L'ex allenatore rossonero parla a un anno dall'esonero: "Non ho pi¨´ sentito Rino, ha toccato le mie competenze. Dovevo lasciare dopo la Supercoppa vinta, non c'era pi¨´ fiducia in me"
Vincenzo Montella dice la sua. A un anno dall'esonero sulla panchina del Milan, il tecnico campano si confessa in una intervista ad Alessandra Gozzini sulla Gazzetta in edicola oggi. Da Gattuso e le polemiche sulla preparazione atletica a Bonucci, la societ¨¤ e il futuro, Montella dice tutto. Eccovi alcuni passaggi dell'intervista:
Montella, il suo esonero arriv¨° dopo un pari: ¨¨ l’unico motivo di rimpianto?
"No. Uno perch¨¦ ci furono pi¨´ occasioni per poter vincere, e due perch¨¦ dai dirigenti non c’era pi¨´ fiducia, ed era palese da tempo. Il mio errore pi¨´ grave fu assecondare la societ¨¤ nel modo di rivolgersi alla gente: si crearono aspettative enormi. O comunque troppo grandi per una squadra che partiva con undici giocatori nuovi, molti senza una storia da Champions League. Dovevamo tenere un profilo molto pi¨´ basso. Mi ¨¨ rimasta la sensazione di un lavoro incompiuto: avremmo potuto crescere insieme e invece non c’¨¨ stato il tempo".
"No. Uno perch¨¦ ci furono pi¨´ occasioni per poter vincere, e due perch¨¦ dai dirigenti non c’era pi¨´ fiducia, ed era palese da tempo. Il mio errore pi¨´ grave fu assecondare la societ¨¤ nel modo di rivolgersi alla gente: si crearono aspettative enormi. O comunque troppo grandi per una squadra che partiva con undici giocatori nuovi, molti senza una storia da Champions League. Dovevamo tenere un profilo molto pi¨´ basso. Mi ¨¨ rimasta la sensazione di un lavoro incompiuto: avremmo potuto crescere insieme e invece non c’¨¨ stato il tempo".
Accett¨° o le fu imposta la fascia di capitano a Bonucci?
"Gliel’aveva promessa la societ¨¤. Io lo chiamai al telefono e gli dissi che si pu¨° essere leader anche senza fascia. La societ¨¤ mi costrinse a scegliere un giocatore del nuovo corso, e poteva anche essere giusto. Pensai a Leo e Biglia, che non fu proprio entusiasta dell’idea".
"Gliel’aveva promessa la societ¨¤. Io lo chiamai al telefono e gli dissi che si pu¨° essere leader anche senza fascia. La societ¨¤ mi costrinse a scegliere un giocatore del nuovo corso, e poteva anche essere giusto. Pensai a Leo e Biglia, che non fu proprio entusiasta dell’idea".
Al suo posto fu promosso Gattuso. L’ha mai chiamata?
"No. Non ci siamo mai sentiti. Ho solo voluto dirgli che stava sbagliando a insistere sulla preparazione atletica nelle sue interviste, si stava esagerando su un aspetto che mi tocca profondamente. Lui sta facendo bene ma non ¨¨ giusto toccare le mie competenze. Ho cinque-sei anni di esperienza in pi¨´ di Serie A, penso di avere conoscenze maggiori di chi dice certe cose: dati alla mano sfido chiunque in un confronto pubblico sul tema. Un conto ¨¨ quanto corri, un altro l’intensit¨¤ che ci metti".
"No. Non ci siamo mai sentiti. Ho solo voluto dirgli che stava sbagliando a insistere sulla preparazione atletica nelle sue interviste, si stava esagerando su un aspetto che mi tocca profondamente. Lui sta facendo bene ma non ¨¨ giusto toccare le mie competenze. Ho cinque-sei anni di esperienza in pi¨´ di Serie A, penso di avere conoscenze maggiori di chi dice certe cose: dati alla mano sfido chiunque in un confronto pubblico sul tema. Un conto ¨¨ quanto corri, un altro l’intensit¨¤ che ci metti".
Anche Rino ha rischiato l’esonero: sarebbe stata la sua vendetta?
"In vita mia non ho mai gioito per una disgrazia altrui. Resto concentrato su di me, mi sarebbe interessato poco o niente".
"In vita mia non ho mai gioito per una disgrazia altrui. Resto concentrato su di me, mi sarebbe interessato poco o niente".
In bacheca resta la Supercoppa Italiana vinta a Doha.
"Razionalmente sarei dovuto andar via dopo quella vittoria. Ma al Milan ero e sono legato e grato. La voglia di continuare era troppa, come l’orgoglio di aver sollevato un trofeo contro una squadra imbattibile, e la lucidit¨¤ poca. Dico ancora grazie a Galliani per avermi scelto, e a Fassone e Mirabelli per avermi confermato. Ho saputo solo dopo che c’erano dubbi su di me, anche se dovevo leggere prima i messaggi di scarsa fiducia che filtravano tra le righe".
"Razionalmente sarei dovuto andar via dopo quella vittoria. Ma al Milan ero e sono legato e grato. La voglia di continuare era troppa, come l’orgoglio di aver sollevato un trofeo contro una squadra imbattibile, e la lucidit¨¤ poca. Dico ancora grazie a Galliani per avermi scelto, e a Fassone e Mirabelli per avermi confermato. Ho saputo solo dopo che c’erano dubbi su di me, anche se dovevo leggere prima i messaggi di scarsa fiducia che filtravano tra le righe".
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Alessandra Gozzini
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