Zanetti: "Statistiche e gioco offensivo, cos¨¬ il mio Venezia pu¨° salvarsi"
Il nuovo centro sportivo del Taliercio rispecchia in pieno la situazione della squadra: lavori in corso, grande potenziale, bellezza. La colonna portante su cui si basa il progetto Venezia ha un solo nome: Paolo Zanetti. Non per niente la societ¨¤ made in Usa lo ha blindato fino al 2025. Sta ricevendo grandi elogi per il gioco, qualcuno lo ha gi¨¤ segnato sul taccuino.
Lui osserva i giocatori allenarsi sotto la pioggia, e per ora pensa solo al progetto.
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Zanetti, il bilancio delle prime 6 giornate la soddisfa?
“Potevamo fare qualcosa di pi¨´. Se penso alla gara con lo Spezia, di certo come prestazione meritavamo di portare a casa dei punti. Per il resto nelle ultime partite siamo andati in crescendo e mi sta bene. Le prime non le conto: c’era una squadra assemblata con tanti nuovi stranieri, totalmente in costruzione. Ma quelle gare sono servite, ci hanno fatto capire tante cose. Dalla vittoria di Empoli in poi, abbiamo dato continuit¨¤ di prestazione, se non di risultati. Bilancio dunque buono, anche perch¨¦ ora saremmo salvi (ride, ndr.). Scherzi a parte, la posizione ora non vale nulla, ma ci pu¨° dare la consapevolezza che in questa categoria ci possiamo stare nonostante tutti ci davano per inadeguati, con cos¨¬ tanti deb senza esperienza. Noi lottiamo per dimostrare il contrario. E per quello che si ¨¨ visto, diciamo che almeno come gioco possiamo mettere in difficolt¨¤ molte squadre”.
Si sprecano i complimenti, lei ¨¨ soddisfatto?
“Non del tutto, anche se ora ho negli occhi quel secondo tempo di alto livello a Cagliari. I ragazzi si sono liberati e hanno proposto ci¨° che studiamo in allenamento. ? un buon punto di partenza. Ci abbiamo messo un po’ a carburare in A ma a livello tecnico ci siamo quasi, la priorit¨¤ ora diventa non subire troppo. Questo ¨¨ un campionato dove fa fatica anche la Juve. Dobbiamo imparare a lottare e anche alzare la nostra percentuale realizzativa rispetto a ci¨° che produciamo”.
Se il Venezia giocasse sempre come quando va sotto, sarebbe gi¨¤ un’altra storia.
“Sono d’accordo, ¨¨ un aspetto psicologico che dobbiamo assolutamente migliorare, c’¨¨ la sensazione di andare al massimo solo quando si ha l’acqua alla gola. Invece non dobbiamo giocare in base agli eventi, quel qualcosa in pi¨´ dobbiamo tirarlo fuori sempre. Sar¨¤ una parte importante per la crescita. Sto lavorando su questo aspetto e sul non prendere gol stupidi, come a Cagliari da quella palla persa in attacco. Altri avrebbero rimediato col fallo tattico, noi non l’abbiamo nel dna”.
Il club ha puntato su una strategia “yankee”. Meno scouting, pi¨´ scelta di giocatori basata su algoritmi. Sta dando i suoi frutti?
“Se sta funzionando lo vedremo a fine stagione. Di sicuro per la societ¨¤ il risultato sul campo va di pari passo con la scoperta di talenti da valorizzare. Io ho un doppio lavoro, mi viene chiesto di far crescere giocatori che non sono pronti per un campionato importante. L’anno scorso il mix ¨¨ riuscito: base italiana pi¨´ 5-6 giovani stranieri che alla lunga hanno fatto la differenza. Quest’anno si ¨¨ mantenuta l’ossatura ma ¨¨ aumentato il numero di giovani. Anche per una questione economica. Il club ha investito giustamente pi¨´ sulle infrastrutture che mancavano, perch¨¦ guarda al futuro. Quindi ¨¨ pi¨´ facile accettare scommesse. Anche perch¨¦ gli italiani affermati per noi hanno costi proibitivi”.
Ha visto Money ball, che racconta degli Oakland Athletics, squadra di baseball “povera” che sceglie i giocatori con gli algoritmi, parte malissimo e poi vince il titolo?
“S¨¬. Beh, il senso ¨¨ quello, anche se noi non lavoriamo solo su statistiche, osservazione dal vivo e scouting ci sono sempre e poi ci aiutiamo con le statistiche. Speriamo che questa strategia mix ci porti al nostro scudetto, che ¨¨ la salvezza. Vitale per il prosieguo del progetto”.
Gioco dal basso, schemi offensivi, spettacolo. Disposto a sacrificar la sua filosofia per restare in A?
“No, far divertire ¨¨ importante, non dobbiamo perdere la nostra idea di gioco. Anche perch¨¦ le partite giocate in difesa le abbiamo perse di brutto. Noi dobbiamo puntare a vincere contro chiunque. Poi, ovvio, ci saranno gare proibitive. Ma la mentalit¨¤ ¨¨ importante, quando non attaccheremo ¨¨ perch¨¦ non ci ¨¨ stato permesso, non perch¨¦ non lo volevamo”.
Cambia molto, sistema e giocatori. Ancora work in progress?
“No, no, ho le idee pi¨´ chiare. Ho in testa il gruppo dei 16-17 titolari, cosa ci riesce meglio e quello che non va bene. Ora so cosa possono darmi determinati giocatori e quali mi permettono di cambiare sistema, anche in corsa”.
Tra i nuovi, baby Busio ¨¨ gi¨¤ intoccabile. Futuro leader?
“? in assoluto il ragazzo pi¨´ pronto. Ma non parliamo di una promessa. E’ un 2002 ma ¨¨ nazionale Usa, l’abbiamo pagato (5 milioni, ndr), ha gi¨¤ esperienza. Si ¨¨ inserito perfettamente nel contesto tattico, abbina qualit¨¤ e quantit¨¤ e ha il vantaggio di capire l’italiano, il pap¨¤ ¨¨ di Brescia. Ha enormi potenzialit¨¤. Si pensava fosse un regista, io lo vedo pi¨´ mezzala. Ha qualche gol nelle gambe. Sar¨¤ un crack importante per noi. Ma ne usciranno altri di talenti, vedrete”.
E tra chi c’era gi¨¤, stupisce Johnsen. In ritiro ci aveva detto: ?? pronto per la A?. E aveva ragione. ma cosa gli manca per essere determinante?
“Fino al limite dell’area ¨¨ da grande squadra. Deve assolutamente migliorare la concretezza, quei numeri che fanno la differenza. Lui arriva 4-5 volte a partita al tiro o con l’assist da fare. E poi non ¨¨ continuo. Ma ¨¨ stato cos¨¬ anche nella prima parte della stagione scorsa, poi ¨¨ esploso. Spero faccia lo stesso. Ha un margine di miglioramento altissimo. Se diventa concreto ci sar¨¤ un grande futuro per lui e anche per il Venezia. Sono contento che l’Ajax ce l’abbia regalato e ora ¨¨ nella nazionale norvegese, orgoglioso del percorso di crescita che gli abbiamo fatto fare”.
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