Quagliarella ¨¨ l'unica certezza della Samp: a 38 anni il rinnovo ¨¨ vicino
In questa Sampdoria un po’ stramba che illude, inciampa, poi si rialza, ma deve ancora capire cosa vuol fare da grande, quasi fosse ricaduta in quella sindrome da primavera che tante volte nel recente passato l’ha frenata, emerge una sola grande certezza: Quagliarella: "Non ¨¨ un capitano di fascia, ma un vero esempio di professionalit¨¤", l’investitura di Ranieri dopo la sfida persa contro l’ex Mihajlovic. Non ¨¨ un caso che adesso sul podio dei bomber blucerchiati all time, dietro all’inarrivabile Mancini, 39 gol pi¨´ avanti, ci sia il capitano della squadra di Ranieri. Che pi¨´ di ogni altro ha segnato gli ultimi anni del club. In questo mare di dubbi che riguarda il domani sampdoriano – il rinnovo di Ranieri su tutti – il buon porto in cui rifugiarsi alla fine ¨¨ sempre quello di Fabio. Pure lui – era gi¨¤ successo l’anno scorso – deve trovare l’accordo per un’altra stagione, ed ¨¨ possibile che dopo Pasqua venga pianificato il suo domani con la societ¨¤. Anche se, comunque, con il presidente Ferrero c’¨¨ gi¨¤ stato un primo abboccamento informale. Non ¨¨ un mistero che la sua simbiosi con Genova sia ormai assoluta e sotto gli occhi di tutti, e in questo senso persino il quartiere genovese del levante – Quinto – ¨¨ lo stesso in cui crebbe oltre trent’anni fa il mito di Mancini, Vialli e della Sampd’oro. Quagliarella non ha desideri diversi a parte quello di continuare a giocare almeno un’altra stagione e, ovviamente, a Genova, visto che ¨¨ difficile immaginarlo (per gli altri, ma pure per lui) con un’altra maglia addosso. Certo, pensare a un ingaggio parametrato sul nuovo salary cap ¨¨ scontato, e pure lui lo sa, ma ¨¨ curioso che nei momenti topici sia sempre Quagliarella chiamato a prendere per mano una squadra che ha molti leader, ma nessuno come lui. Nei progetti (ribaditi dal presidente in tempi non sospetti) c’¨¨ persino quello a medio termine di un Quagliarella ambasciatore blucerchiato, con un ruolo tutto da scrivere. Ma non ¨¨ un discorso che si possa gi¨¤ intravedere all’orizzonte.
La lezione
¡ªPi¨´ del sorpasso a Bassetto (93 contro 92 gol in A con la Samp), con la prodezza del Dall’Ara, o della gara numero 400 da titolare in A nell’era dei tre punti (¨¨ solo l’ottavo giocatore di movimento a riuscirci), disputata domenica, fanno notizia la capacit¨¤ di autogestirsi che da sempre lo ha messo davanti agli altri. Sottoesposto mediaticamente per scelta personale, questa ¨¨ un’altra delle sue caratteristiche che gli ha consentito di diventare un leader naturale (e trasversale). Non alla Ibra, ma l’opposto. Carismatico, senza apparire. Con un’attenzione maniacale al fisico e all’alimentazione. E con la dote non comune di sapersi mettere in gioco ogni giorno. Non a caso il giocatore che pi¨´ di tutti nello spogliatoio sta patendo questo momento complicato - ed era furioso dopo la sconfitta contro Mihajlovic - ¨¨ stato proprio il capitano.
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Caro Toro, ti ricordi?
¡ªFatto curioso, domenica al Ferraris arriver¨¤ quel Toro dove lui approd¨° da Castellammare di Stabia. Aveva undici anni. Con quella maglia esord¨¬ in A nel 2000, a diciassette. L’ultimo derby vinto dai granata arriv¨° proprio con un gol di Fabio. Era l’aprile 2015: nel gennaio dell’anno dopo, il suo ritorno a Genova, che sino ad oggi gli ha regalato sempre stagioni da doppia cifra come gol segnati. Quest’anno ¨¨ a quota nove, il finale pare gi¨¤ scritto. C’¨¨ soltanto un ultimo dubbio da chiarire: presto sapremo. Ieri sono ripresi i lavori per il nuovo Mugnaini a Bogliasco, che ospiter¨¤ prima squadra e Primavera: si concluderanno entro l’inizio del 2022. Molti sampdoriani scommettono che sar¨¤ Fabio, insieme con il presidente Ferrero, a tagliare il nastro.
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