Juve sospesa dopo la paura di Udine. Milan, spirito di nuovo alto e infermeria vuota
L’orologio scorre e la tensione sale. Quando Juve e Milan si ritrovano l’una al cospetto dell’altra non ¨¨ mai una partita qualsiasi, figurarsi quando diventa vitale per le casse e il prestigio. Una sfida da vincere per (almeno) 50 milioni di buoni motivi. E guai a chi dovesse perdere: ritrovarsi distanziati di tre lunghezze, a tre giornate dalla bandiera a scacchi, puzzerebbe molto di sentenza gi¨¤ scritta. Soprattutto osservando il calendario delle cinque candidate alla Champions, che prospetta proprio per bianconeri e rossoneri il cammino pi¨´ impervio fino al 23 maggio. Vediamo allora in quali condizioni arrivano le due squadre al match dello Stadium.
Condizione fisica
¡ªJuve: l’altro lato di troppe partite iniziate col piede sbagliato ¨¨ che alcune la squadra di Pirlo ha saputo raddrizzarle e dunque non ¨¨ la condizione fisica il problema, tanto pi¨´ dopo una partita (a Udine) che al di l¨¤ di ogni valutazione tecnica si ¨¨ poi ribaltato negli ultimi dieci minuti. L’abitudine al doppio impegno settimanale ¨¨ un’arma in pi¨´ per il finale di stagione ma verr¨¤ buona pi¨´ per il triplo impegno in una settimana in arrivo che per l’inizio del trittico contro i rossoneri. Milan: arriva a questa partita cos¨¬ cos¨¬. Non ¨¨ – non ancora – una squadra con la lingua per terra, ma ovviamente nemmeno leggera come una ballerina di danza classica. C’¨¨ un numero, a gravare sull’intera stagione rossonera, ed ¨¨ il 50. Cinquanta come il numero tondo di partite stagionali che toccher¨¤ il Diavolo domenica sera. Nessuno ha giocato cos¨¬ tanto (la Juve toccher¨¤ quota 48), nessuno ha iniziato cos¨¬ presto (tre turni preliminari di Europa League a campionato appena iniziato). Poi, una sequenza infinita di infortuni e guai vari da covid, che hanno costretto Pioli a far giocare spesso sempre gli stessi. In base ai dati di cui dispone il tecnico rossonero, in effetti non si registrerebbero grandi cali atletici, ma pi¨´ che altro un logorio mentale.
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Condizione mentale
¡ªJuve: poteva essere devastata da una sconfitta a Udine dopo il pari di Firenze, il ribaltone finale tiene la giuria in camera di consiglio in attesa del prossimo picco emotivo, nel bene o nel male. Il dato tecnico delle ultime prestazioni ¨¨ mortificante, molto male almeno per una partita e mezzo su due, ma di contro averne spremuto comunque quattro punti ¨¨ un punto di ripartenza. Nei film la doppietta finale a Udine di Ronaldo con abbraccio travolgente al gruppo sarebbe il momento della svolta, ma lo sceneggiatore di quest’anno fin qui ¨¨ stato molto meno romantico. Milan: l’aspetto psicologico ¨¨ abbastanza buono. E’ vero, nel 2021 gli inciampi sono stati tanti e alla fine hanno eroso una discreta fetta delle convinzioni accumulate lungo il fantastico 2020, ma nonostante il drastico calo i giocatori rossoneri sono ben consapevoli di essere ancora l¨¬, aggrappati al treno Champions, a giocarsela fino alla fine. La vittoria sul Benevento ¨¨ stata provvidenziale perch¨¦ ha scacciato – se non del tutto, quanto meno parzialmente – le scorie accumulate con i due k.o. consecutivi contro Sassuolo e Lazio. Soprattutto, nella vittoria sugli uomini di Inzaghi il Diavolo ha creato molto (anche se concretizzato poco...) e ha dato la netta impressione di aver ritrovato i meccanismi dei mesi scorsi e anche il gusto delle giocate.
Infermeria
¡ªAncora lontani dalla partita, per la Juventus non ci sono situazioni particolarmente preoccupanti: a cinque giorni dalla partita hanno lavorato a parte Demiral, Chiesa, Morata e Frabotta. Lo spagnolo ha gi¨¤ fatto vedere con l’Udinese di poter essere utile alla causa almeno per uno spezzone, ma il grande tema ¨¨ il recupero del match winner dell’andata Federico Chiesa, atteso per la scorsa giornata e slittato, ma con tutto il tempo per essere completato per domenica sera allo Stadium (elongazione alla coscia sinistra con l’Atalanta). Udite udite, l’infermeria del Milan ¨¨ vuota. Gli ultimi rientri fra i disponibili sono stati quelli di Antonio Donnarumma e Maldini (problemi muscolari), e di Mandzukic (bronchite). Pioli quindi potr¨¤ contare su varie opzioni e, anzi, a Torino avr¨¤ la sgradevole incombenza di spedire due giocatori in tribuna perch¨¦ la rosa ¨¨ al completo. Una sensazione del tutto nuova... Ovviamente alcuni uomini non sono in condizioni ottimali – lo stesso Mandzukic, per esempio –, ma avere alternative di peso in panchina ¨¨ fondamentale a questo punto della stagione.
L’uomo su cui puntare
¡ªJuventus: facile dire Cristiano Ronaldo che si ¨¨ riacceso dopo quattro partite di digiuno, e allora fiches puntate su Paulo Dybala, che all’andata confezion¨° un paio di ciocciolatini pronti solo da scartare per Chiesa. Milan: a parte lo scontato Ibra, diciamo Kessie. ? stanco, certo, e ci mancherebbe che non fosse cos¨¬ (ovviamente anche quest’anno ¨¨ il giocarore di movimento pi¨´ impiegato in rosa), ma resta l’uomo di equilibrio, l’arma in pi¨´ capace di garantire una doppia fase ad alto livello, accompagnando il gioco rossonero e spezzando quello altrui. Franck ha vissuto una stagione da incorniciare, che adesso esige un ultimo tributo di grande spessore.
L’uomo da recuperare
¡ªJuventus: McKennie. Nell’andata a San Siro pes¨° anche l’impatto dalla panchina del centrocampista statunitense, che tra difficolt¨¤ tattiche e problemi fisici all’anca si ¨¨ spento con l’andare del campionato: le sue incursioni tra le linee sono mancate come l’aria a Pirlo. Milan: Calhanoglu. Il nazionale turco, tenendo fede alla pessima moda seguita da vari giocatori (anche a Milanello), dopo la partita col Benevento ha pubblicato un post polemico contro le critiche. Ma dovrebbe essere realista: dopo aver smaltito il Covid, non ¨¨ pi¨´ stato lui. Lontano parente del magnifico numero 10 dei primi mesi stagionali. Ora ¨¨ arrivato qualche segnale incoraggiante: contro il Benevento oltre ad aver segnato ¨¨ stato sempre nel vivo del gioco. Pensieri rapidi e gambe reattive. ? il Calha che occorre come il pane in questo rush finale, ¨¨ il Calha che serve ad armare la mitragliatrice di Ibra.
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