Milan, l’agenda di Elliott: conti ok e marchio da valorizzare

Il fondo Elliott l’ha sottolineato subito, usando il comunicato con cui annunciava l’escussione del pegno: non c’è alcuna fretta di vendere il Milan, la missione è quella di “creare valore”. Quando l’hedge fund della famiglia Singer deciderà di cedere il club rossonero, dunque, il prezzo dovrà essere superiore ai 550 milioni circa della valutazione attuale. Come farà, in un contesto reso difficile dalla pesante eredità di Li Yonghong e dall’esclusione del Milan dall’Europa League? Stefano Cantalupi, nell’articolo sulla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, delinea i possibili punti dell’agenda Elliott.

costi e ricavi — Il controllo dei costi, soprattutto in fatto di ingaggi, sarà fondamentale. Ma è l’aumento del fatturato il punto più difficile. Sul fronte mercato ci saranno cessioni, mentre gli acquisti saranno fatti tenendo in grande considerazione le esigenze di bilancio. Ma si punterà forte sul marketing, sulla valorizzazione del brand anche per attirare ricche sponsorizzazioni. Più difficile la pista che porta alla costruzione di uno stadio di proprietà: i tempi burocratici e politici potrebbero rivelarsi incompatibili con quelli di permanenza del fondo alla guida del Milan.