I nerazzurri dominano a lungo e vanno sul 3-0, poi Kownacki e Quagliarella spaventano San Siro. Napoli scavalcato in vetta alla classifica, in attesa delle gare di domani
Tu chiamalo, se puoi, catenaccio. In una sola sera l’Inter si toglie due soddisfazioni: prendersi per 24 ore (almeno) la vetta solitaria; rispedire al mittente, come “irricevibili”, le critiche di chi la definisce difensivista, speculativa e pure fortunata. Per un tempo “tritura” la Samp sesta, poi si complica la vita fino al 3-2 finale, e ai brividi sulla conclusione al volo di Caprari, nel recupero. Del resto, le cattive abitudini sono dure da estirpare.
Catenaccio, proprio no: si va da un estremo all’altro. Nel primo tempo il gioco sgorga da dietro, con una fitta rete di passaggi. E i gol ne sono la naturale conclusione. Nel finale si difende male, in modo caotico, quando dovrebbe solo controllare. E la Samp, coi buoi che sembravano ampiamente scappati, quasi porta a casa un insperato pareggio. I segnali, insomma, sono discordanti: i nerazzurri dimostrano di poter giocare bene, ma anche che la solidit¨¤ mentale e difensiva a tratti pu¨° abbandonarli. Chi non abbandona mai ¨¨ Mauro Icardi: stasera ¨¨ doppietta, gol numero 10 e 11 in campionato, 99 e 100 in Italia. Reti da bomber vero, come da campione vero sono le giocate di Perisic, da un’area all’altra. Scegliete voi cosa preferite: il palo in pallonetto, la traversa secca, l’assist o la chiusura su Quagliarella che vale un gol? Spalletti arriva ai tre punti con quella che ormai ¨¨ la formazione tipo: infrasettimanale o no, qua non riposano mai. Una stagione senza coppe permette anche questo, di tirare la corda nelle settimane da due impegni, perch¨¦ ci sar¨¤ modo di riposare poi. Per¨° il tecnico rischia di riaprirla con due cambi, Joao Mario e Santon, ce decisamente non funzionano.
IL DOMINIO —
Due gol, due pali pieni a portiere battuto, sei ulteriori occasioni pi¨´ o meno nitide (alcune in HD): l’Inter ripaga gli oltre 54mila di San Siro con un primo tempo all’insegna della “grande bellezza”. Puggioni, peraltro piuttosto collaborativo (suo malgrado) con la causa interista, li vede arrivare da tutte le parti: sugli esterni, dal centro, su calcio da fermo, con tiri da fuori. Quando al 18’ Skriniar arriva per primo sulla spizzata di Vecino (corner di Candreva) e Puggioni non trattiene un tocco debole, l’Inter ha gi¨¤ meritato il vantaggio. Quando al 32’ Icardi raccoglie una ribattuta corta di testa di Silvestre (cross di Vecino), con un destro al volo all’angolino, il 2-0 sta quasi stretto agli uomini di Spalletti. Lo avrebbe meritato prima Perisic, con un pallonetto da lontano su un rinvio errato di Puggioni, fuori porta: la parabola ¨¨ quasi perfetta. Quel “quasi” si trasforma in un interno del palo, legno poi scosso una decina di minuti dopo da un colpo di testa di Icardi.
LA PAURA —
La ripresa non pu¨° essere cos¨¬ spumeggiante. E infatti non lo ¨¨. Ma per l’Inter non dovrebbe essere nemmeno cos¨¬ terrorizzante. E invece lo ¨¨. Icardi al 10’ sembra chiuderla: Vecino (c’¨¨ in tutti i gol) premia un taglio di Perisic, che si defila a destra, crossa per Mauro che infila. Otto minuti dopo per¨° comincia un’altra partita, con un cross sul secondo palo di Quagliarella che Handa valuta male e il giovane subentrante Kownacki trasforma in gol. La Samp, fin l¨¬ assente e disastrosa sia in mezzo (dove lotta solo Torreira) che sulle fasce (dove i terzini “remano”) prende metri e fiducia, grazie anche alla crescita del “Quaglia”. Il bomber c’¨¨ sul cross di Praet, il match si riapre. Otto minuti di speranza per Giampaolo, poi la capolista se ne va.
Valerio Clari
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