Il difensore senegalese vola alto: "Sento tanti cori discriminatori contro i napoletani. Credo che questa minoranza debba pensarci due volte prima di rifarli"
“Tutti insieme noi calciatori possiamo fare tanto per lottare contro razzismo e ogni forma di discriminazione”: lo ha sottolineato Kalidou Koulibaly in una intervista video rilasciata sui canali social del Napoli. Il difensore senegalese ¨¨ tornato sull’argomento dopo i tristi fatti del 26 dicembre scorso e alla vigilia del suo rientro proprio nella partita a San Siro, un mese dopo col Milan.
simbolo —
“Che io sia diventato un simbolo contro il razzismo da un lato mi fa piacere, ma mi rattrista tanto perch¨¦ se nel 2019 ancora dobbiamo lottare per far affermare certi valori di tolleranza, significa che abbiamo fatto passi indietro. Io a mio figlio certe cose non ho bisogno di insegnarle, perch¨¦ ha dentro il rispetto degli altri, al di l¨¤ del colore della pelle. E mi piace accompagnarlo a scuola, perch¨¦ i bimbi non fanno differenze. Possiamo essere diversi, ma siamo tutti uomini. Dovremmo imparare dai bambini. E credo che proprio il lavoro nelle scuole sia il pi¨´ importante”.
esperienza —
“Sono nato in Francia, cresciuto l¨¬ senza problemi, con compagni di classe turchi, arabi o di altra provenienza. E il problema del razzismo l¨¬ non lo ho avvertito. Del resto lo vedi anche da com’¨¨ composta la nazionale francese. In quel Paese sono avanti, su questa problematica”.
in italia —
“Quando sono arrivato a Napoli ero concentrato su quello che dovevo fare in campo, e poi ancora non comprendevo bene la lingua. Quando ho cominciato a parlare l’italiano, la domenica sentivo tanti cori discriminatori contro i napoletani. E questo mi dispiace molto perch¨¦ Napoli ¨¨ una citt¨¤ bellissima. Purtroppo c’¨¨ una parte di gente, minoranza per fortuna, che preferisce insultare. Penso per esempio al mio amico Insigne, discriminato come napoletano e poi magari applaudito, giustamente, in Nazionale. Ecco mi auguro che questa gente ci pensi due volte prima di cantare certi cori”.
Maurizio Nicita
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