Dopo la lettera dedicata in Chiesa dal capitano Claudio Sala all’allenatore, abbiamo ritrovato una delle ultime interviste di Gigi alla Gazzetta, nella quale descrive le qualit¨¤ di ciascuno dei suoi ragazzi
La lettera di Claudio Sala
Questa che vedete qui accanto ¨¨ la lettera che Claudio Sala ha letto sull’altare raccogliendo la squadra dello scudetto 1976 intorno alla bara del suo maestro, Gigi Radice. Erano presenti Luciano Castellini, Romano Cazzaniga, Nello Santin, Roberto Salvadori, Patrizio Sala, Eraldo Pecci e Paolo Pulici. Mentre Ciccio Graziani (vive ad Arezzo) aveva fatto un blitz in mattinata, emozionatissimo, ad abbracciare Ruggero, il figlio del tecnico, al pari di Renato Zaccarelli, che non ha potuto fermarsi. Costretti da impedimenti di varia natura a disertare la cerimonia, Roberto Mozzini e Vittorio Caporale, i difensori centrali, stabilitisi rispettivamente in Emilia e in Friuli. Erano andati a trovare il mister in precedenza, una volta saputo della sua malattia.
IL REGALO DI GIGI —
Qui di seguito "regaliamo" allo squadrone torinista i giudizi espressi su ciascun calciatore dello scudetto proprio dal tecnico appena scomparso. Si tratta di una chiacchierata fatta con Germano Bovolenta, cronista della Gazzetta, poco prima di essere aggredito dal male. Ecco i punti salienti. "Castellini, il portiere, non lo chiamavo Luciano ma Giaguaro, perch¨¦ appunto faceva dei balzi felini. Prima delle partite accusava forti tensioni nervose. Ma non era il solo: pi¨´ passava il tempo, pi¨´ si facevano risultati, pi¨´ si parlava di scudetto e pi¨´ la tensione aumentava".
UNO PER UNO —
Tocca ai quattro difensori. "Caporale dietro tutti a fare il libero. Bravissimo. Veniva dal Bologna dove non aveva il posto garantito. Con noi si ¨¨ reinventato: una grande sorpresa. Tempista, tecnico, elegante". Mozzini, lo stopper. "Forte, robusto, sereno. Di lui dicevano: pi¨´ che in campo te lo immagineresti dietro uno sportello bancario. Sempre sorridente, gran lavoratore?. Terzino di fascia destra, Nello Santin. "Era un marcatore per vocazione. Lo conoscevo bene dai tempi del Milan: lui cominciava e io smettevo. Ha fatto cose egregie anche con la Sampdoria ma con noi ¨¨ esploso?. Terzino sinistro, Salvadori "Veniva dalla C ed era maturato con il Toro. Sembrava, a prima vista, un p¨° fragile. Solo a prima vista. Si trattava invece di un giocatore completo: buona falcata, scatto, controllo intelligente dell’ avversario. Una difesa bene assortita, al punto da sfiorare la perfezione".
FATICA E CERVELLO —
Il centrocampo. "Ne piazzavo tre, come fa adesso chi gioca un calcio modernissimo. Pecci al centro, Zaccarelli a sinistra e Patrizio Sala a destra. Zac era un incursore dal dribbling rapido, volava e batteva con prepotenza. Centrocampista classico ma sapeva fare anche la mezza punta, marcare e impostare. Patrizio, che veniva dal Monza serie C, grandissimo altruista, sempre in aiuto. Di tutti, con naturalezza e semplicit¨¤, di una utilit¨¤ estrema. Eraldo Pecci, il regista, sapeva correre e impostare, piedi e cervello. Indispensabile, come lo era Claudio Sala…"
INVENTORI E REALIZZATORI —
"Non vorrei fare torti agli altri. Erano tutti indispensabili. Per¨° Claudio lo conoscevo dai tempi di Monza. Aveva fantasia, era astuto, sapeva lanciare, andare sul fondo e crossare. Sapeva fare tutto con disarmante semplicit¨¤: cio¨¨ quella del fuoriclasse. E gli altri due dell’attacco, Graziani e Pulici, traducevano, realizzavano. Graziani stava al centro, gran destro, gran sinistro, ottimo colpo di testa. Ma, soprattutto, tornava, dava una mano: il pi¨´ moderno dei centravanti italiani. Pulici? Eccezionale forza fisica, colpi improvvisi. Lo hanno chiamato Puliciclone. Giusto. Era un vero ciclone, partiva da sinistra attirato dalla rete e in rete andava: aveva il gol nel sangue e dici tutto". Ecco, campioni granata del 1976, queste le righe dedicatevi dal vostro mister sulle pagine rosa. Sappiamo che le conserverete fra le cose pi¨´ care della vostra carriera.
Nicola Cecere
© RIPRODUZIONE RISERVATA