La Juve esce da questa strana Coppa d’agosto e i prossimi giorni diranno se anche Maurizio Sarri uscir¨¤ dalla casa della Signora. Di certo, l’eliminazione agli ottavi contro questo Lione, squadra diligente e poco pi¨´ ma con una condizione decisamente migliore, ¨¨ uno di quegli eventi destinati a lasciare macerie: il disastro ¨¨ figlio della caduta inattesa dell’andata, ma anche di questo 2-1, inutile e raccolto grazie solo alla forza di Cristiano. Serviva una Juve impetuosa, coraggiosa, e invece si ¨¨ rivista per larghi tratti la creatura priva di forze e di idee vista nelle ultime giornate di questo campionato. I bianconeri possono mangiarsi le mani anche perch¨¦ vanno fuori nonostante l’arma atomica che hanno in casa. Ronaldo, l’unico a provarci davvero, il totem a cui tutti si appendono, non andr¨¤ nella sua Lisbona per la final 8: lui, che dal 2011 era sempre andato ai quarti, si aspettava altro dalla rivoluzione annunciata a inizio stagione. Come tutti, non potr¨¤ accontentarsi di un campionato vinto s¨¬, ma senza mai entusiasmare.
2-1 all'allianz stadium
Juve, non basta super CR7. Champions stregata, Lione ai quarti. E ora cosa succede a Sarri?
Depay gela i bianconeri su rigore, poi sale in cattedra Ronaldo, che prima pareggia dal dischetto e poi segna un gol spettacolare da 25 metri. Ma non basta: il 2-1 qualifica i francesi
ALL’INIZIO
¡ªAll’inizio Pjanic, con la testa al Barcellona di Messi da un po’, si riprende il ruolo di centrocampista centrale. Il recupero di Dybala, avvolto in una cortina di mistero fino a un’ora prima del match, ¨¨ compiuto solo a met¨¤: parte dall’inizio il Pipita, che ormai naviga verso la rescissione e che ¨¨ un lontanissimo parente di ci¨° che ¨¨ stato. E quanto manchi a questa Juve un po’ di sana Joya si vede per tutto il match, complicato sin dal primo fischio. E ancora pi¨´ complicato dopo pochi minuti: un rigore dubbio (e confermato dal Var) per intervento di Bernardeschi su Aouar porta a un rigore trasformato con cucchiaio da Depay e la strada per la Juventus diventa una salita ben pi¨´ ripida. Per salire servirebbe la Juve migliore, quella tarantolata dell’anno passato contro l’Atletico, ma questa Signora non ha le stesse energie. E quando Bernardeschi va vicino a un gol maradoniano - dopo aver seminato tutti, persino il portiere, non riesce a spingerla dentro a porta vuota - allora arriva la conferma evidente: non ¨¨ una di quelle notti in cui accadono i miracoli.
PICCOLA SCINTILLA
¡ªIl fraseggio calmo e l’attenzione difensiva del Lione si associano ai ritmi bassi e alle soluzioni sempre pi¨´ frenetiche della Juve, man mano che l’orologio batte i minuti. Si crossa dalla trequarti, soprattutto da sinistra: banali telefonate per i francesi. Nel primo tempo la Juve non riesce mai a cambiare passo o ad aumentare la fluidit¨¤ della manovra. Poi in un paio di minuti la sfida si accende perch¨¦, come spesso capita, ¨¨ Cristiano a prendere per mano una squadra che non sembra seguirlo: prima ecco la parata miracolosa di Lopes su una punizione che aggiunge altra frustrazione ai bianconeri e poi arriva l’1-1 segnato da CR7 su rigore (dopo un fallo di mano di Depay in barriera). Una prima scintilla di speranza.
CON DISPERAZIONE
¡ªIl secondo tempo ¨¨ lo stesso diluvio di cross lenti e prevedibile. La Juve sbatte sul muro e torna indietro, senza mai dare l’impressione di potere cambiare marcia: una squadra che ha solo una partita ufficiale sulle gambe dopo mesi dimostra di essere pi¨´ fresca di una appena uscita dal frullatore della serie A post-covid. Cosa pu¨° cambiare la storia? Il colpo di un genio. Cristiano che resta fedele alla propria leggenda. Quando manca a mezz’ora dalla fine il portoghese scarica un sinistro di pura rabbia, il punteggio dice 2-1. La Signora rovescia tutto quel (poco) che ha e sfiora l’impresa con le testate di Bonucci e del solito Ronaldo. Gli ultimi 20 minuti disperati sono anche quelli di Dybala, che viene rischiato per Bernardeschi: quasi l’ultima preghiera di Sarri, tecnico mai entrato davvero in sintonia con il pianeta Juve. Non ¨¨ esaudita perch¨¦ Paulo ¨¨ costretto a mollare tristemente 13 minuti dopo: il dolore alla coscia non ¨¨ guarito. Il volenteroso Marco Olivieri viene catapultato dall’U23 al momento pi¨´ delicato della Champions: ¨¨ la fotografia di questo sgangherato fine stagione bianconero.
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