A quei tempi erano i brasiliani che venivano a giocare da noi. "E io invece ho fatto il viaggio allĄŻincontrario: buffo, no?". La cosa bella di questo vecchio ragazzo che va per i sessanta ¨¨ lo stupore che porta in dote, un incanto per le cose del mondo e una naturale attitudine a prenderle con leggerezza. Quando giocava sembrava un elfo molto alto, dinoccolato, capello da rockstar della Bassa, movenze da pantera, solo allĄŻapparenza lento, piede dolcissimo, intuizioni mai banali, una certa naturale inclinazione a sfilarsi dal groviglio di tackle e affanni, perch¨Ś "non mi ¨¨ mai piaciuto prendere le botte", se la ride oggi. "Del Brasile ricordo lĄŻerba dei campi da calcio. Una gramigna lunga, fitta, folta. Calcolavi un passaggio di dieci metri e si fermava a sette, provavi un lancio e affondavi il piede in un mare dĄŻerba: una sensazione stranissima".?
intervista
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