Racconta la sua storia con sincerit¨¤ ogni volta che pu¨°, convinto possa essere d'aiuto a molti altri. Ed ha ragione. Sinisa Mihajlovic ¨¨ tornato a parlare di s¨¦ e della malattia che lo ha colpito ieri sera a "Porta a Porta" (guarda qui l'intervista). L'uomo forte e tutto d'un pezzo, quello che in campo non levava mai la gamba e da allenatore non le manda a dire, si ¨¨ ancora una volta aperto al prossimo: "Questa malattia mi ha migliorato molto. Ora riesco anche a piangere - ha detto - prima ero un uomo troppo duro, un divisivo. Ma dopo la scoperta del cancro ho unito tutti le persone a me pi¨´ care perch¨¦ lottassero con me. Sono anche pi¨´ paziente, riflessivo ed emotivo, mi emoziono molto pi¨´ facilmente...".
l'intervista
Mihajlovic da Vespa: "Io, la guerra, i trionfi e la malattia che mi ha reso migliore"
Il tecnico del Bologna a "Porta a Porta" per parlare del suo libro "La partita della vita": "Devo tutto a un ragazzo di 22 anni che non conosco: mi ha donato il suo midollo"
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¡ªIl tecnico del Bologna si ¨¨ raccontato a 360¡ã. Incalzato da Vespa ha parlato a lungo della guerra nella ex Jugoslavia e della nostalgia per Tito, ma ha anche ricordato le sue imprese sportive e soprattutto il contributo fondamentale dei medici nella lotta alla leucemia. Sinisa da Vukovar ¨¨ autentico, sempre e comunque: lo si comprende bene sfogliando le pagine della sua autobiografia, "La partita della vita" (ed. Solferino), scritta con Andrea Di Caro. "Sono nato due volte - racconta a Bruno Vespa - dopo i primi due-tre giorni dalla diagnosi sono ripartito, convinto di vincere questa battaglia. Ci sono riuscito, grazie alla reazione mentale ma soprattutto ai medici e alle cure. Ho subito un trapianto di midollo, donato da un ragazzo di 22 anni americano. Non posso conoscerlo, ma ¨¨ lui che mi ha salvato la vita".
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