L e parole di Paulo Fonseca dopo Milan-Stella Rossa di mercoled¨Ź scorso sono state forti, pesanti, dure. E hanno avuto lĄŻeco che probabilmente il tecnico rossonero si aspettava. Il messaggio sar¨¤ stato recepito? Forse. Quel che ¨¨ sicuro ¨¨ che Fonseca lo ha consegnato, anche con maniere forti, come spesso capita quando si espone non sentendosi evidentemente rispettato: era successo nei confronti dellĄŻarbitraggio dopo la gara di campionato contro lĄŻAtalanta ("LĄŻarbitro ha guidato la partita contro il Milan", aveva sostenuto a caldo), ¨¨ successo mercoled¨Ź dopo la sfida di Champions League. Vinta allĄŻultimo respiro dai rossoneri, s¨Ź, ma con troppe difficolt¨¤ e un atteggiamento che allĄŻallenatore del Diavolo non ¨¨ piaciuto per niente. Tanto da affermare di essere "triste, non arrabbiato. Perch¨Ś io lavoro tutti i giorni per fare bene, ma non so se nella nostra squadra tutti possono dire questo: sono stanco di lottare contro queste cose, avere la sensazione di non fare di tutto per vincere ¨¨ la peggiore possibile". Questione di feeling, che evidentemente con lo spogliatoio rossonero non ¨¨ mai sbocciato pienamente. Soprattutto considerando qualche scena vista in avvio di stagione, con il picco raggiunto nel cooling break (che sapeva di time-out) della gara contro la Lazio a cui Rafael Leao e Theo Hernandez decisero di non partecipare. Ma chi meglio di Fabio Capello, che lĄŻambiente rossonero lo ha vissuto da protagonista tra il 1981 e il 1996, pu¨° interpretare lo sfogo del tecnico del Diavolo??
intervista
Capello: "? un Milan pigro, non vedo grinta. Fonseca, parole forti: non ¨¨ tranquillo"
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