Niente da fare per il club: anche il tribunale amministrativo regionale dice no all'iscrizione al campionato. Era l'ultimo grado di giudizio: ora per la societ¨¤ ¨¨ corsa contro il tempo per chiedere l'accesso alla Serie D in sovrannumero
A sinistra, Walter Taccone, presidente dell'Avellino. LaPresse
"Una citt¨¤ in strada, un popolo in lacrime". Il primo commento a caldo dei legali, cui ¨¨ stato appena notificato il responso del Tar del Lazio, fotografa la disperazione di centinaia di migliaia di persone: il tribunale amministrativo ha respinto la richiesta di sospensione cautelare del provvedimento con cui l’Avellino era stato escluso dalla Serie B, dunque da oggi gli irpini sono ufficialmente e definitivamente fuori dal calcio professionistico. La terza sezione del Tar del Lazio, presieduta da Giampiero Lo Presti, ha concluso l'esame del caso, confermando il verdetto del Collegio di garanzia del Coni. In mattinata, un’ora e un quarto abbondante di audizioni al quarto piano del tribunale amministrativo regionale del Lazio, in via Flaminia 189, senza che nulla trapelasse, se non che si ¨¨ trattata di una vera e propria battaglia.
futuro nei dilettanti —
La sezione Prima Ter ha ospitato le audizioni di Figc, Coni, Ternana e naturalmente Avellino in una camera di consiglio in versione bunker questa mattina dinanzi al giudice monocratico Giampiero Lo Presti. "Clima cordiale? Corretto, la cordialit¨¤ ¨¨ un’altra cosa", si era lasciato sfuggire l’avvocato Eduardo Chiacchio. Aveva intuito che tirava una brutta aria. Ora all’Avellino non resta che provare a chiedere un’iscrizione in Serie D in sovrannumero. Ma i tempi sono davvero ristretti.
Alessandro Catapano
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