La squadra non gira, la gente vive una profonda crisi economica. Ma l’allenatore ¨¨ una bandiera e non si arrende: “Non si vive pi¨´ di pallone”
Cristiano Lucarelli, 43 anni. Lapresse
Ormai per parcheggi¨¤ la macchina bisogna firm¨¤ la liberatoria?. Baracchina Bianca, lungomare di Livorno, pochi minuti a piedi dallo stadio. C’era una volta la citt¨¤ che parlava soltanto di calcio, orgogliosa della sua squadra risalita in A dopo mezzo secolo e dei tifosi con la bandana anti-Berlusconi. Ora nei bar si discute delle strisce blu che il sindaco Nogarin ha piazzato dappertutto, o della raccolta differenziata porta a porta. Restano appese ai muri le sciarpe amaranto, le foto di Lucarelli e Protti, che c’erano allora e sono tornati con ruoli diversi per tenere il Livorno in Serie B. Avventura cominciata con grande entusiasmo e tweet pieni di orgogliosa ironia: “Cara Juve, il vero Cristiano ce l’abbiamo noi”. Partiti pro e contro come sempre: c’¨¨ chi dice che Lucarelli con Protti si sia preso coraggiosamente una bella responsabilit¨¤, che la squadra ¨¨ mal congegnata e lui fa il possibile. La frangia critica per ora ¨¨ in minoranza e aspetta la partita fondamentale di domani, in casa contro l’Ascoli. Due punti in sette partite. “Di solito a Livorno gli allenatori che arrivavano dopo un esonero facevano peggio del precedente. Certo, fare peggio di cos¨¬ sarebbe difficile”. Il Cristiano di Livorno mantiene l’ironia e la serenit¨¤. “Cantare il De Profundis a ottobre mi sembra eccessivo”. Fiducia condivisa da Igor Protti, il club manager che con Lucarelli vive da anni una specie di simbiosi sportiva. “Abbiamo dei ragazzi seri, c’¨¨ un esperto come Alino Diamanti. Possiamo riprenderci”.
VOCI DELLA CITT¨¤ —
Spinelli sta dando tempo a Lucarelli, la citt¨¤ offre un palcoscenico per ora tranquillo. Nell’anno di grazia 2004 gli abbonati erano quasi 12mila, in Serie B nel 2015 erano scesi a 4.363, in Lega Pro a 3.200 e 3.900, nell’ultima campagna acquisti sono risaliti a 4.200. Nelle ultime stagioni la media del pubblico ¨¨ stata di 5.450 persone a partita, ma in molti dicono che ¨¨ questo il calcio ai tempi della crisi. “Con i risultati torner¨¤ un po’ di entusiasmo”, dice Marco, il titolare dell’edicola davanti allo stadio. “Ora il pubblico ¨¨ sfiduciato, ma attaccare Cristiano ¨¨ quasi impossibile”. “La squadra ¨¨ lo specchio di una citt¨¤ in crisi”, sostiene Maurizio Bellandi, esperto di Modigliani. Lavora al mercato, ¨¨ fra i fondatori delle Bal 99, le brigate livornesi, e tra gli eredi delle teste di Modigliani custodite in un caveau livornese in attesa della fine di una complicata questione legale. “La squadra ¨¨ stata costruita con poca logica, nessuno si aspettava granch¨¦. Lucarelli fa quello che pu¨°. I risultati non invogliano la gente ad andare allo stadio, ma la crisi economica incide. Livorno ¨¨ una citt¨¤ che sta vivendo un buon momento dal punto di vista culturale, non si pu¨° dire lo stesso del calcio e non ci facevamo illusioni. Io continuo ad andare allo stadio, ma capisco che non ci possa essere lo stesso entusiasmo”. “Questa ¨¨ una citt¨¤ complicata”, aggiunge Maddalena Winspeare, direttore della casa editrice Sillabe specializzata in arte. “Qui ci sono eccellenze che non riescono ad affermarsi. Non direi che si tratti di una citt¨¤ rassegnata, ma manca una certa progettualit¨¤, un tessuto. E’ una citt¨¤ che fa fatica in tutto, e la squadra la rispecchia. Forse ¨¨ colpa anche di noi livornesi che ci siamo un po’ appiattiti”.
LA VOCE DEL PROTAGONISTA? difficile per¨° pensare a un Lucarelli diverso da se stesso, anche in panchina. “Diciamo che abbiamo problemi negli ultimi 109 metri”, scherza. Dopo tanto girovagare ¨¨ arrivato alla panchina amaranto: ¨¨ stato profeta in patria da calciatore, ora tenta un’altra scommessa. “In questi anni ho sempre cercato di evitare questa possibilit¨¤ per una serie di motivi. Tante volte si era accostato il mio nome alla panchina del Livorno pi¨´ che altro come suggestione, poi ¨¨ arrivata la possibilit¨¤ di allenare in B. Ho accettato perch¨¦ allenare ¨¨ difficile dappertutto, quindi tanto valeva provare a casa. I rischi pi¨´ grossi qui me li sono presi da calciatore”. Eppure, dopo 7 partite ¨¨ gi¨¤ tutto complicato. “Non mi sono mai illuso. Sapevo che avremmo potuto avere dei problemi, magari non cos¨¬ tanti...”. 33 giocatori da allenare, un presidente ingombrante. “Spinelli? Il rapporto era molto pi¨´ difficile da calciatore, quando ci sentiamo adesso ¨¨ sempre costruttivo. E con Igor c’¨¨ un rapporto strettissimo, lavoriamo bene”. La coppia di eroi della promozione in A, idoli duri da abbattere. “Non ¨¨ che viva molto Livorno, lavoro 12 ore, riguardo le partite, le preparo. Sinceramente ¨¨ questo che rimpiango della mia vita di calciatore: allenando sei sempre impegnato. So che cacciare l’allenatore ¨¨ la soluzione nel calcio, ma io conosco le mie qualit¨¤. Non ho mai basato l’autostima sulle opinioni degli altri. Bado poco ai discorsi. Certo, vado poco in giro ma mi rendo conto che a Livorno non si vive pi¨´ di pallone, per¨° ci sono ancora i malati, fra virgolette, c’¨¨ lo zoccolo duro che ci crede e ci segue. Il lavoro alla lunga paga, prima o poi finir¨¤ la serie di infortuni che ci perseguita. Tutti i tifosi hanno il diritto di sognare, ma i casi Leicester sono eccezioni. Per¨° la quota salvezza ¨¨ a tre punti, e ci mancano trenta partite”. Livorno ha due punti e ancora un po’ del suo spirito. Sui muri vicini allo stadio hanno scritto “Pisano vegano”. I tempi cambiano
Alessandra Bocci
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