, farà molta fatica a recuperare. Non accade praticamente nulla fino alla ripresa quando Aglietti inserisce al posto del bomber l’argentino Laurito: al 20' l’ex Udinese ci prova dalla distanza, la conclusione è poco sopra la traversa, quindi al 27' colpisce il palo con una girata di testa su cross di Valdifiori da sinistra. Il Modena si rivede al 32' con Mazzarani che ha una clamorosa occasione sui piedi: solo davanti a Handanovic lo prova a dribblare, ma si allunga la palla e si infortuna. Finisce così con qualche fischio per l’Empoli e i clacson dei tifosi modenese che fanno festa. (Giacomo Cioni)

L'esultanza dei giocatori del Frosinone. LaPresse

frosinone-albinoleffe 2-1 — Il Frosinone torna alla vittoria in casa dopo quattro mesi battendo per 2-1 l’AlbinoLeffe al termine di una partita combattuta fino all’ultimo secondo. Il successo permette ai ciociari di scalare due posizioni in classifica lasciando l’ultimo posto alla Triestina. Frosinone in vantaggio al 10’ della ripresa su calcio di rigore concesso dall’arbitro per una trattenuta in area di Sala ai danni di De Maio. Dal dischetto batte Cariello e sulla respinta di Tomasig il capitano del Frosinone ribadisce in rete. Passa un minuto e i padroni di casa raddoppiano: lancio di Stellone in area per Cesaretti che di destro insacca a mezz’altezza. Sembrava una gara chiusa, ma i bergamaschi la riaprono al 26’ con un gol di testa di Cissè su angolo di Zenoni. Tre minuti dopo l’AlbinoLeffe ha l’occasione di pareggiare per un fallo in area di Bianco su Cocco punito con il rigore dall’arbitro. A tirare è lo stesso Cocco, Frison salva con i piedi. Il Frosinone soffre, gli ospiti attaccano, ma il risultato non cambia. (Maurizio Di Rienzo)

Giuseppe Sannino, tecnico del Varese. LaPresse

livorno-varese 0-0 — Il Varese incamera il quarto pareggio consecutivo, conserva la quarta piazza, sempre con un punto di vantaggio sulla Reggina e, in attesa del posticipo, riduce il ritardo dal podio della classifica, ora distante sei lunghezze. A Livorno i biancorossi di Sannino hanno impattato a reti inviolate. Un risultato che impedisce ai toscani di avvicinare la zona playoff. Gli amaranto rimangono a meno due dalla sesta piazza, ma se nel posticipo di lunedì il Torino espugna il 'Menti' di Vicenza, il ritardo diventa di ben quattro punti. Match spigoloso e sostanzialmente equilibrato. I lombardi, con il loro spigliato 4-4-2, sono usciti, con pieno merito, imbattuti da un campo dove Novara, Reggina, Torino ed Empoli hanno dovuto chinare la testa. I livornesi (che finora si sono esaltati con le grandi e faticato con le piccole) si sono presentati con un inedito 4-3-1-2, con Belingheri (sostituito all'intervallo da D'Alessandro) trequartista alle spalle del tandem Dionisi-Galabinov, i due attaccanti rimpiazzati a metà ripresa da Tavano e Danilevicius. Sul piano del palleggio, buono il primo tempo dei varesini. Ebagua (4' e 21'), da sottomisura, chiama due volte De Lucia a difficili deviazioni in corner. Il Livorno si rende minaccioso solo con tentativi dalla distanza: al 7' Zappino para su Iori, al 24' finisce fuori il bolide di Bernardini. La punta ospite Neto Pereira, al 16', deve uscire in barella per un problema al ginocchio e al suo posto entra Nadarevic. Nella prima frazione, che si chiude con una pericolosa conclusione dello stesso Nadarevic, a lato non di molto, meglio il Varese. Cambia la musica nella ripresa. Con D'Alessandro in campo, il Livorno acquista fiducia. Al 4' proteste amaranto per un contatto in area fra Correa e Dionisi: l'arbitro lascia correre. Alla mezz'ora D'Alessandro, dopo un veloce contropiede, da posizione decentrata spedisce a lato. Nell'ultimo quarto d'ora il Varese cresce. A tempo scaduto Ebagua anticipa di testa De Lucia, ma, al limite dell'area piccola, nessun suo compagno ne approfitta. Finisce zero a zero e, a conti fatti è giusto così. (Fabio Giorgi)

I due tecnici, Conte (a sinistra, Siena) e Calori (Padova), sembrano perplessi. LaPresse

padova-siena 0-0 — I veneti hanno una buona reazione in un momento difficile del campionato, i toscani raccolgono un punto per lo sprint finale, in attesa del posticipo tra Atalanta e Novara. Nel Siena c'è l'esordio di Cacciatore a destra. Vergassola va in panchina, come Larrondo e Sestu: dentro invece nella squadra di Conte, Reginaldo e Mastronunzio. Nel Padova torna Italiano dal 1', con Ardemagni e Vantaggiato in attacco. Il primo tempo risulta un po' bloccato, con il Siena che dimostra il solito ottimo impianto di gioco (rischiando pochissimo) e un Padova che cerca lo spunto giusto. La prima opportunità capita a Calaiò dopo 10', ma la sua punizione a girare termina fuori. Stesso risultato di un tiro di Vantaggiato al 17'. Al 37' Mastronunzio scatta in area sul filo del fuorigioco e il suo diagonale finisce di poco a lato. Nella ripresa il Padova cerca di alzare il ritmo e ne esce un match più piacevole: al 16' Ardemagni calcia troppo centrale, poi è Jidayi (al 26') a farsi vedere con un'incursione di testa. Al 31' Calaiò impegna Cano su punizione, poi al 35' è Caputo ad avere la palla del match, ma l'attaccante, entrato nel secondo tempo al posto di Mastronunzio, calcia alto. In pieno recupero De Paula manda sull'esterno della rete, dopo una buona verticalizzazione di Vantaggiato. (Andrea Moretto)

Un eloquente contrasto durante la partita. LaPresse

pescara-reggina 0-0 — In un acquitrino che tutto sembra tranne un campo di calcio, a causa dell’ennesima ondata di maltempo, Pescara e Reggina cercano di tirare fuori qualcosa dal gelido pomeriggio dell’Adriatico. Purtroppo la gara si apre con il grave infortunio al ginocchio destro del mediano biancazzurro Gianluca Nicco, vittima del terreno melmoso e impraticabile. Ennesima tegola per Di Francesco che aveva già dovuto rinunciare a Bucchi, Ariatti, Cascione, Ganci, Verratti, Maniero e Del Prete. Per vedere qualcosa di simile a un’azione di gioco bisogna aspettare un quarto d’ora, quando Viola si gira in area e per poco non beffa Pinna, costretto a un “tuffo” sulla linea di porta. La prima risposta pescarese è di Soddimo al 29’: sponda di Sansovini e tiro del trequartista, che sbaglia completamente la mira. Qualche minuto dopo è lo stesso Sansovini a provarci dal limite: sinistro potente alto sopra la traversa. I due episodi danno fiducia agli abruzzesi, che insistono. Al 37’ da un corner di Bonanni, Gessa sul palo lontano sfiora il gol con il piatto destro. Ma a mettere una pezza sulla partita pensa, ancora una volta, Tore Pinna. Al 42’ la punizione di Tedesco viene spizzata da Adejo sul secondo palo per Campagnacci, che schiaccia di testa nell’angolino, trovando il riflesso fenomenale del portiere sardo. Nella ripresa la fatica rende sempre meno brillanti le giocate. Le emozioni arrivano dai piazzati. Angolo Reggina: Cosenza di testa a un metro dalla porta alza. Replica Pescara: Olivi, sempre di testa, spreca una buona occasione. E' sempre emergenza per i locali: si fa male anche Gessa (spalla destra). A 20’ dalla fine Atzori punta sull’ex di turno Zizzari per allungare la squadra. Di Francesco aveva già giocato l’unica carta disponibile: Giacomelli. Da una sua incursione nasce la palla gol di Sansovini al 30’. Errore clamoroso dell’attaccante a un passo dalla linea di porta. Poi solo tanto agonismo, nel fango: è stata la partita dei difensori. Non a caso, Olivi e Adejo sono i migliori in campo. (Orlando D'Angelo)

Sforzini esulta dopo il gol. LaPresse

portogruaro-grosseto 1-1 — Sembrava fatta. La festa granata era nell’aria, ma anche il gol ospite. Gol-beffa, certo, ma solo perché arrivato al 91’. Gli ospiti l’hanno meritato con un forcing continuo scattato dagli ultimi quindici minuti del primo tempo e proseguito per quasi tutto il secondo, a eccezione del palo colpito da Gerardi al 30’ della ripresa su assist di Memushaj in azione di rimessa. E’ il 17° punto in 9 partite per Serena: nel girone di ritorno il Grosseto è virtualmente primo, in attesa del posticipo di lunedì tra la capolista Atalanta (a quota 16) e il Novara. Agostinelli opta per il collaudato albero di Natale, con la variante di Gerardi al posto di Altinier, debilitato dall’influenza. Stesso motivo per cui sostituisce Cibocchi con Cardin sul versante sinistro della difesa. Anche gli avversari confermano il 4-3-1-2 con Caridi dietro alle due punte Papa Waigo, abile nelle ripartenze, e Immobile al posto di Sforzini, per mettere in difficoltà la non mobilissima difesa granata. I padroni di casa giocano soprattutto sulle due fasce dove Scarpa e Tarana saltano l’uomo, creano la superiorità numerica e azionano il pordenonese Gerardi, terminale offensivo dei granata. E’ proprio così che nasce l’occasione gol: all’8’ Tarana salta un giocatore avversario e la serve al compagno, steso da Rincon. Nasca decreta il rigore, anche se il fallo pare commesso fuori area di 30 cm. Trasforma Scarpa: palla alla sinistra dello spiazzato Narciso. Il Grosseto risponde all’11' con tiro di Immobile, si distende e para Rossi. In realtà sono gli ospiti, in avvio, a rendersi pericolosi con una volata di Papa Waigo che invece di proseguire la cavalcata verso la porta difesa da Rossi, serve di tacco l’accorrente Immobile anticipato da Madaschi. Al 5’ risponde il Porto: su cross da sinistra rinvia malamente Narciso, palla a Tarana che di testa tenta un pallonetto troppo debole. Il Grosseto si affida all’estro di Caridi, in realtà poco ispirato, come al 38’ quando, dal versante sinistro del fondo, serve in area un assist invitante per la testa di Immobile che conclude alto sulla traversa. Ma la giornata no del bomber e del compagno di reparto, consiglia gli ospiti di provarci da lontano. E’ proprio così, infatti, che, nel forcing degli ultimi 15 minuti, nascono le azioni più pericolose. Al 30’ e al 31’ ci prova Defendi ma la palla finisce fuori. Sfiora invece il pari due minuti più tardi su calcio di punizione di Mora dai 30 metri: la traiettoria velenosa attraversa la barriera ma non supera Rossi. Al 39’ si rinnova il duello, sempre su punizione, Mora-Rossi, con il medesimo risultato. Nella ripresa gli ospiti creano più di qualche occasione soprattutto dalla fascia destra dove Papa Waigo si “beve” spesso e volentieri Cardin e serve in area palle invitanti. Gli uomini di Serena macinano mettendo in affanno la difesa di casa che capitola sul finale dopo aver sfiorato il colpo del ko. “Gol sbagliato gol subìto” sembra di nuovo confermarsi legge implacabile, ma ci pensa una “sciagura” di Sforzini a disattenderla calciando fuori a un metro dalla porta sguarnita. Al 14’ i toscani invocano il calcio di rigore per il tocco di mano in area di Madaschi su tiro di Vitiello, uno dei migliori del match. Il Portgruaroo insegue ora la zona salvezza a due punti (ma l’Ascoli deve recuperare due partite). E sabato va a far vista al Varese senza Tarana: ammonito, era in diffida. Ma con uno Scozzarella e Altinier, debilitati dall’influenza, in più. (Alberto Francescut)

Sasà Bruno festeggiato dopo il gol. LaPresse

sassuolo-cittadella 1-1 — Finisce come all’andata con un pareggio che muove la classifica di entrambe le squadre senza tuttavia toglierle dai guai. Foscarini prende il punto che voleva, Gregucci recrimina su un organico ridotto all’osso dagli infortuni e dalle squalifiche. E le assenze – il Sassuolo perde anche Piccioni dopo 20’ - appesantiscono un Sassuolo in sofferenza già in avvio: Gabbiadini e Piovaccari, due volte ciascuno, vanno vicinissimi a far saltare il banco, ma il Sassuolo di questi tempi ha risorse, anche mentali, che gli permettono di ovviare a un’emergenza perenne. E ha Bruno: è il centravanti il valore aggiunto del Sassuolo del primo tempo, che un gol lo sbaglia (con Bianco al 24’), uno lo sfiora (con Bruno, al 7’) e un altro lo trova al 34’, quando è ancora Bruno a sfruttare al meglio un assist di Fusani. Il Cittadella, tuttavia, non si scompone più di tanto, rischia grossissimo in avvio di ripresa su un colpo di testa di Rossini ma trova il pari su rigore al 9’ della ripresa con il tredicesimo sigillo stagionale di Piovaccari. Di Consolini l’intervento che manda sul dischetto il Cittadella, che da lì in avanti, complice anche l’ingresso di De Gasperi, fa la gara più e meglio del Sassuolo. Il Sassuolo ci prova nel finale, ma solo sui nervi, e ottiene solo qualche corner nel finale, il Cittadella scalda i guanti a Pomini con Dalla Bona: finisce pari, e l’impressione è che possa essere giusto così. (Stefano Fogliani)

Piccolo realizza il gol decisivo. LaPresse

triestina-piacenza 0-1 — Sconfitta in casa, la Triestina scivola all’ultimo posto in classifica. Terza battuta d’arresto consecutiva di fronte agli emiliani in netto progresso, capaci di quattro vittorie nelle ultime cinque partite. La formazione alabardata si è battuta generosamente ma ha pagato il solito tributo alla sua incapacità di trovare la strada del gol. Stavolta ha fatto di peggio perché con un errore grossolano a centrocampo ha dato via libera al contropiede degli avversari che non hanno sprecato l’occasione favorevole realizzando il gol decisivo. La Triestina recrimina per un rigore non concesso su Godeas (ma il fallo di Rickler era avvenuto fuori area) e per una traversa colpita da Taddei su calcio di punizione nella ripresa. L’arbitro Ruini ci ha messo del suo per movimentare con le ammonizioni una partita che comunque sul piano disciplinare era filata via liscia. Otto i giocatori ammoniti, Mandorlini “beccato” due volte e perciò espulso agli sgoccioli della partita; di più il direttore sportivo della Triestina, Prisciantelli, è stato allontanato dall’arbitro che aveva lasciato impunito un fallo di Cacia ai danni di Malagò. La rete decisiva è arrivata al 35’ del primo tempo. Gerbo nel tentativo di passare il pallone a centro campo al compagno Malagò ha servito invece Piccolo; questi grato del regalo è filato a rete affiancato da Cacia. La difesa alabardata si è spalancata consentendo a Piccolo di realizzare senza difficoltà. Il Piacenza ha dimostrato durante l’intera partita grande convinzione nei propri mezzi, sviluppando una manovra agile che peraltro non ha creato pericoli per Colombo, abbastanza tranquillo fra i pali. La Triestina si era affidata per l’occasione a una nuova coppia di attaccanti formata dall’esperto Godeas e dal nuovo arrivato Taddei, ma il risultato finale non ha premiato comunque la scelta dell’allenatore. Deludente anche l’impiego di Bariti schierato nella ripresa al posto di Gerbo, che aveva combinato il pasticcio fatale alla propria squadra. Più facile per l’allenatore piacentino Madonna operare i cambi che hanno consentito agli ospiti maggiore continuità di rendimento senza pagare lo sforzo fisico cui venivano costretti dalla disperata pressione della Triestina. In definitiva il risultato premia oltre i meriti un Piacenza valido ma non insuperabile mentre castiga una Triestina ammirevole per impegno ma sbadata decisamente fino a farsi del male da sola. (Dante di Ragogna)