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la storia
San Siro ¨¨ un simbolo di Milano: derby, Mondiali, Bob Marley e gli All Blacks
Epensare che chi ne disegn¨° forma e struttura per la prima volta non ne era poi nemmeno cos¨¬ convinto. Quando nel 1925 il presidente del Milan Piero Pirelli affid¨° l’incarico di progettare lo stadio di San Siro all’ingegnere Alberto Cugini e all’architetto Ulisse Stacchini quest’ultimo, che in quegli anni ide¨° pure la Stazione Centrale di Milano, gli chiese: “E se dovesse passare la moda del calcio, cosa ne faremo?”. La risposta ¨¨ ancora l¨¬, nel quartiere occidentale del capoluogo lombardo che ¨¨ un misto di zona residenziale e popolare, tra isolati dove abitano Icardi e Suso e palazzine in cui sono nate e cresciute generazioni di milanesi figli di immigrati del Sud Italia: San Siro ha 92 anni ma li porta alla grande, i ritocchi cui si ¨¨ sottoposto lo hanno fatto invecchiare con lo stesso fascino di una volta, lo hanno reso pi¨´ attraente. Oggi ha una fermata di metr¨° tutta per s¨¦, un museo che attira oltre 25mila visitatori al mese ed ¨¨ simbolo che va oltre il calcio, un punto di riferimento anche per chi d¨¤ spettacolo senza un pallone tra i piedi: “Un posto speciale”, ha detto Bruce Springsteen.
Per i milanesi rester¨¤ sempre San Siro (cos¨¬ si chiama il quartiere), ma dal 1980 ¨¨ intitolato a Giuseppe Meazza, leggenda di Inter e Milan che un pomeriggio di giugno del ‘34 su quel prato gioc¨° e vinse una semifinale mondiale con l’Italia di Pozzo, preludio alla prima delle due Rimet alzate in azzurro. A quei tempi Meazza e l’Inter erano di casa all’Arena Civica, in pieno centro: a San Siro ci viveva il Milan, che il 19 settembre 1926 aveva inaugurato il nuovo gioiello con un derby perso in amichevole per 6-3. Dal ’47-48, per¨°, gli inquilini di San Siro – acquistato dal Comune nel ’35 – divennero due: alla Scala del calcio traslocarono anche i nerazzurri. Ba¨´scia e casciav¨¬t mescolati sotto lo stesso tetto, una tradizione che rester¨¤ viva anche nel caso in cui il progetto attuale dei due club dovesse realizzarsi.
Come succede per gli alberi, pure la vita di San Siro ¨¨ scandita dai suoi anelli. Quando venne ultimato, dopo 13 mesi e mezzo di lavori effettuati da 120 operai, lo stadio aveva un abito essenziale ma efficace: 4 tribune rettilinee, di cui una semicoperta, e soprattutto nessuna pista di atletica. Pirelli era stato chiaro: l’occhio dei 35mila spettatori che la struttura poteva contenere (26mila posti a sedere e 9mila in piedi) sarebbe dovuto cadere solo sul campo da calcio. Cos¨¬ ¨¨ oggi, e nel frattempo San Siro si ¨¨ allargato: nel ‘35 le tribune (due delle quali ampliate) vennero raccordate con 4 curve che gonfiarono i posti fino a 55mila e nella seconda met¨¤ degli Anni 50 si sal¨¬ a 85mila grazie alla realizzazione del secondo anello. Nel 1990, in occasione del Mondiale casalingo, il Meazza rischi¨° il k.o. ma si salv¨° con un golden gol: accantonata l’idea iniziale di costruire un nuovo stadio, a Palazzo Marino si prefer¨¬ investire su un profondo restyling, affidato agli architetti Giancarlo Ragazzi, Enrico Hoffer e all’ingegnere Leo Finzi. Il risultato ¨¨ quello che i tifosi ammirano ogni volta che sbucano sotto il mito: 11 imponenti torri cilindriche circondano lo stadio e danno accesso alle gradinate. Sulle torri si appoggia il terzo anello, i colori diversi dei seggiolini – tutti coperti – contraddistinguono i 4 settori: ci si sta in 80.018, anche se per le partite si scende sui 78.000 per motivi di sicurezza.
San Siro, che nel 2016 ha ottenuto la quinta stella Uefa grazie a nuovi lavori di manutenzione, ha ospitato gare di Mondiali ed Europei, ha visto Picchi, Facchetti e Mazzola fare il giro di campo con la Coppa dei Campioni tra le mani e Zidane aprire il suo triplete di Champions. Ha nascosto le stalle dell’Ippodromo sotto le tribune e accolto Bob Marley e gli All Blacks, Benvenuti-Mazzinghi e Beyonc¨¦ e ovviamente si ¨¨ goduto un’infinit¨¤ di derby. Nella sua pancia ha ascoltato i segreti di Herrera e Rocco, di Sacchi e Mourinho e molti altri ne carpir¨¤ per almeno altri quattro anni, quando sar¨¤ vicino al secolo di vita. Perch¨¦ tutti i sensi del vecchietto funzioneranno ancora: la magia del calcio ¨¨ il suo elisir di giovinezza.
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