Il "Ragno Nero" gioc¨° con Udinese, Roma e Brescia, prima di abbracciare il Milan "a fine carriera" con cui invece vinse anche la Champions
Il Ragno Nero non vola pi¨´. Fabio Cudicini si ¨¨ spento ieri a Milano. Aveva 89 anni. Era un portiere triestino alto (1,91), elegante, gentile e ironico. Indossava una calzamaglia nera. Lo chiamavano il Ragno Nero. Aveva giocato con Udinese, Roma e Brescia. Poi a 32 anni, ("A fine carriera"), era andato al Milan. Gioc¨° invece altre cinque stagioni e vinse tutto: scudetto, Coppa Italia, Coppa delle Coppe, Coppa Campioni e Intercontinentale.
lanciavano frecce
¡ª ?La leggenda del Ragno nasce a Manchester, Old Trafford, il 15 maggio 1969. Semifinale di Coppa dei Campioni. All¡¯andata a San Siro il Milan vince 2-0 (Sormani, Hamrin), il ritorno diventa la notte del grande Cudicini. Ricorder¨¤: "C'era un rumore continuo, sordo e quella gente fuori di testa. Mi scaraventavano addosso di tutto, lanciavano dei listelli con ganci di acciaio come frecce. Si conficcavano nel terreno davanti alla mia porta. Qualcuno sbatteva sulla schiena e rimbalzava. Il Manchester attaccava e io cercavo di togliere le frecce. Avevo paura di buttarmi a terra, potevo rovinarmi. S¨¬, avevo la calzamaglia e anche la panciera Gibaud. Io di schiena non sono mai stato molto bene. Ma di lanciarmi in quel mare di ganci non me la sentivo. Poi mi ¨¨ arrivata una specie di bobina di filo di ferro. Mi ha colpito e sono quasi svenuto. ? arrivato il dottor Monti: 'Fabio, te la senti?'. Non capivo niente. 'Fabio, il portierino Vecchi ha vent¡¯anni...'. Mi alzai pieno di dolori. S¨¬, d¨¤i, ce la faccio, ce la faccio...". Notte buia e tempestosa: Roberto Rosato, stopper "Faccia d¡¯Angelo", ¨¨ aggredito da "quella carogna" di Nobby Stiles, detto Nosferatu, e perde due denti. "Ce la fai, Robi?", chiede il dottor Monti. E lui: "Non ¨¨ niente, sono solo due denti". Il "vecchio" Milan di Nereo Rocco perde "soltanto" uno a zero e Cudicini para tutto: palloni, scarpe, biglie, ganci di ferro, rotoli di carta igienica e rotoloni di ghisa. Indossa una pesante calzamaglia nera, ¨¨ magrissimo, nervosissimo e bravissimo. Dopo la buia e tempestosa notte di Manchester, Matt Busby, il tecnico dei Red Devils, dir¨¤: "In campo c¡¯era Spider Man, non ¨¨ stato possibile fare di pi¨´. Avevamo gi¨¤ visto questo portiere con il Celtic. Fantastico, abbiamo pensato: ¨¨ come Jascin, un grande ragno vestito di nero. Abbiamo per¨° anche pensato: noi siamo il Manchester e i ragni, tutti i ragni, possiamo schiacciarli e bruciarli. E invece ci siamo sbagliati. I grandi portieri cambiano i tempi delle partite. Lui lo ha fatto e vincer¨¤ la Coppa dei Campioni". La profezia di Sir Matt Busby si avvera: 13 giorni dopo, Cudicini ¨¨ campione d¡¯Europa, a Madrid contro l¡¯Ajax (4-1) e rester¨¤ per sempre il Ragno Nero. Nereo Rocco dir¨¤ di Fabio: "Xe el mio mona de Longo, certe volte la sua bravura mi stufa".
nessuna differenza
¡ª ?Cudicini, brillante e ironico conversatore, racconter¨¤: "Per Rocco ero il Longo e basta. Si giocava in un Milan particolare, bello e affascinante, noi eravamo maturi e sereni. Ci si divertiva e si lavorava bene, tutti. Allenamenti pesanti, campi duri, barbera e partite a carte. C¡¯erano el Paron e Gianni Rivera. Rocco di Rivera diceva sempre: 'El Gianni xe i miei oci'. I suoi occhi, in campo. Lo adorava, Gianni era un suo figlio, era 'il calcio'. Quando sbagliava in allenamento il Paron diceva: 'Se sbaglia Gianni, xe la fine del balon'. Abbiamo vinto tanto e bene". ? ormai il Ragno, ma per Rocco resta il Longo. Fabio ricorder¨¤: "Il Paron mi chiamava anche Rosenthal, perch¨¦ diceva che ero delicato come una ceramica. Questo nei momenti tranquilli. Ma io ero triestino come lui e questo non mi ha certo aiutato: Rocco non voleva far vedere che faceva differenze. E allora gi¨´ con allenamenti pesanti, durissimi. Ci sono stati giorni in cui mi ha fatto piangere dalla rabbia. Nessun privilegio, anche con Saul Malatrasi, che era di Rovigo. La verit¨¤ ¨¨ che Rocco era un uomo buono e giusto, ma anche duro".
quel giorno in trattoria
¡ª ?Il pap¨¤ di Fabio Cudicini, Guglielmo, scomparso a 104 anni, aveva giocato, difensore, nella Triestina con Rocco. Ma il Paron e il Longo si incontrano, per caso, molto tempo dopo, quando Fabio a 32 anni ¨¨ sul viale del tramonto, in una bella trattoria sul Carso. Il ricordo ¨¨ dolce: "Io ero con la mia famiglia, lui con i suoi. Abbiamo pranzato e poi scherzato. Quel giorno sulle montagne del Carso il Paron mi dice: 'Ci¨°, te voi venir a zogar nel Milan?'. Stupore. Ero un po¡¯ vecchio e mi arrangiavo nel Brescia. Risposi: 'Signor Rocco, lei ha una parona che comanda in casa. Ma anch¡¯io. Dobbiamo chiederlo a lei...'". E la moglie, la pratica signora Serena, al volo: ?A Milano? Dice sul serio, Paron? Di corsa, ci vengo. Anzi, torniamo subito a Trieste, prepariamo le nostre cose e ripartiamo".
leggenda rossonera
¡ª ?Fabio Cudicini diventa il portiere "del Milan dei giocatori alla frutta". Vecc, dice qualcuno a Milano. Cio¨¨ bolliti. Ma solo sulla carta... Quei "vecchietti terribili" vinceranno tutto. L¡¯apoteosi nel 1969: l¡¯uomo va sulla Luna, il Milan sale nei cieli pi¨´ alti del calcio. E quel Longo, serio, educato e "troppo bravo", entra nella storia e nella leggenda rossonera. Lascia a 37 anni, nel 1973. Lavorer¨¤ sino a pochi anni fa, assieme a suoi figli Stefano, Susanna e Carlo (che ha giocato in porta anche nel Milan e nel Chelsea) nel campo dei rivestimenti tessili. La sua azienda diventer¨¤ leader nel settore.
? RIPRODUZIONE RISERVATA