Alla consegna del Premio Liedholm il direttore dell’area tecnica rossonera ammette che il brasiliano ¨¨ vicino: “Avremo tempo di parlarne, deve ancora giocare 10 partite in Brasile ed ¨¨ in lotta per il titolo”
Leonardo, 49 anni. Lapresse
Ormai da oltre due mesi Leonardo ¨¨ il direttore dell’area tecnica del Milan. Nelle ultime ore si ¨¨ parlato tanto dell’arrivo a gennaio di Lucas Paquet¨¤ in rossonero e dietro sembra esserci il suo zampino. Al momento del ritiro del Premio Liedholm, a Fubine in provincia di Alessandria, il dirigente milanista ha commentato cos¨¬ il colpo: “Abbiamo un accordo di base con il Flamengo, ma il mercato apre 3 gennaio e l’ufficialit¨¤ non pu¨° esserci. L’affare comunque ¨¨ concluso. Sui social? Io seguo tutti, mi piace curiosare e quindi seguo anche Lucas. Avremo tempo di parlarne, deve ancora giocare 10 partite in Brasile ed ¨¨ in lotta per il titolo”. Poi il discorso si sposta su Ibrahimovic: “Con lui c’¨¨ un legame anche personale. Siamo stati insieme al Psg, abbiamo costruito un rapporto e non escludo di averci fatto un pensiero quando siamo arrivati perch¨¦ ¨¨ un giocatore che trascina gli altri anche a 37 anni. Attualmente il mercato ¨¨ chiuso, non dobbiamo pensarci, il nostro obiettivo ¨¨ continuare con una crescita graduale e tornare ad alti livelli”.
NUOVA VITA —
Poi Leonardo ha fatto il punto sulla sua ennesima vita in rossonero: “? stata una scelta dettata dalle emozioni, un po’ come ho fatto in passato perch¨¦ nella mia vita ¨¨ sempre stato difficile programmare qualcosa. Quella di aver ricoperto diversi ruoli rappresenta una ricchezza per capire i limiti di ciascuno nel mondo del calcio: giocatori e allenatori vincono le partite, i dirigenti i campionati. La societ¨¤ deve essere equilibrata, guardare a lungo termine con la forza delle proprie idee. Ho fatto sei anni da assistente di Adriano Galliani: ¨¨ questa la mia vera universit¨¤, quel Milan era una macchina perfetta di organizzazione e valori”.
I GIOVANI —
Poi un accenno sui giovani rossoneri: “Il Milan ora ha una rosa fatta di tanti giocatori del settore giovanile, ma i ragazzi oggi sono troppo sotto pressione. Non ¨¨ facile trovare in loro un senso di appartenenza al club e se questo manca vuol dire che stiamo sbagliando tutto”. Infine una battuta sul premio Liedholm, finito ancora una volta a un rossonero come accaduto in passato con Ancelotti, Paolo Maldini e Donadoni: “Io sono sempre stato un bravo ragazzo, ma forse ¨¨ stato un limite a un certo punto. Adesso riesco a far uscire chi sono davvero. Liedholm invece ha lasciato un segno indelebile, anche con la sua ironia, che invece a me manca completamente”.
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