Abbiamo spulciato tra gli elaborati dei due allenatori che domani si giocano il big match Napoli-Juve, e abbiamo scoperto che...
C'¨¨ una foto del marzo 2016 (in alto) in cui Thiago Motta, centrocampista 33enne del Psg, ¨¨ a colloquio con il ct Antonio Conte. Il prato verde ¨¨ quello di Coverciano e da l¨¬ a tre mesi il secondo avrebbe consegnato al primo la maglia numero 10 dell'Italia con cui ha giocato l'Europeo di quell'estate in cui (quasi) tutto sembrava possibile. Almeno fino ai quarti contro la Germania. Anzi, ai rigori di quella partita che Thiago non ha giocato per squalifica. Un cerchio chiuso e un?auf wiedersehen dallo stesso sapore, amaro.?Chiss¨¤ quante volte Conte avr¨¤ fatto rivedere a Motta quella manata data a Fabregas all¡¯87¡¯ dell'ottavo vinto contro la Spagna - una partita non memorabile per il centrocampista - che gli ¨¨ costata l¡¯ammonizione che gli ha negato la Germania ai quarti.
"niente scuse". i video e l'unit¨¤ del gruppo alla base
¡ª ?Nello spogliatoio di Conte, da ct, in Inghilterra, a Torino, a Napoli, ovunque, il video ¨¨ un inseparabile compagno di sedute. O meglio ¡°l¡¯uso didattico del video¡±, per citare una parte del titolo della tesi con cui ha concluso il corso da allenatore nel 2006 a Coverciano. Vedere e rivedere gli errori aiuta a capirli e le immagini diventano la certezza dell'allenatore che si trova ad avere a che fare con calciatori che "fanno fatica ad accettare la critica e quindi davanti all'immagine dell'errore che hanno commesso non possono trovare scuse". Ma non inganni il tono, contiano nella sua accezione pi¨´ ruvida. Mai dimenticare che in una squadra albergano "personalit¨¤ differenti". Un buono o cattivo esempio riesce a migliorare chiunque, da chi sbaglia a chi osserva. Perch¨¦ alla fine per Conte l'unit¨¤ della squadra ¨¨ tutto, dalla difesa, che "non deve mai pensare a livello individuale", allo "scudo" davanti a questa che non pu¨° essere altro che un "giocatore di grande intelligenza tattica", al rifinitore "imprevedibile e che determina i tempi di giocata" fino alla prima punta "di grande forza fisica".
il pallone come "oggetto affettivo"
¡ª ?Cuore, fulcro, motore e protagonista indiscusso della tesi di Motta invece ¨¨ il pallone. Risorsa pi¨´ che semplice cosa, piuttosto un?"oggetto affettivo" e "strumento di lavoro" utile per leggere il calcio. Basta mettere lui al centro di tutto. Tenerlo, valorizzarlo col possesso. Ma tecnica e tattica si fanno da parte quando entrano in gioco la resilienza e la psicologia.?Nello scritto di Motta viene fuori il concetto di "coping". "Fa riferimento alla modalit¨¤ con cui le persone cercano di gestire eventi traumatici o situazioni quotidiane stressanti - aveva spiegato al Corriere Francesco Riccardo, psicologo citato nella tesi -. Entra in pieno nel ¡°pallone¡±, in quanto la prestazione sportiva ¨¨ fortemente legata alla personalit¨¤ di ogni calciatore, e in base a questa l¡¯individuo pu¨° ricorrere a strategie di coping pi¨´ o meno funzionali, e quindi in grado di interferire con la prestazione, positivamente o negativamente". Insomma, il pallone sviluppa intelligenza emotiva secondo Thiago che nella sua tesi arriva a citare anche Einstein: "Se la logica porta da un punto A a un punto B, l'immaginazione porta dappertutto". L'importante ¨¨ che ci sia anche il pallone.
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