Sgarbi e Berlusconi contro Inter e Milan: "San Siro non si pu¨° abbattere"
?Il Meazza non si tocca e non lo dice Sgarbi ma ¨¨ la legge?. Vittorio Sgarbi, neosottosegretario alla Cultura, scende in campo a difesa del vecchio San Siro, che secondo la road map immaginata dovrebbe nel giro di 6-7 anni cedere il posto al nuovo stadio. Un intervento che fa discutere. ?Sarebbe come buttare gi¨´ l’Eur a Roma, quindi ¨¨ naturalmente vincolato perch¨¦ il vincolo sarebbe automatico oltre i 70 anni, non si pu¨° buttare gi¨´?. Parole che si scontrano con il pronunciamento di due anni fa della Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, che rispondendo a una richiesta del sindaco Beppe Sala aveva stabilito l’assenza di ?interesse culturale? trattandosi di ?un manufatto architettonico in cui le persistenza dello stadio originario del 1925-26 e dell’ampliamento del 1937-39 risultano del tutto residuali rispetto ai successivi interventi di adeguamento?. Morale: secondo la Soprintendenza lo stadio non ricade nel vincolo dei 70 anni. Una situazione che comunque non scoraggia Sgarbi: ?Se serve un vincolo lo metter¨°. Ma non occorre un vincolo per salvarlo, se mai servirebbe una decisione del ministero per dire abbattetelo e non arriver¨¤ mai?. Dopo Sgarbi, ¨¨ intervenuto anche Silvio Berlusconi: ?Lo stadio dovrebbe essere tutelato e protetto; ¨¨ parte della storia di Milano e della storia del calcio italiano. Abbatterlo significherebbe privare la citt¨¤ di un monumento, di un suo simbolo, di un suo elemento identificativo in Italia e nel mondo?. Il sottosegretario Sgarbi ha gi¨¤ fissato per marted¨¬ un incontro con Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del ministero della Cultura. Obiettivo: fare il punto sullo “status” di San Siro per mettere a punto un percorso per la sua salvaguardia. ?Chi parla di assenza di interesse culturale non rispetta la storia. Quelle parole non contano nulla?, dice ancora Sgarbi venendo a conoscenza dell’intervento di due anni fa.
IL PERCORSO
¡ªMa come pu¨° rimbalzare il no alla demolizione del Meazza sul progetto per il nuovo stadio. Il sindaco Beppe Sala in mattinata aveva parlato di un ?annetto? per la decisione finale del consiglio comunale (ieri otto consiglieri della maggioranza hanno certificato il loro no al progetto). Un orizzonte temporale di cui Inter e Milan sono consapevoli anche se l’enfasi sui tempi ancora lunghi non deve avere entusiasmato i club. Dopo la conclusione del dibattito pubblico, la giunta comunale approver¨¤ una prima delibera. ?A quel punto - dice ancora Sala - le societ¨¤ avranno il compito, da un lato di costruire il progetto esecutivo e dall’altro quello di spiegare meglio come San Siro verrebbe smantellato, a meno che troviamo altri interessi sulla strada. In un anno le opinioni cambiano?. Il sindaco di Milano non ha poi voluto commentare l’offensiva di Sgarbi e le parole del vicepremier Matteo Salvini, che ha attaccato il Comune: ?Ha gi¨¤ fatto perdere troppo tempo a Milano, alle societ¨¤ e ai tifosi. Si scelga subito San Siro, o si vada a Sesto!?.
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poi c'¨¨ sesto
¡ªL’ipotesi che Milano possa avere due stadi ¨¨ improbabile per evidenti questioni di sostenibilit¨¤. Impossibile che possano convivere a San Siro uno vicino all’altro, ma anche individuare un nuovo territorio comunale. Ecco perch¨¦, la possibilit¨¤ che il Meazza resti in piedi porta con s¨¦ il rilancio di Sesto San Giovanni. Dove, comunque, bisognerebbe ricominciare almeno una parte del lavoro. Insomma, una storia che rischia di complicarsi sempre di pi¨´.
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