Il confronto con le altre formazioni che vinsero la Champions. Brio e Tacconi: "Nell’85 eravamo il top". Torricelli e Di Livio: "La nostra grinta nel ‘96 era unica"
Dopo sette lunghi anni di tirannia domestica, dopo due scalate europee con scivolone all’ultimo metro ma, soprattutto, con un extraterrestre piazzato l¨¬ in mezzo all’attacco, la domanda ¨¨ legittima: sta nascendo la Juventus pi¨´ forte di sempre? Se lo chiedono i tifosi sui Social, la domanda rimbalza nei bar e, in fondo, ¨¨ conseguenza della crescente Ronaldo-mania. Per arrampicarsi oltre ogni immaginazione, questa Juve dovr¨¤ stampare sul petto una Champions – da qui non si scappa – e per questo ¨¨ meglio metterla in controluce con le unice due squadre riuscite a centrare l’ossessione bianconera. Certo, ci sarebbe anche l’epopea di Charles-Sivori-Boniperti fra i ‘50 e i ‘60, ma ¨¨ l’Europa la cartina di tornasole: quindi meglio la creatura che prende vita attorno a CR7, la corte di campioni del Mondo ai piedi di Platini o i muscoli e il coraggio dei guerrieri di Lippi? Nel giorno in cui il marziano ¨¨ arrivato (per restare) si pu¨° azzardare una risposta.
verso la leggenda —
Impossibile paragonare davvero epoche diverse e poi qui si gioca con i sentimenti: chi ha vinto col Trap o con Lippi ¨¨ legato per la vita alla propria truppa. "E poi noi abbiamo gi¨¤ conquistato quella Coppa, loro devono ancora riuscirci; noi abbiamo fatto la storia, loro la devono ancora fare: in potenza possono davvero essere la Juve migliore, ma saranno i fatti a dare conferma", dicono in coro sia Sergio Brio, campione d’Europa ‘85, sia Moreno Torricelli, campione nel ‘96. Ognuna delle due formazioni conserva, comunque, peculiarit¨¤ uniche e chi c’era ci tiene a ribadirlo: "Noi in ogni ruolo avevamo i migliori, la cantilena che inizia con Tacconi e finisce con Boniek la conoscono tutti – aggiunge Brio –: questa ¨¨ leggenda, ma Allegri pu¨° arrivare allo stesso livello quest’anno. Forse noi eravamo forse pi¨´ “pronti” per quel traguardo: il nostro Cristiano si chiamava Michel, non dimentichiamolo". Quella delle seconda Champions, invece, fu una vertigine diversa, pi¨´ improvvisa. Sorprese tutti e costru¨¬ un dominio feroce nel Continente, anche se fu risucchiata nel buco nero delle finali perse. "Presi singolarmente forse eravamo meno forti, ma lo spirito di quella squadra non l’ho pi¨´ visto: in cima all’Europa si arriva solo cos¨¬, correndo e aiutandosi come facevamo noi", continua Torricelli. Con un ammonimento che poi, forse, ¨¨ la vera differenza tra i suoi tempi luminosi e questi un po’ pi¨´ grigi: "Ronaldo cambier¨¤ le cose, anche se da solo non basta per migliorare il sistema, ma negli anni 90 il campionato italiano era al top e ci preparava per essere pi¨´ forti anche oltre confine". Angelo Di Livio, altro eroe a Roma ‘96, la pensa pi¨´ o meno alla maniera del vecchio compagno di fascia: "Vialli ci trascinava e noi lottavamo. Vedo in questi ragazzi lo stesso spirito. Lo conservino e possono davvero farcela perch¨¦ i presupposti sono ottimi...". Per Brio, invece, ¨¨ necessario un ulteriore sforzo di mercato e non ¨¨ un nuovo acquisto: "Ronaldo da solo non porter¨¤ la Champions, bisogna tenere Higuain e affiancarglielo assieme a Dybala. E poi non riprenderei Bonucci: i tifosi vanno rispettati, sono la linfa vitale di una squadra, lo erano ai miei tempi e lo sono pure adesso".
la ricetta —
Forse non ¨¨ nelle differenze, ma nelle similitudini che occorre soffermarsi. Stefano Tacconi, altro soldato del Trap, vede infatti una linea di collegamento, un filo che annoda le tre epoche. "N¨¦ Platini n¨¦ Del Piero n¨¦ Ronaldo vincono da soli: alla Juve si ragionava, si ragiona e si ragioner¨¤ sempre da squadra, anche quando hai il migliore del mondo". E ancora: "Non so se questa diventer¨¤ la Juve pi¨´ grande, ma adesso ¨¨ davvero la migliore d’Europa. E gli altri lo sanno". Certo, servir¨¤ finalmente spazzare via l’ossessione e Di Livio, che a Roma 22 anni fa ballonzolava con la Coppa in mano, suggerisce una ricetta. Una e una sola: "Si chiama Ronaldo, pu¨° allontanare la frustrazione e anche quel po’ di sfortuna che accompagna la Juve da troppi anni".
Filippo Conticello
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