Inter e Atalanta non devono dimostrare niente, il Milan scopre Concei?ao. Il trofeo rilancerebbe ambizioni ed entusiasmo della Juve
Non carichiamo di valori tecnici eccessivi la Supercoppa: si tratta pur sempre di un torneo business di met¨¤ stagione che inorgoglisce il bilancio pi¨´ dell¡¯albo d¡¯oro. Ma sfide come Inter-Atalanta e Juve-Milan sarebbero l¡¯essenza del calcio anche nella coppa Cobram di Fantozzi. E poi il pallone si alimenta di piccoli grandi successi. Ecco: se c¡¯¨¨ un tecnico per il quale vincere il trofeo sarebbe un moltiplicatore di entusiasmo e risultati, il suo nome ¨¨ Motta.?
Niente devono dimostrare Inzaghi e Gasperini. L¡¯Inter ¨¨ la squadra pi¨´ solida e consapevole del campionato: mentre gli dei cadono, o non sembrano pi¨´ onnipotenti, escluso il Liverpool, pu¨° aspirare legittimamente alla Champions o perdere una Supercoppa senza drammi. L¡¯Atalanta ¨¨ una meraviglia d¡¯Europa, ha gioco e filosofia da grandi e aspettative da outsider: una combinazione ideale esaltata da una continuit¨¤ mai vista. Niente si pu¨° pretendere da Sergio Concei?ao, precipitato dallo spazio in cerca di vita sul pianeta Milan: una semplice reazione da squadra sarebbe gi¨¤ un risultato in prospettiva. Ma per Thiago Motta il discorso ¨¨ molto diverso.
la new wave europea
¡ª ?Quella di Motta ¨¨ la quarta grande rivoluzione della Juve moderna. La prima risale al 1976 con Trapattoni, la seconda ha la firma di Lippi (1994), la terza comincia con Conte nel 2011 e si sublima con Allegri. Tutte Juve vincenti e indimenticabili. Prima e dopo, ci sono la crisi, le macerie su cui ricostruire, i ribaltoni societari (tranne per Trap). Maifredi e Sarri, con bilanci finali diversi, hanno invece fallito la ripartenza. La missione di Motta appare addirittura pi¨´ complessa. Il tecnico ¨¨ arrivato con l¡¯etichetta di profeta della modernit¨¤, il suo calcio ¨¨ un meticciato di scuole oltre i concetti di offensivismo e difensivismo: Motta ¨¨ uno degli esponenti della new wave europea che vuole aggiornare la classicit¨¤ tornando alle radici del bel gioco. Nel club in cui ¡°vincere ¨¨ l¡¯unica cosa che conta¡±, slogan bonipertiano mai rinnegato, coniugare estetica e successi sarebbe l¡¯apoteosi.
pazienza e comunicazione
¡ª ?Motta ha ricevuto fin qui comprensione totale da media e tifosi che gli riconoscono la difficolt¨¤ estrema dell¡¯impresa. La monotonia del recente passato ha fatto il resto. Ma a met¨¤ stagione Lippi, Conte e Allegri erano primi, e Trapattoni ingaggiava un testa a testa infinito con il Torino di Radice. Ora la pazienza si sta esaurendo. Motta ¨¨ sesto in campionato e lotta per i playoff di Champions, ma oltre alla classifica ci sono gioco, atteggiamento, autorevolezza, carattere, personalit¨¤: valori che si intuiscono, oscurati per¨° dalla pareggite acuta, dai sintomi di una parabola che non ascende e da equivoci tattici. Non convince ancora l¡¯insistenza su alcune scelte discutibili, vedi Yildiz e Koopmeiners impoveriti da posizioni e funzioni imposte pi¨´ dall¡¯Idea che dalle caratteristiche.?
Anche la comunicazione delude. Mou spesso segnava il primo gol in gol in conferenza. Pi¨´ che ripetere ¡°pensiamo alla prossima partita¡±, tautologia irritante, sarebbe utile sentire da Motta la stessa franchezza usata verso chi ¨¨ fuori dal progetto. Non mancano gli alibi, il ko di Bremer che equilibrava da solo la difesa e il mistero Douglas Luiz, regista indispensabile per accendere un progetto al quale mancano, in teoria, un difensore-play tipo Calafiori e un 9 di movimento alla Zirkzee: guarda caso i due uomini chiave del capolavoro Bologna dal quale, se irripetibile, Motta deve cominciare a prendere le distanze.
il tempo
¡ª ?Si sono viste tante Juve diverse finora. La prima, effimera, ¨¨ dominante: sa gestire a gran velocit¨¤ di pensiero e palleggio sia la fase offensiva pura sia quella strategica della ripartenza dopo aver attirato gli avversari. La seconda, pi¨´ attendista, esibisce un possesso insistito, ma senza la velocit¨¤ di manovra e le soluzioni offensive pericolose. Ce n¡¯¨¨ una terza, passiva, che subisce come contro Stoccarda, Bologna, Aston Villa. L¡¯ultima Juve ¨¨ pi¨´ propositiva ma non ha equilibrio tra fase d¡¯attacco e protezione difensiva. Aspettando una continuit¨¤ vincente, sarebbe precipitoso disconoscere Motta come tecnico ideale per una rinascita: il suo calcio elaborato ha bisogno di tempo come era stato per Sacchi, la bellezza del suo Bologna non pu¨° essere dimenticata, lo scudetto al primo colpo non ¨¨ una legge divina, e il tempo sar¨¤ un alleato anche per smussare qualche integralismo. La societ¨¤ sia con lui. Ma fin da domani contro il Milan ¨¨ giusto aspettarsi una Juve diversa e affamata ¡ª come quella di Boniperti ¡ª anche di una Supercoppa mai cos¨¬ importante.
? RIPRODUZIONE RISERVATA