L'allenatore olandese ripensa ai suoi mesi a Milano. "Volevo cambiare tutto, non mi ¨¨ stato consentito. Avrei dovuto premere di pi¨´ e invece ho fatto l'amico di tutti"
Frank de Boer, oggi allenatore dell'Atlanta negli Stati Uniti. AFP
"Un gruppo marcio". Si parla dell'Inter del 2016 e le parole e la musica sono di Frank De Boer, allora per poco sulla panchina nerazzurra e oggi allenatore dell'Atlanta United in Mls, negli Stati Uniti. Il tecnico olandese torna a quei mesi a Milano - dove fu chiamato per il dopo-Mancini - in un'intervista senza peli sulla lingua concessa alla testata dei Paesi Bassi Voetbalzone.
ricambio mancato —
"Volevo cambiare l'intera struttura e la cultura - racconta - perch¨¦ quel club non aveva vinto nulla per molto tempo. Mi sono completamente immerso in questo, volevo davvero lavorare con i giocatori ", spiega. Un'accusa che nasconde per¨° anche un'autocritica, quella del tecnico olandese "Avevo a che fare con un gruppo marcio, ma non mi ¨¨ stato permesso di buttare fuori alcuni giocatori. In esso avrei dovuto premere un po' pi¨´ forte l'acceleratore. Se vuoi causare un cambiamento, devi fare le cose all'inizio. Forse volevo essere troppo amico di tutti".
in premier e negli usa —
Ripensando poi all'esperienza col Crystal Palace, durata 77 giorni appena, De Boer dice: "Continuo a pensare che stessimo andando bene e sarebbe andata meglio con un po' pi¨´ di tempo a disposizione - spiega - ci¨° che non mi ¨¨ piaciuto ¨¨ avere un presidente che si sedeva troppo in panchina". Ingerenze che ora De Boer, alla guida dell'Atlanta United, non sentirebbe: "Ho solo avuto a che fare con il presidente e il direttore tecnico. Le indicazioni sono chiare, la propriet¨¤ non interferisce".
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