Apre Ronaldo, pareggia Bessa: dopo otto vittorie di fila i bianconeri si fermano contro la formazione di Juric. Nella ripresa Allegri mette Dybala e Bernardeschi, ma la vittoria non arriva
Per Ronaldo un gol e un palo nella sfida contro il Genoa. Ap
I bimbi possono portare a casa un insegnamento prezioso. I piccoli delle scuole calcio che hanno colorato l’Allianz nella curva che l’ultima volta vomitava insulti adesso lo sanno: in questo gioco (e nella vita) niente ¨¨ mai scontato, neppure se c’¨¨ un alieno nella tua squadra. Hanno visto da vicino Cristiano Ronaldo accendere la magia come nelle favole, ma hanno visto pure la Juve buttarsi via perch¨¦ convinta di averla vinta gi¨¤ all’intervallo. Poco cinismo davanti, una grave disattenzione dietro ed ecco spiegato questo 1-1 che ferma la cavalcata. Contro il Genoa non ¨¨ arrivata la nona vittoria consecutiva di Allegri, un delitto in una partita dominata e con un Cristiano ispirato.
RECORD INUTILE —
Prima della ripresa globalmente sottotono e dell’harakiri, Ronaldo aveva mostrato ai suoi baby tifosi un vastissimo repertorio oltre il gol: non un appoggio sbagliato, non uno scatto fine a se stesso o una apertura inutile. Cristiano ¨¨ cos¨¬, mai banale, squilibrante pure nelle cose facili: non basta, per¨°, se non si d¨¤ il morso finale alla preda. E cos¨¬ perde valore pure il suo ennesimo record: nel primo tempo, dopo aver fatto tremare il palo con una testata, con un gol facile facile il portoghese ¨¨ diventato il primo a segnare 400 gol nei top campionati europei (oltre ai 5 bianconeri, 311 spagnoli e 84 inglesi).
PREMIO AL CORAGGIO —
Sul tiro ribattuto di Cancelo e su incertezza del portiere Radu, la palla dell’1-0 ¨¨ finita sul suo piede. A mancarlo, guarda tu i casi della vita, c’era proprio Piatek. Il capocannoniere, troppo solo a battagliare con i colossi della difesa, ha perso la sfida con un rivale di ben altro blasone. Si ¨¨ fermato un turno, niente gol per la prima volta da quando veste rossoblu, eppure nella ripresa ¨¨ cresciuto con tutta la truppa. Il gol di Bessa ¨¨, infatti, un premio, forse esagerato, per un secondo tempo coraggioso. Prima il Genoa aveva organizzato soprattutto difesa e timidi contropiedi: Juric, al suo rientro, ha piazzato come pilastro difensivo nel 3-5-2 Cristian Romero, argentino classe 1998 al debutto e in difficolt¨¤ contro Cristiano. Non quanto i suoi terzini di fronte alla velocit¨¤ di Cancelo, signore del primo tempo, e di Alex Sandro, pi¨´ in palla nella ripresa.
RICCIOLI E FASCIA —
Le scelte a sorpresa di Allegri, invece, sono state due, la prima in alto a destra e la seconda attorno al braccio di Bonucci. Cuadrado, di ritorno dal Sud America, si ¨¨ posizionato accanto a CR7 e Mandzukic e i riccioli si sono dimostrati pi¨´ vivaci delle ultime volte (malissimo Douglas Costa quando ¨¨ entrato al suo posto). Leo, invece, ¨¨ stato scelto come capitano vista l’assenza del sodale Chiellini, pi¨´ Khedira e Dybala, ed ¨¨ il segno di riappacificazione finale con il pianeta Juve: l’ultima fascia con la Signora risaliva al 6 maggio 2017, proprio qui all’Allianz, nel derby finito 1-1 contro il Torino.
L’INSEGNAMENTO —
Bonucci ha guidato i suoi con autorevolezza, prima di addormentarsi con l’intero reparto, soprattutto Alex Sandro, a met¨¤ secondo tempo: tutti convinti che una palla innocua stesse per morire in calcio d’angolo e invece Kouam¨¨ ha avuto il tempo di tenerla, crossare indisturbato e Bessa ha staccato comodo. Imperdonabile calo di concentrazione, unico vero rischio in questa A per una Juve cos¨¬ nettamente superiore ai rivali. Alla fine gli ingressi di Dybala e Bernardeschi e il cambio di modulo hanno aggiunto poco o niente: la Juve ha peccato di supponenza e ne ha pagato le conseguenze, come sanno i piccoli (educatissimi) che hanno lasciato delusi l’Allianz.
Filippo Conticello
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