Motta e Fonseca non si fanno male e scivolano rispettivamente a -3 e -9 (i rossoneri con una gara in meno) dalla capolista Inter. Di Cambiaso l'occasione migliore, ma c'¨¨ il salvataggio di Thiaw
Oltre centocinquanta Paesi sparpagliati per il globo annoiati davanti alla tv. A San Siro vincono soltanto paura e noia, quest'ultima diretta conseguenza dell'altra. Milan e Juve tornano a casa potendo dire di aver tenuto immacolate le rispettive porte - i bianconeri arricchiscono la collezione stagionale di clean sheet, mentre al Diavolo succede di rado e quindi di base ¨¨ una buona notizia -, ma deludono entrambe. E parecchio. Mancanza di coraggio e di personalit¨¤, per¨° con un distinguo piuttosto evidente: mentre a Motta questo pareggio scialbo pu¨° andare bene - Milan tenuto a debita distanza, posto sul trenino delle fuggitive conservato -, ai rossoneri non va bene per nulla. La vetta ¨¨ sempre pi¨´ lontana, lo scudetto sarebbe meglio non menzionarlo pi¨´, ma soprattutto aumentano di partita in partita i punti di domanda sulla zona Champions. Il Diavolo ¨¨ in grado di piazzarsi tra le prime quattro? Al momento la risposta non ¨¨ in dubbio: no. Le colpe maggiori per questo squallido zero a zero quindi vanno in capo al Milan: erano i rossoneri ad aver le necessit¨¤ maggiori di fare qualcosa in pi¨´. Di provarci davvero e non solo per inerzia. Un brutto segnale: la paura degli errori non pu¨° essere pi¨´ forte della voglia di provarci.
le scelte
¡ª ?Fonseca ha messo in cottura gli stessi macro-principi di Madrid: compattezza, pres¨¬di particolarmente robusti sulle fasce e velocit¨¤ in ripartenza. Decidendo quindi di ripresentare Musah a destra, uno dei simboli pi¨´ luminosi della notte al Bernabeu. Niente da fare invece per Pulisic, non al meglio: Capitan America in panchina e sistema di gioco piuttosto fluido ma tendente di base al 4-3-3 con Loftus-Cheek e Reijnders mezzali. Davanti a Maignan coppia inedita: Thiaw e Gabbia. Motta, senza gli "obblighi" tattici derivanti da un centravanti di ruolo, si ¨¨ sbizzarrito con la fantasia, la stessa che ha chiesto ai suoi quattro uomini pi¨´ offensivi: linea (teorica) a quattro composta da Yildiz, Koopmeiners, McKennie e Concei?ao. Tecnica e inserimenti. Opzione Weah accantonata in corso d'opera. In difesa, prima da ex rossonero per Kalulu. Panchina bianconera molto anni 80: soltanto cinque giocatori di movimento.
noia
¡ª ?A proposito di movimento: e chi l'ha visto? Poco, pochissimo nel primo round, per manifesta colpevolezza di entrambe le squadre. Teste bloccate dalla paura di sbagliare e gambe frenate di conseguenza. Un atteggiamento timoroso e contratto pi¨´ evidente forse nel Milan, che in questo match aveva pi¨´ da perdere. Ma anche i bianconeri non si sono esattamente dannati per provare a infilzare il Diavolo. Tanto giro palla scolastico, diversi errori gratuiti di troppo in appoggio, un paio di verticalizzazioni ben eseguite, ma senza pensieri per Maignan, e nulla pi¨´. Fonseca ha provato a sorprendere Motta chiedendo a Leao di accentrarsi parecchio e consegnando a Reijnders una posizione particolarmente ibrida, fra le linee. Un po' mediano un po' trequartista, senza per¨° che l'olandese sia riuscito a trovare vera luce. E bloccate anche la fasce. Da una parte Concei?ao ha provato a dimenarsi parecchio ma senza mai sfondare realmente, dall'altra Cambiaso e Yildiz sono stati controllati con buona perizia da Musah ed Emerson. In altre parole: tutti i piedi pi¨´ educati sono stati annullati, e se a questo aggiungiamo la scarsa propensione di molti a prendersi qualche responsabilit¨¤ - s¨¬, certo, esisterebbero anche dribbling e accelerazioni -, ecco spiegato un primo tempo di rara noia. Altro che partita da gustarsi in mondovisione. L'unico a tentare qualche spunto ¨¨ stato Leao, ma sempre molto lontano dalla porta, mentre nell'attacco mobile della Juve nessuno ¨¨ riuscito a dare un vero punto di riferimento. Pericoli veri per i portieri? Zero, se si eccettua un colpo di testa di Emerson nel recupero sfilato non distante dall'incrocio dei pali.
portieri spettatori
¡ª ?Nella ripresa le squadre hanno iniziato a sentire l'impellenza del risultato e la sfida si ¨¨ ravvivata. Nulla di esaltante, per carit¨¤, ma quanto meno si ¨¨ vista la volont¨¤ di provarci, cosa che ha cancellato la lentezza di circolazione del primo tempo. Milan e Juve si sono affrontate affidandosi alla loro qualit¨¤ migliore, che ¨¨ la medesima: l'abilit¨¤ nelle transizioni. Quindi: tanti capovolgimenti di fronte, una lunga serie di botta e risposta che hanno risvegliato San Siro dal torpore ma, come nel primo round, non hanno coinvolto i portieri (super salvataggio di Thiaw su Cambiaso). Non sono serviti nemmeno i cambi. A venti dalla fine dentro Pulisic (Loftus-Cheek), a meno dieci Fagioli (McKennie) e Weah (Concei?ao), poi ancora Chukwueze (Musah). Nulla da fare. Chiffi fischia la fine e dopo di lui al Meazza fischiano tutti. Un brutto spettacolo.
? RIPRODUZIONE RISERVATA