Il Milan è diverso, più "risultatista". Ed è un bene per la Champions

Contro la Fiorentina la squadra di Pioli ha badato al sodo. Ciò che serve per conquistare la qualificazione agli ottavi

Vincere contro il Borussia Dortmund domani e contro il Newcastle all’ultima giornata: con due successi il Milan sarà certo della qualificazione agli ottavi di Champions. Altri risultati esporranno a una serie di combinazioni piene di se e di ma oppure decreteranno l’eliminazione. Come si usa dire in questi casi, il Milan è padrone del suo destino. E capitano della sua anima, per completare il verso di “Invictus”, la poesia dell’inglese Henley letta, riletta e sillabata da Nelson Mandela per darsi forza durante la prigionia. Il momento non è dei migliori, tra infortuni abbondanti e penalizzanti, squalifiche e regressioni di gioco. La vittoria contro la Fiorentina ha ricolorato la classifica, tre punti cruciali.?

La Champions in corso è importante, ma guai a non partecipare alla prossima, l’edizione 2024-25, tutta nuova, con il girone unico tipo campionato e due partite in più nella prima fase. Un torneo più ampio e più ricco, con premi più alti. Domani Stefano Pioli dovrà rinunciare ancora a Leao, ma riavrà Olivier Giroud, squalificato in campionato, e non è poco, il gruppo non può prescindere dal pilone francese. Il Borussia Dortmund, quarto in Germania e fresco di successo in rimonta sull’altro Borussia, quello di M?nchengladbach, non è un avversario impossibile, però il Milan di questi tempi ci risulta indecifrabile, sospeso tra un passato prossimo ormai andato e un futuro non ancora chiaro. La squadra ha perso l’identità forte dello scudetto 2022 e vaga alla ricerca di una specificità diversa. Pioli, contro la Fiorentina, ha puntato sul risultato, come si è notato nella ripresa della resistenza a oltranza del vantaggio, e immaginiamo che domani replicherà il format. Prima vincere, poi filosofare. Una specie di conversione in corso d’opera, dal giochismo al risultatismo, per stato di necessità. Può essere utile, nell’immediatezza, in vista del Borussia.?

Quest’anno in Europa il Milan soffre di sterilità, appena due gol in quattro giornate, i due segnati al Psg da Leao e Giroud. Fin qui soltanto il Benfica ha fatto peggio, con una sola rete. La dimostrazione numerica di come il Milan abbia perso creatività offensiva. Sempre domani, Lazio-Celtic. Maurizio Sarri vive il paradosso di una Champions soddisfacente, con la qualificazione a portata di mano, e un campionato mediocre. Contraddizione apparente, perché era prevedibile che la Lazio non reggesse tutte e due le competizioni. Battere il Celtic per avvicinarsi agli ottavi e scacciare i cattivi pensieri. Mercoledì l’Inter a Lisbona contro il Benfica, per una partita ininfluente ai fini del passaggio del turno e di relativa importanza per il primo posto, a meno che la Real Sociedad non si inceppi col Salisburgo. La volata per il primato, cruciale per un miglior sorteggio, dovrebbe risolversi nell’ultima a San Siro contro gli spagnoli. E poi Real Madrid-Napoli, Walter Mazzari al Bernabeu contro i bianchi senza Vinicius, Camavinga e Tchouameni, per citare gli infortunati di più recente “conio”. Un’occasione ghiotta, anche se non sarà facile arginare Jude Bellingham, il fenomeno nascente.