Il tecnico azzurro intervistato da Walter Veltroni su La Gazzetta dello Sport: "Questa citt¨¤ accoglie, non respinge". E sulla squadra: "Abbiamo il miglior centrocampo d'Italia. Juve? Non ¨¨ inarrivabile"
Carlo Ancelotti, 59 anni, prima stagione alla guida del Napoli. Afp
Carlo Ancelotti: cosa ¨¨ il calcio nella vita di questo Paese? ? una speranza? ? un diversivo? ? un gioco?
"Dovrebbe essere un gioco. E’ nato cos¨¬, cos¨¬ ¨¨ vissuto dai bambini. Ma per questo Paese il calcio non ¨¨ tanto un gioco, quanto un diversivo. A Napoli rappresenta anche una rivalsa, una sorta di riscatto dal senso di abbandono che questa citt¨¤ ha legittimamente introiettato nei secoli. Per me rimane un gioco. Bello, emozionante. Ancora mi diverto, ancora lo faccio con passione. Sento tanta gente del calcio dire che non riesce a dormire per la pressione. Io dormo sempre".
Il fisico quanto conta nel calcio moderno? Conta pi¨´ dell’intelligenza e della tecnica calcistica?
"No, la cosa pi¨´ importante ¨¨ l’intelligenza. Dopo, naturalmente, c’¨¨ la genetica, che ¨¨ il talento e anche il fisico. ? una combinazione. Alla stazza non do molta importanza. I giocatori lenti, per esempio, continuano a giocare a calcio, perch¨¦ a calcio possono giocare tutti. Il giocatore lento, quello veloce, il giocatore basso, il giocatore alto. ? lo sport di tutti. L’aspetto fisico, nella mia idea di calcio, ancora non ha la predominanza sull’intelligenza tecnica e tattica".
S¨¬, infatti lei ha Mertens, Insigne e ha avuto Verratti che certo non sono dei corazzieri.
"Pi¨´ dell’intelligenza conta la personalit¨¤. Puoi giocare ad alto livello solo se hai una forte personalit¨¤. Come Modric che, fisicamente, anche lui ¨¨ un po’ esile. Avere personalit¨¤ significa non spaventarsi davanti alle partite importanti. Ci sono tanti giocatori dei quali si dice 'questo giocatore nelle partite importanti sparisce'. Quello ¨¨ un difetto di personalit¨¤".
Lei pensa sia immaginabile, per esempio qui a Napoli, un’idea del manager che resta per diversi anni come ¨¨ per esempio nel calcio inglese?
"Mi piacerebbe molto. Forse qui ci sono le caratteristiche adatte a un progetto simile".
Che cosa ha Napoli che le piace? A uno come lei che viene dalla Bassa?
"Di Napoli mi piacciono tante cose. Ovviamente il paesaggio e la luce. Il golfo di Napoli, con Capri di fronte. Il Vesuvio: ti svegli la mattina e hai questa fotografia emozionante davanti. Poi che ha Napoli? La gente ¨¨ molto disponibile. Il napoletano non si prende troppo sul serio. E’ gente allegra, disponibile, aperta. Mi piace poi la passione che c’¨¨ dietro questa squadra. Passione e rispetto. Tutti pensano che Napoli sia sempre un grande, esuberante, putiferio. A me piace frequentare la citt¨¤, vado per strada, nei ristoranti e nessuno mi ha mai disturbato, sono molto rispettosi. Forse perch¨¦ mi vedono un po’ vecchio…".
E invece della sua nebbia ha nostalgia? La sente nelle sue radici?
"S¨¬, io sono del nord ma mi trovo bene al sud. La nebbia sono i ricordi della mia infanzia che rimangono indelebili. Sono cos¨¬ per come sono cresciuto".
Lei ha detto che se negli stadi continueranno gli slogan contro Napoli, che poi sono urla razziste, lei chieder¨¤ che la partita si fermi.
"Io non voglio fare un discorso solo sul Napoli, ovviamente. Voglio parlare degli stadi italiani e della lotta contro ogni intolleranza. Una cosa sono i cori e gli striscioni divertenti, altro le manifestazioni di odio e la demonizzazione di citt¨¤, colori della pelle, appartenenze etniche o religiose. E’ un malcostume che deve finire. Credo che anche il presidente della Federazione sia sensibile a questo, gli arbitri sono sensibili, ci sono delle regole che gli organi competenti devono far rispettare. Se ci sono quei cori si devono attuare delle procedure: la segnalazione del capitano all’arbitro, l’annuncio con gli altoparlanti e, se nulla serve, la sospensione della partita".
Koulibaly una volta mi ha detto 'Io sono napoletano'. Anche lei si sente un po’ cos¨¬?
"S¨¬. Mi piace l’atmosfera che si vive qui, l’ambiente. Napoli accoglie, non respinge".
Dove pu¨° arrivare questo Napoli quest’anno?
"Non lo sappiamo, secondo me questa squadra ha tante potenzialit¨¤ e lo ha dimostrato nel girone di Champions, che era difficilissimo. Siamo cresciuti molto in personalit¨¤, convinzione, perch¨¦ queste partite aiutano a crescere. Siamo una squadra che non pu¨° giocare a basso ritmo. Per riuscire dobbiamo lavorare sempre a ritmo alto".
Il Napoli ha il miglior centrocampo che ci sia in Italia. E’ cos¨¬?
"Ne sono convinto. Allan, Fabi¨¤n Ruiz, Hamsik, Diawara, Zielinski, Ounas. Sei centrocampisti di alto livello. Nella completezza siamo molto competitivi".
Koulibaly ¨¨ il miglior difensore del mondo in questo momento?
"E’ uno dei migliori. Con Sergio Ramos, Varane. E con quelli della Juve che sono molto forti, pi¨´ che come individualit¨¤, come coppia".
La Juve ¨¨ inarrivabile quest’anno?
"No, la Juve ¨¨ molto forte, molto continua, per¨° inarrivabile no. Nella mia esperienza di calcio non ho ancora trovato squadre imbattibili. Certo, per stare al passo con la Juve, devi fare miracoli".
L’allenatore da cui hai imparato di pi¨´ ¨¨ stato Liedholm?
"Sacchi ha innovato non solo il gioco, portando il pressing, ma soprattutto l’organizzazione, la metodologia del lavoro".
Dove sei andato hai lasciato un buon segno. Oltre a tante vittorie.
"L’unica esperienza amara ¨¨ stata il Bayern. E’ stato un scontro di filosofie. La societ¨¤ non aveva intenzione di modificare la struttura, la loro filosofia di lavoro e di promuovere un cambio generazionale dei giocatori, cosa che ora stanno facendo".
In un futuro lontano ti immagini allenatore della Nazionale?
"Oggi no. Ho avuto la possibilit¨¤ mesi orsono, ho parlato anche con la Figc. Ma ho detto loro che avevo voglia di allenare una squadra di club. A me piace stare qui tutti i giorni. Non mi piace allenare tre volte al mese".
L'INTERVISTA COMPLETA NELL'EDIZIONE ODIERNA DELLA GAZZETTA DELLO SPORT
Walter Veltroni
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