Juve, il pagellone del campionato: Chiesa 8, ¨¨ l’anima del gruppo. E CR7...
Dopo nove anni di dominio sportivo, oltre al passo economico ben superiore alla concorrenza, costruendo la dinastia pi¨´ vincente di sempre del calcio italiano, anche cambiando pelle pi¨´ volte, ¨¨ stato obiettivamente un anno diverso. Lo ¨¨ stato dal punto di vista tecnico, nella scelta di un allenatore esordiente nell’anno in cui non c’era neppure il precampionato e nella difficolt¨¤ di soddisfarne le richieste di giocatori, oltre alla debolezza di alcuni reparti (centrocampo) figlia di valutazioni di mercato rivelatesi non centrate. E poi quello che ¨¨ successo fuori dal campo, dai comportamenti di Ronaldo al festino a casa McKennie, per non parlare del caso Suarez e del caos Superlega. Altri anni erano andati oggettivamente meglio.
Arrivato con visioni audaci, pur di inseguirne la fascinazione ha avuto il coraggio di crederci e non accontentarsi della praticit¨¤ immediata, a scapito dei risultati. Che lo hanno messo subito di rincorsa, a dover colmare un divario incolmabile senza continuit¨¤: mai pi¨´ di tre vittorie. E anche senza continuit¨¤ sul piano di un’identit¨¤ tattica raggiunta solo a fine anno attorno a un 4-4-2 un po’ pi¨´ pragmatico. A inventarsi giocatori in ruoli nuovi, mossa spesso figlia della necessit¨¤ e non per fare il fenomeno, le scelte azzeccate sono state pi¨´ di quelle sbagliate. Ha chiuso con scelte forti anche prima di Ronaldo fuori nell’ultima partita: prima era toccato a Dybala, Morata e Bonucci non entrare neanche. La Coppa Italia per¨° non toglie che i risultati abbiano deluso molto pi¨´ di quanto dica l’umore del momento: ha chiuso l’era degli scudetti non chiudendo secondo, ma quarto ringraziando i risultati altrui, e ci si dimentica ormai delle ambizioni europee infrante al primo turno a eliminazione. Con un organico che in Italia non ha pari.