C’erano i campioni di ieri, in particolare quelli con cui ha vinto il Mondiale 1982 in Spagna, ma anche le istituzioni (il presidente Figc Gravina, che per l’occasione ha concesso la coppa del “mundial”), la famiglia (la moglie Mariella e il figlio Riccardo) e il padrone di casa Andrea Agnelli. La mostra temporanea dedicata a Gaetano Scirea, scomparso tragicamente in un incidente d’auto 30 anni fa in Polonia, ¨¨ stata inaugurata oggi allo Juventus Museum e da domani sar¨¤ aperta al pubblico . Attraverso filmati unici e materiali inediti, chiunque potr¨¤ conoscere meglio non solo lo Scirea calciatore, che ha vinto tutto quello che c’era da vincere, ma anche l’uomo, che ha lasciato un vuoto incolmabile.
Al J Museum
Una mostra per Gaetano. La moglie Mariella: “La Juve era la sua famiglia, ci ¨¨ stata vicina”
Presente anche il presidente federale Gravina: “Scirea per me ¨¨ la divinizzazione del campione che trasmette messaggi in campo e fuori”
Emozione
¡ªNel momento in cui ha preso la parola, la voce di Mariella Scirea ¨¨ rotta dall’emozione. “Oggi per noi ¨¨ una giornata particolare, sono stati 30 anni difficili, dolorosi, alleviati da persone semplici, tifosi e compagni di Gaetano. In particolare ringrazio la Juve che ci ha accompagnato in silenzio. E questa mostra fa capire quanto l’affetto fosse reciproco. Per Gaetano la Juventus era una famiglia, poi ha vinto tanto con questa maglia e quando capitava che alcuni club chiedessero di lui, diceva sempre ‘nasco con questa maglia e finir¨° con questa maglia’”.
Il messaggio di Gravina
¡ªPoi ha preso la parola il presidente Figc Gabriele Gravina: “Abbiamo bisogno di testimonianze di gente come lui. Le lettere che mandava alla moglie le farei leggere in tutte le scuole. Si esalta il rispetto verso i compagni, verso gli avversari e verso gli arbitri. Questo credo sia un modo per elevare la cultura sportiva. Per me Gaetano Scirea ha rappresentato, come per tanti giovani, una grande distinzione rispetto a tanti ragazzi che provano a esser divinizzati. Lui invece ha rappresentato la divinizzazione del campione che riesce a trasmettere dei messaggi in campo e fuori”.
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