2-1 a san siro
Abraham, ¨¨ un gol pesantissimo: il Milan batte la Stella Rossa, ¨¨ quasi ai playoff
Una partita che a un certo punto era diventata grigia come le maglie del Milan, ¨¨ tornata a essere improvvisamente verde come la carta d¡¯identit¨¤ di Francesco Camarda. Il Diavolo conquista la quarta vittoria di fila in questa Champions - ultimo filotto di queste dimensioni tra febbraio e aprile 2005 -, ed ¨¨ ad un soffio dai playoff, ma allo stesso tempo mantiene vivo l¡¯obiettivo di qualificarsi direttamente agli ottavi, e lo fa nel segno di Camarda. Il gol della vittoria ¨¨ firmato da Abraham, ma ¨¨ propiziato da un colpo di testa di Francesco, con palla deviata da Gutesa sulla traversa e carambolata sui piedi di Tammy. Anche per stavolta Camarda deve rinviare l¡¯appuntamento col gol ¨C in Champions sembra davvero una maledizione -, ma il suo ingresso ¨¨ decisivo per piegare la Stella Rossa. La sfida con l¡¯altro talento serbo, il 17enne Maksimovic, partito titolare, l¡¯ha vinta sicuramente lui.
le scelte
¡ª ?Il nodo che maneggiava Fonseca negli ultimi giorni riguardava quale forma dare alla sua squadra in assenza di Pulisic. La scelta ¨¨ caduta su Loftus-Cheek, quella pi¨´ acquisita nel tempo. E poi, nel nome sacro dell¡¯equilibrio, a destra c¡¯¨¨ finito anche stavolta Musah, che alle spalle per¨° aveva Calabria e non Emerson. Davanti a Maignan confermati Gabbia e Thiaw: la coppia centrale di riferimento adesso sono loro. Milojevic in avanti si ¨¨ affidato al talento 17enne Maksimovic, alle spalle del senegalese Ndiaye (11 gol in stagione) e nel suo 4-2-3-1 ha piazzato in mediana l¡¯ex Krunic.
leao anche regista
¡ª ?Fonseca aveva chiesto espressamente a Loftus-Cheek di fare il Pulisic, ma sarebbe come pretendere da Leao di fare il mediano: ci si pu¨° anche provare, ma non ¨¨ il suo. ¡°Rubs¡± ha un altro passo e un altro approccio alla materia, e se a questo ci aggiungiamo Musah, sicuramente pi¨´ estroverso con la palla fra i piedi ma non esattamente un fine dicitore, ecco in parte spiegate le difficolt¨¤ offensive del Milan per gran parte del primo tempo. In altre parole, il carico tecnico e di fantasia era tutto sulle spalle di Leao, che si ¨¨ acceso a intermittenza ma quando l¡¯ha fatto ha seminato il panico. Un Leao che si conferma tirato a lucido da Fonseca, che lo sta trasformando tatticamente: pi¨´ dentro il campo, pi¨´ dentro la manovra, a volte con compiti da regista addirittura sulla linea di centrocampo. L¡¯evoluzione ¨¨ decisamente interessante. E queste sono le cose belle. Poi ci sono quelle meno belle, ovvero un Milan per lunghi tratti del primo round troppo lento e macchinoso nella manovra, recidivit¨¤ plurima sotto questo aspetto. Scene tristemente viste e riviste: portatore di palla che non sa come liberarsene perch¨¦ nessun compagno tenta un movimento. Insomma, un Diavolo che si era auto-incartato nonostante la pochezza tecnica della Stella Rossa: errori in uscita, ma anche nel giro palla, del tutto fuori contesto per essere Champions. Ai serbi per¨° va il merito di aver comunque provato a giocarsela, senza parcheggiare file di autobus in area. Il Milan, anzi, deve ringraziare la traversa ¨C sinistro di controbalzo di Maksimovic con la difesa rossonera immobile a osservare ¨C se la porta non capitola dopo diciassette minuti.
nuovo spartito
¡ª ?Una sagra dello sbaglio dove si ¨¨ accomodato pi¨´ volte anche il Milan, fino al momento della svolta. Ci¨° che all¡¯orizzonte sembrava un doppio nuvolone gonfio di pioggia ¨C tra il 26¡¯ e il 29¡¯ fuori per infortunio Loftus-Cheek (adduttore) e Morata (flessore), dentro Abraham e Chukwueze - si ¨¨ invece rivelato uno stimolo per la testa e un nuovo spartito per il gioco (con Musah dirottato obbligatoriamente al centro della trequarti) perch¨¦ Abraham ha acceso la luce immediatamente - colpo di testa e punizione entrambi fuori per centimetri - e poco prima dello scadere il Diavolo ¨¨ passato: lancio lungo morbido e preciso di Fofana per Leao, stop deluxe di destro e sinistro sotto la traversa. Tutto molto bello. La ripresa, per¨°, invece di restituire una squadra che aveva ritrovato convinzione, ha generato nel Milan timori esagerati sotto la spinta della Stella Rossa, che ha fatto quanto di pi¨´ logico ci si potesse attendere: alzare il baricentro per avvicinarsi alla porta. E i rossoneri si sono fatti spaventare (al 47¡¯ murata di Maignan su Mimovic), perdendo sicurezze e distanze. Rintanati negli ultimi venti metri. Il momento cruciale della ripresa ¨¨ un errore clamoroso di Abraham, che a porta spalancata ha tirato sulla schiena di Djiga, caduto a terra. Il due a zero che avrebbe chiuso il match ¨¨ cos¨¬ diventato uno a uno: il neo entrato Radonjic ruba palla all¡¯ingenuo Musah, prende la mira senza che nessun rossonero si disturbi ad accorciare (Thiaw, in particolare) e supera Maignan di sinistro. Quando tutto sembra mestamente finito, entra in scena Camarda: minuto 87, cross di Chukwueze per la testa di Francesco, smanacciata di Gutesa sulla traversa, e palla ad Abraham, che buca una porta piena di traffico. Il Var controlla (trattenuta di Tammy a un avversario) e poi d¨¤ luce verde. Il Milan vede i playoff e resta in corsa per i primi otto posti, e lo deve anche a Camarda.
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