lo scenario
Bove, il defibrillatore sotto pelle per salvare la carriera. Ma l'Italia si allontana
La lunga attesa sfinente allĄŻOspedale Careggi di Firenze ha il volto dei parenti qui seduti da ore: oltre quella porta, impenetrabile come una fortezza, i loro cari ricoverati nella terapia sub-intensiva. Dentro cĄŻ¨¨ pure Edoardo Bove, sospeso nello stesso limbo da quando luned¨Ź mattina si ¨¨ risvegliato dopo una notte di coma farmacologico: era vivo e lucido ¨C ci¨° che ¨¨ sempre contato in questa storia ¨C, ma non si capacitava del perch¨Ś non potesse strappare via subito i tubicini e correre per la Fiorentina. Man mano che passano le ore e lĄŻ¨Śquipe di medici analizza, tracciato su tracciato, gli esami fatti dopo lĄŻaritmia di domenica, la prospettiva di vestirsi di nuovo di viola si fa sempre pi¨´ flebile: questa eventualit¨¤ non ¨¨ facile da digerire per un talento di 22enne, che era ormai pronto allĄŻultimo salto. ? la vita che sterza, inattesa e spietata, nel giro di qualche secondo.?
Unica strada
ĄŞ ?I medici confrontano le immagini della nuova risonanza magnetica al cuore e della Tac coronarica con quelle fatte a Roma negli anni dopo la miocardite da Covid nel 2020. Spulciano eventuali segnali anche in et¨¤ adolescenziale. Cercano vecchie, subdole tracce di quella impronta lasciata sul cuore dallĄŻarresto cardiaco sul prato del Franchi. In pi¨´, come spesso capita in casi scivolosi come questo, esplorano tra le pieghe del Dna per capire se ci fosse una qualche predisposizione genetica che abbia "avvicinato" il problema al ventricolo sinistro, quasi imprevedibile nei termini in cui si ¨¨ verificato. Per avere risultati certi su questo fronte serviranno settimane, molto meno invece per una decisione dello stesso Bove sullĄŻimpianto di un defibrillatore "di protezione" che risolva la partita: ¨¨ la soluzione altamente probabile, perfino rapida, al punto che da oggi ogni giorno ¨¨ considerato buono per un intervento sotto anestesia. ? una piccola operazione salvavita ormai di routine in ogni reparto di Cardiologia: si inserisce lĄŻaggeggio sottocutaneo che nellĄŻemergenza ristabilizza un ritmo regolare. Da quel momento in poi, il paziente ¨¨ al riparo da ricadute nella vita di ogni giorno e potrebbe pure giocare a calcio al massimo livello, quasi ovunque ma non in Italia: qui la legge impedisce la pratica con defibrillatore sottocutaneo. CĄŻ¨¨ chi rinuncia autonomamente allĄŻimpianto, sapendo per¨° che a quel punto diventa semplicemente impossibile competere in qualsiasi forma agonistica.?
LĄŻaccettazione
ĄŞ ?A Careggi Bove ripete tutti gli esami a distanza di giorni, prassi in ricoveri dĄŻurgenza, e continua a ricevere un fiume dĄŻamore che dallĄŻesterno sgorga dentro. ? il calore di mamma Tanja, pap¨¤ Giovanni, Martina la fidanzata e poi dei compagni, arrivati pure ieri nel nuovo reparto: dal pi¨´ Ą°emergenzialeĄą Pronto Soccorso alla Unit¨¤ di Terapia Intensiva Cardiologica (Utic) diretta dal prof. Pasquale Bernardo. Ieri gi¨¤ di mattina, prima di fiondarsi al Viola Park, ha fatto visita Danilo Cataldi, il Ą°fratellinoĄą di Edo: dopo lĄŻeliminazione con lĄŻEmpoli, aveva un groppo in gola parlando del compagno su un letto di ospedale. Assieme ai test medici, gli specialisti del Careggi svolgono pure un lavoro psicologico, naturale e comprensibile: come in ogni trauma, serve tempo per una nuova accettazione di s¨Ś. Insomma, nessun dispositivo potrebbe essere mai impiantato sul corpo di Edo senza la sua totale condivisione, filosofica oltrech¨Ś pratica. Bove aveva 19 anni quando Eriksen salvava la pelle per miracolo a Euro 2021, ma poi il talento ex Inter ha potuto ricostruirsi una carriera, in sicurezza e al top, anche se lontano dallĄŻItalia. Le storie dei due centrocampisti iniziano a sovrapporsi, tra lĄŻaltro tre anni fa, tra lĄŻarresto cardiaco (12 giugno) e lĄŻimpianto del defibrillatore sotto pelle (16), passarono 4 giorni appena. A Firenze, invece, lĄŻatmosfera ¨¨ ancora sospesa, come prima di ogni scelta definitiva, eppure inevitabile. Fuori dalla porta che protegge Edoardo, ¨¨ lenta pure la processione che va avanti tutto il giorno: il familiare di turno che suona il campanello, il rigido infermiere che acconsente un ingresso alla volta e si guarda intorno sospetto, il camicione protettivo da indossare, le mascherine smazzate come carte, gli effetti personali in un sacco azzurro. Poi via nel corridoio dove cĄŻ¨¨ il parente a cui dare un abbraccio. Bove ¨¨ giusto poco pi¨´ in l¨¤, con in testa il futuro e lĄŻamato pallone: in fondo, rotoler¨¤ sempre, anche fuori dallĄŻItalia.
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