Manca ancora un anno alla fine degli anni Dieci, eppure Max ¨¨ aritmeticamente primo nella classifica degli allenatori che in questo periodo hanno raccolto pi¨´ punti in campionato. A regnare nelle decadi precedenti nomi come Liedholm, Trapattoni, Lippi e Ancelotti. Ma nessuno ¨¨ arrivato ai 690 punti dello juventino. E non ¨¨ certo finita... da SportWeek
Massimiliano Allegri, 51 anni. Allenatore della Juventus dalla stagione 2014/15. Lapresse
Un allenatore, oltre che sulla bellezza e sull'efficacia del gioco che fa praticare alla sue squadre, si misura sulla quantit¨¤ di punti che riesce a mettere in cassaforte. ?, insomma, l'antica legge del risultato a governare il giudizio. E Massimiliano Allegri, nell'ultimo decennio, in questa specialit¨¤ non ha rivali. Manca ancora un anno per completare la decade,ma lui se ne sta lass¨´, ormai irraggiungibile. Dal 2010 a oggi, e lo testimoniano i cinque scudetti conquistati (uno con il Milan e quattro con la Juve), nessuno ha fatto meglio di lui. Spesso si leggono critiche sul gioco della sua Juve, si dice che dovrebbe essere pi¨´ spettacolare, dovrebbe forse divertire di pi¨´ la gente, ma la verit¨¤ ¨¨ che lui, con saggezza emano ferma, sempre supportato dai dirigenti e dalla propriet¨¤, ha disegnato una squadra che, per il campionato italiano, ¨¨ semplicemente perfetta.
obiettivo —
Gli manca l'ultimo gradino, probabilmente il pi¨´ difficile da scalare: farla diventare una regina anche in Europa.Quando avr¨¤ compiuto questo passaggio, allora s¨¬ che potr¨¤ dirsi soddisfatto e,magari, regalarsi un periodo di riposo. Molti sosterranno: per forza che Allegri ¨¨ l'allenatore del decennio, sta sulla panchina della squadra pi¨´ forte, come potrebbe essere diversamente? La logica, per quanto sia una scienza tanto esatta quanto spietata, non si adatta al mondo del calcio:quante volte squadre ritenute fortissime non raggiungono i risultati che tutti avevano pronosticato? E quante volte allenatori considerati alla stregua di santoni non riescono a esprimere le loro potenzialit¨¤, magari vittime di un ambiente che non ne capisce i metodi e le strategie? La storia del pallone ¨¨ piena di questi esempi. Allegri rappresenta, invece, la vittoria del buon senso. Vince con il Milan e poi non solo non riesce a ripetersi, ma Berlusconi e Galliani decidono di esonerarlo. Lui non si scompone, non rinnega metodi e filosofia di allenamento e di gioco, equando Antonio Conte sbatte la porta si trova sulla panchina della Juve. Mica semplice: i bianconeri hanno gi¨¤ vinto tre scudetti consecutivi, c'¨¨ il rischio che abbiano la pancia piena. Allegri comincia a lavorare tra mille difficolt¨¤ e, lentamente, giorno dopo giorno, vittoria dopo vittoria, si conquista la fiducia della Torino bianconera. Non impone il suo stile, cerca di adeguarlo a quello dell’ambiente che lo accoglie, e questa ¨¨ la sua qualit¨¤ pi¨´ importante. Quando vince, il merito lo d¨¤ sempre ai giocatori. Quando perde, se ne assume tutta la responsabilit¨¤, lasciando i suoi ragazzi al riparo dalle critiche. Dice spesso: "L'allenatore pi¨´ bravo ¨¨ quello che fa meno danni". Nell'ultimo decennio, classifica alla mano, lui ne ha fatti pochissimi. Il secondo della graduatoria, Stefano Pioli, sta circa 300 punti sotto e il distacco segna quello che si potrebbe definire uno status sociale dei tecnici: Allegri ¨¨ il re, gli altri per il momento non sono che cortigiani che cercano di imparare l'arte.
condottieri a confronto —
Scorrere la graduatoria dei migliori allenatori, decennio dopo decennio, ¨¨ come ripercorrere la storia del calcio italiano dall'istituzione del campionato a girone unico (1929-30) a oggi. Se Allegri domina questa decade, la precedente ¨¨ stata segnata da Carlo Ancelotti che con il Milan ha vinto tutto. E prima ancora, nell'ultimo decennio del secolo scorso, l'onore ¨¨ toccato a Marcello Lippi, condottiero della Juve che ha ricevuto il testimone da un altro inquilino della panchina bianconera: Giovanni Trapattoni. Gli Anni 80 sono stati tutti del Trap, prima il record con la Juve e poi con l'Inter.E la squadra che lui ha pazientemente costruito a Torino, pedina dopo pedina, giocatore dopo giocatore, ¨¨ quella che, trasportata quasi in blocco in maglia azzurra, ha regalato all'Italia la gioia del Mundial '82. Bearzot trionfa, nell'estate spagnola, perch¨¦ il Trap, durante l'autunno e l'inverno, ha seminato bene. Il nome di Nils Liedholm figura in testa negli Anni 70,quando il Barone, dopo aver mostrato l'arte del calcio da raffinato centrocampista quale era, si sistema in panchina e comincia a insegnare. ? lui a imporre la zona, ¨¨ lui a lanciare un ponte tra passato e futuro. ? anche grazie alla sua filosofia di gioco che l'Italia esce dall'oscurantismo del catenaccio. Prima del Barone, invece, a dominare la scena sono il Mago e il Par¨°n, negli Anni 60. Milano vince in Italia e in Europa, scudetti, Coppe dei Campioni e Coppe Intercontinentali. Inter e Milan sono stelle mondiali. Loro, Helenio Herrera e Nereo Rocco, si divertono e divertono il pubblico con battute e atteggiamenti da navigati protagonisti del palcoscenico. Il calcio, in quel tempo di splendore per l’Italiache vive il miracolo economico, ¨¨ puro teatro, oltre che bellezza di gesti. Negli Anni 50, invece, a prendersi la scena ¨¨ Gipo Viani che, nel mondo del pallone, ha fatto un po’ tutto: allenatore, talent-scout, dirigente, direttore sportivo. Difesa e contropiede ¨¨ stato il suo motto, e non ¨¨ un caso che, sotto la sua protezione, sia cresciuto Rocco. Se negli anni Quaranta, drammaticamente attraversati dalla Seconda guerra mondiale, l'allenatore che ha conquistato pi¨´ punti ¨¨ stato Tony Cargnelli, austriaco con passaporto italiano, nei Trenta il migliore ¨¨ risultato l’ungherese Arpad Weisz, l'uomo che, prima di morire nel lager di Auschwitz perch¨¦ ebreo, ha scoperto il giovane Giuseppe Meazza e ha costruito il grande Bologna, "la squadra che tremare il mondo fa".
Andrea Schianchi - Massimo Parrini
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