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Joao non ¨¨ Felix: dallo scavetto all'anonimato. Nel suo futuro pi¨´ Chelsea che Milan
Troppe volte, ormai, a capo chino. A mangiucchiarsi la maglia dalla rabbia. Oppure con le mani sui fianchi o sopra la testa, immerso in chiss¨¤ quali pensieri. Joao ¨¨ sempre Joao, ma non ¨¨ pi¨´ Felix. Almeno per ora. Il momento magico ¨¨ evaporato nello spazio delle prime due partite, lasciando in eredit¨¤ un angosciante senso di incompiutezza. Joao fagocitato un po' dal tritacarne milanista generale, che risucchia tutto e tutti come un buco nero, e un po' dal lato oscuro di se stesso, che lo ha accompagnato negli ultimissimi anni negandogli il definitivo salto di qualit¨¤. E pensare che si era partiti dal paragone - blasfemo, col senno del poi - con Kak¨¤.
poche giocate
¡ª ?Il cammino di Joao a Milanello ¨¨ una parabola discendente, partita altissima con il gol al debutto, in Coppa Italia contro la Roma (voto 7,5 in pagella: "Disegna calcio"), diventato un 6,5 a Empoli ("Inconcludente per 45 minuti, solido e lucido nella ripresa"), abbassatosi a 5,5 a Rotterdam ("Non riesce a trovare la posizione giusta"), fino al 4,5 di Bologna ("Non incide e gli errori sono davvero troppi"). Nei suoi 61 minuti al Dall'Ara, il portoghese ha giocato 23 palloni. Una miseria, per un giocatore che deve cucire i reparti e generare gioco. Per dire: con la Roma ne aveva toccati 30 in met¨¤ tempo (31'), a Empoli 53 in 83 minuti. Insomma, era nel vivo del gioco, come gli richiede il ruolo. Era. Adesso, non riesce pi¨´ a farsi dare palla e il pi¨´ delle volte in cui la maneggia, ¨¨ lento nell'esecuzione.
squadra fragile
¡ª ?Molto, sicuramente, dipende dai compagni, dal flusso di gioco generale che non brilla per velocit¨¤ e quantit¨¤ di soluzioni, senza contare che Joao ¨¨ giocatore di possesso e di costruzione, mentre il Milan di Concei?ao ¨¨ una squadra verticale che gioca sulle ripartenze e non sul controllo del pallone. Resta un peccato, resta un grande spreco perch¨¦ Felix ha 25 anni e questo nelle intenzioni di tutti doveva essere il semestre del rilancio. La vetrina europea per¨° ¨¨ terminata nel peggiore dei modi e ritrovarsi nel contesto di una squadra fragile mentalmente e incerta tatticamente ovviamente non lo aiuta. Anche se in questi casi sarebbe lecito attendersi un aiuto robusto proprio dagli uomini di maggior qualit¨¤.
"calciatore di magia"
¡ª ?Era arrivato come la ciliegina di mercato sulla gustosa torta sfornata a gennaio dal club. Una sorta di valore aggiunto, per regalare a Concei?ao qualit¨¤ supplementare. Dopo Roma e Empoli il mondo rossonero stava gi¨¤ iniziando a pensare come tenersi stretto Joao, arrivato in prestito secco dal Chelsea e quindi teoricamente senza appigli a cui il Milan avrebbe potuto aggrapparsi a giugno. "Dipende da noi, da lui, c'¨¨ sempre una possibilit¨¤. Col Chelsea abbiamo veramente un bel rapporto, vediamo in estate", aveva detto il d.t. Moncada all'inizio dell'avventura. E Ibra, nel giorno della presentazione del numero 79, lo aveva raccontato cos¨¬: "Cercavamo un giocatore che creasse situazioni per fare la differenza. ? un calciatore di magia e questa non ¨¨ una cosa che impari: o ce l¡¯hai, o no. Speriamo diventi una leggenda anche lui. Concei?ao ha spinto per averlo. Per¨° dev¡¯essere pi¨´ cattivo davanti alla porta. Un paragone con un giocatore del passato? Dico Kak¨¤". Investitura che adesso stride parecchio. Concei?ao ha confermato di avere un debole per lui, schierandolo sempre titolare dalla Roma in poi. Scelte che agli occhi di buona parte della tifoseria hanno fatto diventare Joao una sorta di "cocco", di raccomandato. Mentre un'altra fetta cospicua di tifosi lamenta il fatto che Felix depotenzi Reijnders, "costringendolo" a giocare in mediana e non sulla trequarti. Insomma, situazione delicata e futuro fosco: ora come ora, che il Milan in estate possa sedersi al tavolo col Chelsea per discutere di Joao, appare un esercizio di fantasia.
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