In 73 punizioni dirette con la Juventus in tutte le competizioni, Cristiano Ronaldo ha segnato una sola volta, contro il Torino a luglio. Trenta tentativi dopo quel gol ai granata, scanditi con sofferenza dal popolo juventino e registrati dai dati Opta, la rete continua a non arrivare, ma quello che ¨¨ arrivato ¨¨ stata la giocata decisiva nel momento in cui la stagione della Signora era finita o quasi: braccio largo di De Paul, rigore segnato, e poi la testata della vittoria al Friuli. Che sulla carta non farebbe notizia ma ¨¨ arrivata ribaltando una tavola da psicodramma gi¨¤ apparecchiatissima. Al termine di una partita trascinante? Inarrestabile? No, assolutamente. Ma contano i gol, Cristiano ci ha costruito una carriera, e adesso prova a costruire un finale alla stagione della Juventus diverso da quello che l’implosione del sistema Pirlo sembrava prefigurare e certo ¨¨ ancora tutt’altro che sventato.
Il protagonista
La corsa dai compagni e l’abbraccio a Pirlo: Cristiano salvagente sull’orlo del disastro
La punizione che per una volta ha riaperto la serata e la doppietta che non solo ha rotto il digiuno ma anche ricacciato indietro lo psicodramma: la gioia spontanea dell’esultanza ¨¨ l’immagine di un Ronaldo diverso nel momento pi¨´ difficile
Sul ciglio del burrone
¡ªLa crisi, il digiuno pi¨´ lungo in stagione che ¨¨ nei fatti: quattro partite senza segnare in campionato, compresa quella non giocata di Bergamo, quasi un mese dopo l’ultima il 7 aprile al Napoli. Poi guardi i numeri e Cristiano Ronaldo resta qualcosa di pi¨´ unico che raro: se non ci fosse Robert Lewandowski a quota 36 in Bundesliga, Cristiano Ronaldo sarebbe lass¨´ in alto tra chi ha segnato pi¨´ gol quest’anno nei top-5 campionati europei, toccando quota 27 con la doppietta col fiatone di Udine, di nuovo superato da Messi (28) solo nel posticipo ieri sera. Certo, l’allungo decisivo nella classifica cannonieri a +6 su Lukaku con quattro partite da giocare. Certo, quota 99 in maglia Juve a un passo dalla tripla cifra. Vabb¨¨. Quello che conta davvero, oggi, ¨¨ che con quei due gol in sei minuti Ronaldo ha preso per mano la Juventus sull’orlo del burrone, gi¨¤ con un piede e mezzo nel baratro, l’ha ripresa col gol del pari e l’ha messa in salvo, per ora, con la rete della vittoria.
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¡ªE poi c’¨¨ quell’esultanza. Spesso beccato in smorfie da separato in casa, nella lettura dei fondi di caff¨¨ del suo linguaggio del corpo di cui si nutre la narrativa che circonda Cristiano, smorfie a volte figlie della sua estrema competitivit¨¤ e altre volte semplicemente poco d’aiuto alle dinamiche di squadra, stavolta ¨¨ un gesto di segno opposto a colpire nella sua normalit¨¤, che per Ronaldo non ¨¨ normale. Cos¨¬ lontano dalle pose classiche di CR7, sempre in controllo, a favore di camera per perpetuare il brand del “siuuu”. Stavolta no. Una corsa disperata ed emotiva, l’emotivit¨¤ da uomo squadra tante volte reclamata, verso la panchina, i compagni, con Pinsoglio e Baronio davanti e dietro tutti quanti, a travolgerlo in un abbraccio senza freni in cui ha perso la testa anche Pirlo, che in quel baratro ci si vedeva per primo. E che Cristiano a fine partita ¨¨ andato a cercare di proposito, per dedicargli un abbraccio a cui non ¨¨ il momento di cercare significati nascosti, ma di certo ¨¨ un gesto che vale.
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