L’ex ¨¨ dietro la scrivania: Tognozzi, braccio destro di Cherubini, ¨¨ “nato” allo Zenit
Dicembre 2010, sede legale dello Zenit: si presenta un giovane italiano pieno di emozione e adrenalina, pronto a firmare il suo primo vero contratto da professionista. Toscano, fare elegante, maturo nonostante la giovane et¨¤ e gi¨¤ profondo conoscitore del calcio internazionale. ? Matteo Tognozzi, oggi il braccio destro di Federico Cherubini, al tempo ventitreenne. Seppur giovanissimo, ha gi¨¤ svolto le mansioni di direttore sportivo al Pontedera, in Serie D, mentre nel Cuoiopelli - dove Max Allegri ha cominciato la sua carriera da calciatore nella stagione 1984/1985, quando lui non ¨¨ ancora nato - ¨¨ stato il responsabile del settore giovanile, con la prima squadra nell’ex C2.
DALLO ZENIT
¡ªL’opportunit¨¤ allo Zenit giunge grazie alla fiducia di Luciano Spalletti, che nella stagione precedente aveva gi¨¤ coinvolto il pap¨¤ per fare l’osservatore: per Matteo il calcio ¨¨ un affare di famiglia, da vivere con estrema passione e altrettanta professionalit¨¤. Matteo concilia il suo primo incarico con gli studi - perch¨¦ frequenta ancora la Facolt¨¤ di Lingue e letterature straniere dell’Universit¨¤ di Pisa - ma ha ben chiara la sua missione russa: aiutare il gruppo di lavoro formato dal tecnico toscano con il suo inglese gi¨¤ fluente e cominciare a misurare ad alto livello la forte ambizione di scoprire i talenti prima degli altri.
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Tognozzi assume fin da subito, per merito, un ruolo di prima linea nella nuova organizzazione scouting del club, e partecipa attivamente alla scelta dei calciatori. Un nome su tutti, ancora attuale sulla sponda torinese: Axel Witsel, scelto dal Benfica nell’estate del 2012 perch¨¦ univa caratteristiche fisiche di primo livello, qualit¨¤ tecniche, discreta esperienza internazionale e anche capacit¨¤ di rivendita futura vista la giovane et¨¤. La Juve lo avrebbe preso nel 2016 (ma all’ultimo giorno di mercato non arriv¨° la documentazione necessaria per il suo tesseramento) e nel gennaio 2017 (per una richiesta economica ritenuta eccessiva per un calciatore in scadenza). Ma il suo nome ¨¨ tornato d’attualit¨¤ la scorsa estate e non ¨¨ totalmente da depennare dalla lista dei possibili rinforzi di gennaio.
ALLA JUVE
¡ªL’avventura in Russia terminer¨¤ nel luglio 2014, ma sar¨¤ solo la prima tappa di un lungo percorso che lo porter¨¤ alla Juve diversi anni dopo. Intanto, in una delle sue prime uscite, conosce Fabio Paratici. Sul campo: una sera di fine marzo del 2011, in occasione Ungheria-Olanda, a Budapest. Anche il suo interlocutore ¨¨ al primo anno nel suo nuovo club, la Juventus appunto, dopo aver dimostrato gi¨¤ grande abilit¨¤ nel ruolo alla Sampdoria. Il rapporto tra i due nasce in quella occasione e si svilupper¨¤ negli anni a seguire, fino alla sua collaborazione con la Signora che nasce ufficialmente nell’estate del 2017.
Tra le altre, mette a disposizione le sue conoscenze del calcio sudamericano, apprese proprio ai tempi dello Zenit: Israel, Soul¨¦ e Kaio Jorge, giusto per menzionare qualche operazione di suo pugno. Nell’estate del 2018 si occupa anche del progetto seconda squadra, dando forma alla prima rosa dell’Under 23 insieme a Claudio Chiellini (ora direttore sportivo al Pisa, in Serie B). E si fa apprezzare dal responsabile Federico Cherubini, che dalla scorsa estate gli ha affidato maggiori compiti nell’area scouting bianconera. Per lui il match contro lo Zenit sar¨¤ chiaramente speciale: un ritorno alle origini, per ricordare il punto di partenza di una strada che ¨¨ ancora lunga, un momento utile per consolidare ulteriormente le ambizioni future.
INSIEME A MANNA
¡ªL’altro braccio operativo di Cherubini, che si occupa adesso dell’Under 23, ¨¨ Giovanni Manna, anche lui un giovane direttore in rampa di lancio nella Juve. Di origini cilentane ma trapiantato nel Varesotto, classe 1988 (un anno pi¨´ giovane di Tognozzi) e dal trascorso di livello. Incrocia Gianluca Zambrotta al Chiasso, dopo la sua primissima esperienza al Forl¨¬, dove si occupa principalmente di marketing, e l’ex azzurro lo consiglia l’estate successiva al Lugano che nel frattempo ha chiamato sulla panchina Zdenek Zeman. Si forma sul campo, svolgendo le mansioni di team manager prima e direttore sportivo dopo: anche grazie al suo lavoro attento il club svizzero cresce nel rendimento e a ventinove anni si ritrova in Europa League.
Anche nel suo caso, i rapporti con la Juve nascono prima sul livello di collaborazione esterna (il suo Lugano fu tra i primi a credere nel progetto Club15 ideato da Cherubini qualche anno fa), poi l’opportunit¨¤ nell’estate del 2019 al riconoscimento di tanta competenza e prospettiva nel ruolo. Dopo una bella stagione alla guida della Primavera, la promozione in Under 23: da due anni a questa i risultati sono buoni anche in termini di valore aziendale, ci¨° che fa la differenza in un grande club come la Juve. ? uno di campo, molto bravo nel rapporto con il tecnico e con le giuste intuizioni sul mercato. Fa del dialogo la sua arma migliore per dettare le regole ai calciatori, in un lavoro che giornalmente richiede impegno e fatica. Insieme a Tognozzi ha in mano le chiavi del futuro juventino.
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