Commisso in Gazzetta: “Chiesa ¨¨ rimasto, l’avevo promesso. La Fiorentina terr¨¤ i pi¨´ forti per anni”
Ogni titolo della Gazzetta accende i suoi ricordi. Le prime pagine dedicate alle vittorie mondiali dell’Italia rendono addirittura lucidi gli occhi di Rocco Commisso. Un emozionante tuffo nel passato. “Quando ero pi¨´ giovane scappavo di nascosto dai miei capi, acquistavo la Gazzetta e andavo a vedere le partite degli azzurri al Madison Square Garden insieme ad altre ventimila persone. Nell’Italia c’erano Cabrini, che era un ragazzino e Paolo Rossi. Poi, la grande festa dell’82, in Spagna. Un delirio. L’Italia ¨¨ un grande amore”. Lo dice incrociando lo sguardo di Joe Barone, un amico prima ancora che l’uomo al quale ha affidato la gestione della Fiorentina. Un altro italo-americano che aspettava il giornale al pomeriggio nella solita edicola di Times Square per conoscere i risultati di calcio e, soprattutto, per restare aggrappato alla sua terra. Una mattina in Gazzetta per raccontare se stesso e la sua nuova sfida. Rocco ¨¨ Rocco. Un vulcano. Si fa un selfie prima di entrare in redazione con un tifoso che ha il giglio viola tatuato sul braccio. Poi, insieme al figlio Joseph, attraversa incuriosito la redazione. Sfogliando il giornale, scattando decine di fotografie e dialogando con tutti quelli che incontra. La sua Fiorentina ¨¨ a zero punti in classifica. Ma l’uomo del “fast, fast, fast” sa che nel pallone bisogna andare piano. “Ho sempre detto che non prometto niente. Prometto solo quello che posso mantenere. Avevo detto che Chiesa sarebbe rimasto e cos¨¬ ¨¨ stato. Ma per costruire la squadra che ho in mente ho bisogno di tempo”.
Quindi sar¨¤ una stagione di transizione.
“Di sicuro voglio un risultato migliore rispetto a quello ottenuto dalla Fiorentina nell’ultimo campionato. Ma certo non posso parlare di Champions”.
Cosa succeder¨¤ con Chiesa la prossima estate?
“Non si pu¨° dirlo ora. Io devo tutelare l’investimento non posso premettermi che poi se ne vada a parametro zero. Mi piace pensare che le bandiere esistano ancora. E se il migliore se ne va non ¨¨ un buon segnale per nessuno. Batistuta, dico Batistuta ¨¨ rimasto dieci anni in maglia viola, giusto? Noi vogliamo tenere pi¨´ a lungo possibile quelli bravi. Detto questo nessuno ci ha presentato un’offerta per Chiesa”.
Joe Barone si inserisce spiegando che: “Chiesa ¨¨ una storia chiusa, abbiamo bisogno di tranquillit¨¤ per far crescere un progetto di giocatori giovani. Uno come Castrovilli, che il c.t. Mancini segue con attenzione, vale Tonali. Che pure ¨¨ un ottimo profilo e ci interessa”.
Presidente Rocco quali sono le sue prime sensazioni sulle grandi del calcio italiano?
“L’Inter ha raggiunto un grandissimo livello. La Juve ¨¨ sempre super. La Juve ¨¨ un modello aziendale da seguire. Poi, vedo che Bernardeschi, il Chiesa di qualche anno fa, non gioca mai e cos¨¬ anche Dybala o Mandzukic. Con la rosa che ha la Juve potrebbe fare tre squadre. Tutta questa supremazia non fa bene al calcio italiano. E lo direi di qualsiasi squadra che avesse vinto otto scudetti consecutivi. Come frenare questo dominio? Non sono favorevole al sistema chiuso degli Usa senza promozioni o retrocessioni. Anche perch¨¦ gli americani finiscono per confrontarsi solo con se stessi. Le persone che gestiscono in questo momento il calcio negli Usa non sono all’altezza. Nel 2016 ho evitato il fallimento dei Cosmos, ma loro dopo 5 mesi hanno cancellato il campionato corrispondente alla serie B dove giocavamo noi perch¨¦ temevano l’effetto Commisso. Di calcio ne so pi¨´ degli americani mentre in Italia devo ancora capire tanto. ? pi¨´ giusto il sistema ‘capitalistico’ del calcio europeo: se fai bene meriti di salire, se fai male scendi”.
Ma la Juve...
“Dobbiamo imparare dalla societ¨¤ bianconera. I soldi dei diritti televisivi potrebbero per¨° essere divisi in maniera diversa. In Inghilterra tutte le squadre prendono pi¨´ o meno la stessa cifra, giusto? Seguo la Juve sul mercato da un po’: quattro-cinque anni fa aveva un valore di 400 milioni di euro ora di 1,8 miliardi”.
? stato veramente vicino a comprare il Milan?
“A un certo punto ero sicuro di aver chiuso. Mister Li non l’ho mai incontrato ma ero pronto a firmare quando lui all’improvviso ha cambiato legali e advisor. Ho pensato che ci fosse dietro un altro acquirente. Si parlava di imprenditori americani (Ricketts e Ross) e di due russi. Invece si ¨¨ consegnato a Elliot malgrado gli avessi offerto il modo di uscirne illeso”.
Lei sta lavorando per creare nuove strutture a Firenze.
“I nodi cruciali in questo momento sono il nuovo stadio e il nuovo centro sportivo. Per lo stadio ci sono tre ipotesi: riammodernare il Franchi, costruire un impianto nuovo o radere al suolo il Franchi e ricostruire. So che in Italia gli stadi sono cattedrali ma anche altri templi come Wembley o Yankees Stadium sono stati rifatti e la vita va avanti. Si parla di stadi, non del Ponte Vecchio o della Statua della Libert¨¤. Noi vogliamo rispettare tutto e tutti ma da quanto tempo Milan, Inter, Roma, Napoli parlano di un nuovo stadio? Se devo aspettare dieci anni lascio perdere. A breve acquisiremo i terreni per il centro sportivo. Abbiamo bisogno di uno spazio dove lavorare senza disperdere energie”.
La sua sfida ¨¨ riportare le famiglie allo stadio.
“Non sono qui per dare lezioni. Senza mancare di rispetto ho visto esplodere a Marassi petardi simili a bombe. I napoletani al Franchi accendevano fuochi e fumogeni che negli Usa non sarebbero mai entrati in un impianto sportivo”.
Contento del mercato viola?
“Pedro non l’ho mai visto in azione. Ribery l’altro giorno in allenamento ha preso da parte Vlahovic per spiegargli alcune cose. Tutti seguono Franck perch¨¦ la sua carriera parla per lui. Per Ribery, come per Boateng, ¨¨ stata decisiva la moglie. Ho pranzato sia con lei che con Melissa Satta. E anche io sono qui grazie a mia moglie Caterina. Mentre valutavo le varie opzioni mi ha detto: ‘Scegli almeno una bella citt¨¤’. Meglio di Firenze era impossibile”.
Cosa darebbe per battere la Juve dopo la sosta?
“Prima o poi una partita la dovremo vincere... Ora conta che i ragazzi lavorino bene durante la pausa, in un clima sereno. Tutti, da Montella all’ultimo dei giocatori. Devo essere di supporto, non mettere loro pressione. Torner¨° per la gara contro i bianconeri ma se andr¨¤ ancora male le prossime partite le guarder¨° in tv. Scaramanzia a parte se sono negli Usa chiamo Joe quasi ogni ora. Alle 5 di mattina americana leggo la rassegna stampa”.
Come ¨¨ entrato nella prestigiosa Columbia University malgrado venisse dal Bronx?
“Grazie a una borsa di studio legata al calcio. Avevo fatto un’ottima annata nella MYU, universit¨¤ meno importante ma con una squadra di soccer pi¨´ forte. Sono arrivato io e la Columbia ha chiuso la stagione imbattuta. Ci siamo tolti la soddisfazione di battere 5 a 0 anche la stessa MYU”.
Torniamo alla Fiorentina: quali sono state le manifestazioni d’affetto dei tifosi viola che pi¨´ l’hanno colpita?
“Le serenate che mi hanno cantato in 200 sotto l’albergo”.
Interviene Joe Barone: “A me ha colpito il guidatore di uno dei cavalli turistici che attraversano il centro storico che per salutarmi ha lasciato da soli il cavallo e le persone che aveva a bordo”.
La sua Mediacom ¨¨ il primo sponsor della Fiorentina.
“Mediacom ¨¨ interamente mia e della mia famiglia. Essere fuori dal Nasdaq (la borsa dei titoli tecnologici Usa) mi ha permesso di comprare la Fiorentina in tempi rapidi. Mentre di solito passa del tempo tra un’operazione e l’altra, io ho fatto signing e closing lo stesso giorno senza il consueto controllo dei conti per evitare che arrivasse qualche altro acquirente ma soprattutto per poter lavorare da giugno sul progetto. Aspettando avrei rischiato di perdere un anno. Come ¨¨ successo a Sampdoria, Palermo, Parma e in fondo anche al Milan. E lo ripeto, non sono venuto nel calcio italiano per guadagnare soldi”.
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