Inter-Juventus sar¨¤ la solita lotta senza quartiere. Di fronte la squadra che ha saputo vincere 9 scudetti di fila e quella capace di detronizzarla. Rispetto all’anno scorso, sono cambiati entrambi gli allenatori e diversi interpreti in campo. Analizziamo la sfida di domenica sera al Meazza reparto per reparto e attraverso il duello tra Barella e Locatelli, i motori anche della Nazionale.
I DUELLI
Giochiamo Inter-Juve reparto per reparto
Lautaro e Chiesa le spine nei fianchi. Barella e Locatelli per accendere la luce, attesi Dzeko a Cuadrado
ATTACCO CONTRO DIFESA
¡ªDavanti Inzaghi ha la sua arma pi¨´ letale: Edin Dezko, la certezza attorno a cui il tecnico nerazzurro ha finora dato forma a un reparto micidiale, con quasi il doppio dei gol all’attivo rispetto all’attacco bianconero (23 a 12). Il bosniaco sar¨¤ regolarmente in campo per provare a incrementare un bottino che gi¨¤ recita la bellezza di sei reti in campionato e ad accompagnarlo ci sar¨¤ l’altro cecchino di questo primo scorcio di stagione, Lautaro Martinez (a quota cinque) La coppia d’attacco pi¨´ prolifica del torneo se la vedr¨¤ contro un reparto in netta ripresa dopo i dieci gol incassati nelle prime sei giornate. Allegri sembra aver registrato una retroguardia che tra campionato e Champions ¨¨ imbattuta da quattro partite consecutive e che domenica sera affronter¨¤ la sua prova del nove (esattamente come il numero che porta sulle spalle il bomber di Sarajevo). La mobilit¨¤ di Lautaro e la capacit¨¤ di Dzeko nell’abbassarsi per ricevere e smistare possono risultare decisivi per scardinare il blocco difensivo basso riorganizzato da Allegri. Da non sottovalutare nemmeno il peso delle palle alte, fondamentale in cui l’Inter domina grazie ad autentici specialisti in ogni reparto (da Dzeko e Vecino a Skriniar e De Vrij).
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Le quattro partite di fila senza gol subiti non possono essere sicuramente garanzia di come andr¨¤ la prossima, ma segnano la scoperta di un lato della personalit¨¤ di squadra che un mese fa la Signora sicuramente non pensava di avere. Decisivo ¨¨ stato cancellare gli errori individuali che avevano minato l’inizio di stagione, ma anche costruire il fortino ben oltre l’ultimo baluardo del ritrovato Szczesny e della coppia centrale (super in ogni assortimento): c’entra il lavoro di equilibratore di Danilo, c’entra il criterio con cui i laterali interpretano il ruolo in fase di non possesso, c’entra il grande lavoro di schermo davanti alla difesa di un centrocampo che ha ritrovato solidit¨¤ attorno a Locatelli e c’entra il lavoro di pressing che comincia dagli attaccanti senza primedonne a tirarsene fuori. Chiellini, fuori a San Pietroburgo, ¨¨ pronto a riprendersi un posto al centro della difesa, centellinato per i grandi appuntamenti come questo.
COS¨¬ A CENTROCAMPO
¡ª? il reparto in cui Inzaghi deve fare i conti con la principale incognita: dopo avere saltato lo Sheriff, Calhanoglu sar¨¤ disponibile a pieno regime? Nel dubbio, scalda i motori un Vidal in grande spolvero dopo il gol in Champions e ansioso di sfidare la sua ex squadra. Scontati invece gli altri interpreti, con Darmian destinato a riprendersi la corsa destra per garantire pi¨´ equilibrio e copertura in una zona in cui potrebbe agire Chiesa. Alla coppia Brozovic-Barella il compito di fare filtro, dettare i tempi e organizzare gli assalti contro una mediana che soffre i ritmi alti, mentre a sinistra sar¨¤ fondamentale la spinta di Perisic per creare condizioni di superiorit¨¤ numerica. Il lavoro degli esterni sar¨¤ imprescindibile anche per dare ampiezza alla manovra, presupposto fondamentale per provare a perforare una difesa che nelle ultime uscite ha ritrovato la vecchia solidit¨¤ di un tempo.
Agevolata dal pieno di fiducia che d¨¤ la striscia positiva anche in chi ¨¨ ai margini delle rotazioni, l’ultima settimana ha regalato ad Allegri la possibilit¨¤ di contare su un centrocampo adesso pi¨´ profondo. Il primo nome ¨¨ quello di Arthur, che nei finali di partita con Roma e Zenit si ¨¨ calato senza disagi nel ruolo di protagonista della manovra, offrendo a un sistema basato sulle ripartenze anche un palleggiatore, buono per gestire ma anche per cercare illuminazione in partite bloccate. Il secondo nome ¨¨ quello di McKennie, che nel centrocampo a tre visto a San Pietroburgo ha ritrovato l’antico gusto per le incursioni (pur sprecando troppo), offrendo di contro affidabilit¨¤ non scontata come mattoncino centrale di un muro a cinque rinforzato sui lati dal supporto degli esterni d’attacco. Proprio qui Allegri ha dato sostanza al centrocampo: trovata la pietra angolare in Locatelli, il resto lo ha fatto affollandolo di uomini utili a dare solidit¨¤. La brillantezza arriver¨¤, forse.
DIFESA CONTRO ATTACCO
¡ªUn bunker con qualche crepa di troppo contro un attacco ancora in cerca d’identit¨¤. Il collaudato terzetto Skriniar-De Vrij-Bastoni dovrebbe far dormire sonni relativamente tranquilli a Inzaghi, ma il dato relativo ai gol subiti finora ha acceso segnali d’allarme: la miglior difesa dello scorso campionato ha gi¨¤ subito 11 reti, incassando almeno un gol in ogni partita a partire dalla seconda giornata. Le tre reti rimediate lo scorso fine settimana all’Olimpico hanno messo a nudo i limiti e le difficolt¨¤ di una difesa che soffre se presa in velocit¨¤. Questa volta di fronte ci sar¨¤ un attacco che segna con il contagocce (il nono del campionato a quota 12 reti) e che ancora una volta dovr¨¤ fare a meno di Paulo Dybala, sempre alle prese con problemi muscolari e al massimo in panchina. Ma la difesa nerazzurra dovr¨¤ fare molta attenzione alla rapidit¨¤ e agli affondi di Chiesa, senza dimenticare altri “centometristi” come Cuadrado e Kulusevski. L’altra minaccia per la porta di Handanovic sar¨¤ Morata, che con l’Inter ha una media di 0,5 gol a partita: quattro reti in otto partite contro i nerazzurri per lo spagnolo. Se nel gioco aereo non dovrebbe esserci partita considerata la stazza e i centimetri dei tre centrali di Inzaghi, i pericoli possono arrivare nello stretto e in condizioni di campo aperto, dove le ripartenze bianconere possono trovare terreno fertile. Bastoni e Skriniar dovranno prestare particolare attenzione a sganciarsi per frenare le eventuali scorribande sulle corsie laterali.
Il quarto uno a zero di fila non ¨¨ solo l’inno alla difesa bianconera ritrovata, ma anche la lucidit¨¤ del fare di necessit¨¤ virt¨´ nel momento in cui le risorse offensive di Allegri sono oggettivamente scarse: dall’addio di Ronaldo, non sostituito con un bomber, all’assenza di Dybala (che con l’Inter punta alla convocazione), fino al rientro solo recente di Morata, passando per la mancanza di gol da altre armi offensive (Kulusevski con lo Zenit ha segnato la prima rete alla decima partita stagionale) e di contributi realizzativi da altri reparti (come quelli che Max ha reclamato a inizio stagione da Rabiot e McKennie). Qualcuno di questi “arriver¨¤”, qualcuno no. Di certo per¨° non c’¨¨ pi¨´ qualcuno con cui si sapeva di partire comunque da 1-0. La scelta di Allegri ¨¨ che bisogna vincere diversamente.
IL DUELLO
¡ªQuella di domenica sar¨¤ anche la sfida tra le due nuove anime del centrocampo azzurro fresco campione d’Europa: da un lato Barella, il "capitan futuro" nerazzurro, dall’altra Locatelli, colpo del mercato estivo bianconero e gi¨¤ imprescindibile nella mediana di Allegri. Il sardo ¨¨ ormai leader a tutti gli effetti, sia per tecnica che per carisma: ¨¨ infatti il primo nerazzurro per numero di assist (gi¨¤ cinque, vicino al record di sette della scorsa stagione) ed ¨¨ chiaro che quando gira lui, gira tutta l’Inter. Barella garantisce intensit¨¤ svolgendo egregiamente entrambe le fasi: instancabile in copertura ma sempre puntuale in fase d’inserimento. Manca ancora qualche gol in pi¨´, ma ¨¨ questione di dettagli. In una partita dagli spazi ridotti e dai ritmi serrati, le scorribande di Barella possono far saltare il banco (sfruttando soprattutto il feeling esibito con Dzeko e Darmian negli uno-due e nelle sovrapposizioni). Con Inzaghi ha avanzato il raggio di azione di qualche metro, ma in fase di copertura d¨¤ sempre le solite garanzie. Sempre titolare finora, ¨¨ uno dei “maratoneti” di Inzaghi insieme a Brozovic (saltati solo 40’ in campionato e 6’ in Champions), eppure non sembra accusare la fatica. Anche contro la Juve, sar¨¤ il motore della macchina nerazzurra.
C’¨¨ troppa qualit¨¤ nella mediana azzurra per reclamare il posto fisso, ma le stesse virt¨´ con cui Locatelli ha saputo ritagliarsi comunque un posto al sole con Mancini sono quelle che gli hanno permesso nel giro di poche settimane di prendersi il cuore della Signora. Semplicit¨¤ e personalit¨¤, la presenza di sapersi sempre offrire come punto di riferimento, il guizzo del passaggio visionario e della palla col contagiri, ma soprattutto (per come Allegri sta ponendo le fondamenta del suo nuovo ciclo tecnico) tanta affidabilit¨¤ in fase di non possesso, perch¨¦ la protezione della difesa non ¨¨ solo questione della fisicit¨¤ che ¨¨ indubbiamente una dote di Manuel, ma in gran parte anche quel senso della posizione che certo non gli manca: tra tanti uomini con un vissuto e una ribalta internazionale pi¨´ roboanti, l’uomo che accende la luce di Max ¨¨ l’ultimo arrivato.
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