Il tecnico rossonero ha trovato il modo di far ripartire la squadra con tre interventi: recuperare chi l'anno scorso non giocava, puntare sulle forze fresche e riportando ordine nello spogliatoio
Gattuso dirige l'allenamento del Milan. LaPresse
Nella nuova vita da allenatore Rino Gattuso ha chiesto di non essere giudicato come nella precedente: a cuore e grinta, la marca del giocatore, ha aggiunto idee e sviluppo di gioco. L’indole da mediano ¨¨ rimasta nell’approccio al lavoro e nel tentativo di trasmettere alla squadra i suoi valori, ma Rino ha sempre rivendicato altro: "Quella del duro ¨¨ un’etichetta che mi porto dietro da quando giocavo, oggi sono chiacchiere da bar" si lament¨° a febbraio scorso dopo aver piegato la Samp di Giampaolo. Gattuso ¨¨ dunque anche altro: la traccia del suo calcio ¨¨ ormai riconoscibile, significa aver saputo trasferire dalla lavagna al campo i suoi concetti di gioco. E non ¨¨ tutto: in almeno altri tre ambiti d’intervento Rino si sta dimostrando preparato. Abile nel recuperare le seconde linee, nel lavoro sui giovani e infine nella gestione delle gerarchie. Esempio della prima capacit¨¤ ¨¨ Mateo Musacchio, che l’allenatore ha riproposto titolare nelle prime due di campionato senza doversene dolere. Prova della seconda qualit¨¤ ¨¨ "Tim¨´" Bakayoko, su cui Gattuso continua a lavorare. Infine Cutrone, che pu¨° essere considerato una garanzia d’applicazione e servizio alla squadra. L’ultimo mercato gli ha affiancato Higuain, padrone indiscusso dell’area: in futuro potranno magari coabitare, nel frattempo la zona ¨¨ allestita per un unico inquilino.
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