Allegri e Sarri hanno costruito due macchine da gol con principi, filosofie e stili di gioco diversissimi. Percorsi che non s'incontrano mai, stessa meta: ecco le 5 differenze principali
Mondi opposti? Juventus e Napoli lo sono, e non perdono occasione per confermarlo. Non si parlano, non s'incontrano, ma tra 48 ore si giocheranno uno scudetto. Premessa necessaria: qui non c'entrano niente fatturato, bilanci, ranking e parametri da economia del pallone. Lasciamo sulle tribune dirigenti e presidenti. Scendiamo esclusivamente in campo, e lo facciamo nel senso letterale del termine: questo tentativo di passare ai raggi X le due regine della Serie A si concentra esclusivamente sui valori da campo. Tattica, qualit¨¤ e quantit¨¤ dell'organico, stili di gioco. Proviamo a concentrare le differenze principali in cinque macro categorie: modelli, schemi e caratteristiche agli antipodi. Anche per questo la sfida tra Allegri e Sarri ¨¨ di estremo interesse: percorrono percorsi che di simile non hanno nulla per arrivare alla stessa meta.
1. l'organico —
E' il punto da cui (forse) tutto nasce: la profondit¨¤ dell'organico. Allegri ¨¨ diventato un maestro nella gestione di una rosa profonda, lunga, attrezzata per competere su tutti i fronti: Max pu¨° contare su 22 giocatori top, di livello tutto sommato simile, e il turnover ¨¨ divenuto la sua arma segreta. Sarri non naviga nell'abbondanza: un po' per scelta un po' per necessit¨¤, ha costruito il suo progetto consegnandosi agli undici titolari pi¨´ il dodicesimo Zielinski e poco altro (qualche gettone in pi¨´ per Diawara e al rientro dall'infortunio Milik ¨¨ tornato a dare una mano). Gennaio non lo ha aiutato: solo uscite, zero acquisti.
2. impostazioni —
D'accordo: nel modo di esprimersi la Juve ¨¨ l'immagine della solidit¨¤, il Napoli esalta il piacere del palleggio. Ma ci sono due aspetti che risaltano agli occhi pi¨´ di tutti nel vedere i meccanismi delle due squadre: il baricentro e il pressing. Alto, spesso altissimo, quello del Napoli con una squadra corta in venti metri e pronta a scattare con un pressing asfissiante sul possesso avversario o sulle seconde palle. Tutt'altro per la Juve: pi¨´ attendista, meno aggressiva quando perde palla, la Juve sa per¨° diventare un blocco di granito imperforabile. Preferisce aspettare, sapendo che ¨¨ durissima farle male.
3. stili —
Sar¨¤ un caso che il Napoli (insieme a Benevento e Udinese) ¨¨ il club che ha mandato in rete pi¨´ giocatori (ben 15) in questo campionato di Serie A? Sicuramente no. Napoli e Juve segnano in modi e maniere diverse: Sarri costruisce le occasioni con il collettivo, Allegri conta sulle individualit¨¤. I gol del Napoli sono il prodotto spesso di schemi, sovrapposizioni, meccanismi, alle volte simili anche tra loro; quelli della Juve spesso di colpi di genio, da Pjanic a Dybala, da Higuain a Douglas Costa. Provate a rivedere il film di questo campionato: faticherete a immaginare il gol-tipo segnato su azione-tipo dalla Juve. Anche qui le statistiche vengono in soccorso: i bianconeri sono la squadra che in questa Serie A ha segnato di pi¨´ nei secondi tempi (44 volte). Quando le giocate individuali sono riuscite a spezzare gli equilibri.
4. i centimetri —
Juve squadra fisica, Napoli decisamente no. I bianconeri hanno una media altezza di 183,87 centimetri e un peso medio di 79,2 kg, il Napoli (non a caso detto dei "piccoletti") ha un'altezza media di 179,76 centimetri (¨¨ la terza squadra pi¨´ bassa della Serie A) e un peso medio di 74,7 kg.
5. esperienza —
Ultimo indicatore che prendiamo in considerazione ¨¨ quello relativo alle coppe internazionali vinte (teniamo fuori le leghe e i trofei nazionali dove il quadro ¨¨ tutto sbilanciato a favore della Juve). Che tradotto, significa esperienza. Un valore che in partite come quella dello Stadium pu¨° essere determinante. Prendiamo l'undici base della Juve e quello del Napoli: in campo ci ritroviamo 11 coppe contro 9. Sembrerebbe un dato in equilibrio, ma quelle degli azzurri sono state sollevate solo da Reina (4) e Albiol (5), nella Juve c'¨¨ pi¨´ "gioco di squadra" con pi¨´ giocatori abituati a vincere.
Mario Pagliara
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