Il fondo che gestisce il club contesta la gestione interna e del mercato cinese, riservandosi ulteriori valutazioni per la tutela dei diritti propri e della societ¨¤
? stato il giorno dei grandi cambiamenti per il Milan, come era nelle attese. Colpiscono, per¨°, le modalit¨¤ con cui il club rossonero ha deciso di interrompere il rapporto con Marco Fassone, sollevato dall’incarico "per giusta causa" insieme a Li Yonghong e agli altri amministratori cinesi. ? stata questa, dunque, la volont¨¤ della nuova propriet¨¤, il fondo Elliott che ora controlla il Milan attraverso Rossoneri Sport Investment Lux. Decisione che ¨¨ stata poi ratificata a maggioranza dall’assemblea. Advisor durante il passaggio del club dalle mani di Berlusconi a quelle di Li, Fassone aveva poi ricoperto l’incarico di amministratore delegato fino a oggi.
Marco Fassone, 54 anni. Ansa
i motivi —
Pesanti le contestazioni avanzate nei confronti del manager 54enne: "Compromissione del rapporto fiduciario per le modalit¨¤ con cui ha gestito e comunicato l’instaurazione e la modificazione dei contratti con la societ¨¤, la responsabilit¨¤ nella predisposizione dei piani, la predisposizione e la struttura del mercato cinese. Fatti solo recentemente venuti all’attenzione e per cui sono in corso nuovi approfondimenti, con Rossoneri Sport Investment Lux che si riserva ulteriori valutazioni per la tutela dei diritti propri e della societ¨¤". Frasi che potrebbero far presagire una coda legale al divorzio.
acquisti —
Solo un anno fa, il "passiamo alle cose formali" pronunciato da Fassone ogni volta che veniva acquistato un giocatore aveva conquistato le simpatie dei tifosi rossoneri. Poi, per¨° i risultati sportivi non sono stati all’altezza dell’investimento nel mercato, e i ricavi previsti dal raggiungimento della zona Champions non si sono mai materializzati. Da l¨¬ l’inasprimento dell’atteggiamento della Uefa nei confronti del Milan (oltre al discorso sulla scarsa trasparenza di Mister Li), poi parzialmente mitigato dall’appello vinto al Tas di Losanna. Errori gestionali che Elliott non ha tollerato.
Stefano Cantalupi
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