Il centrale dell'Atalanta e dell'Under 21, a segno nelle ultime tre gare di A contro Parma, Bologna e Inter, ha scelto questo numero (tatuandoselo sul braccio) in onore di Marco Materazzi, il suo idolo. L'ex campione del mondo lo ha saputo e lo ha voluto incontrare... Da SportWeek
La gioia di Gianluca Mancini, 22 anni. Tre gol consecutivi nelle ultime tre di campionato, contro Parma, Bologna e Inter
Michael Jordan chi?Adesso, la questione non ¨¨ proprio cos¨¬ blasfema, perch¨¦ Gianluca Mancini - professione centrale difensivo di sicuro talento e avvenire di Atalanta e Under 21 (con vista sul piano superiore) - sa bene di maneggiare un numero appartenuto a una delle leggende Nba pi¨´ amate al mondo. Quindi, dato a Jordan quello che ¨¨ di Jordan, nessuno vieta a un ragazzino cresciuto in Toscana (¨¨ di Pontedera) con padre interista di scegliersi un idolo meno lontano, magari qualcuno che hai visto s¨¬ volare in cielo, ma per colpire un pallone di testa e spedirlo alle spalle del portiere francese durante la finale del Mondiale. Ecco, da quella sera (e che sera) il destino di Mancini ¨¨ stato segnato. E siccome ¨¨ sempre meglio chiarire per benino le cose, quel destino sotto forma di numero il "nostro" ha deciso di marchiarselo sul braccio (e non solo): un bel 23 in onore di Marco Materazzi.
Il primo amore non si scorda mai, ¨¨ cos¨¬ anche per un tatuaggio?
"Certo, avevo 16 anni e giocavo nelle giovanili della Fiorentina. Mi piaceva l'idea di rendere visibile il mio modello calcistico".
Era minorenne, i suoi genitori hanno dovuto autorizzarla.
"Beh, babbo mi ha accompagnato a farmelo. Era interista sfegatato. Dico "era" perch¨¦ adesso tifa per le squadre dove ci sono io. Ma in famiglia la tradizione nerazzurra ¨¨ ben salda, zii compresi. Pur abitando distanti, quando riusciva pap¨¤ mi portava a San Siro".
E l¨¬ ¨¨ scoccata la scintilla per Materazzi?
"Direi molto prima, nelle notti indimenticabili del Mondiale 2006".
Ci spiega i motivi di questa scelta?
"Semplice, mi piaceva molto il suo modo di affrontare la partita, la fisicit¨¤ e la grinta che metteva su ogni pallone. Il fatto di non avere mai paura, dimetterci la faccia pure nei momenti bui. E quando lo ascoltavo nelle interviste, era sempre schietto, diceva quello che pensava in modo diretto. Crescendo ho ammirato tanti altri giocatori, specie difensori visto il mio ruolo: Nesta, Sergio Ramos, Thuram. Ma Materazzi ¨¨ sempre stato avanti a tutti. E lo ¨¨ tuttora".
Idolo a portata di mano, conosciuto quando ancora lei non era un giocatore importante.
"Primo anno da professionista, finisco a Perugia. Un segno del destino. Lo storico massaggiatore degli umbri, Luchini, vede il 23 tatuato e mi chiede come mai. Gli rispondo "Per Materazzi". Lui ride, mi spiega che Marco vive in citt¨¤, e da ragazzo aveva vestito quella stessa maglia che avevo indosso io. Poi prende il telefono e gli manda un messaggio. Il giorno dopo allo stadio arriva una maglia 23 con dedica".
E non finisce qui.
"No, me ne manda un'altra dopo le prime gare disputate e con la maglia pure un invito per incontrarlo".
Come ¨¨ andata?
"Fantastico, diciamo che gli ho fatto una lunga intervista. Cento e passa domande per farmi raccontare curiosit¨¤, aneddoti, le cose accadute durante le finali vinte. Insomma, l'ho tartassato. Lui disponibile, rispondeva senza problemi. Mi ha dimostrato come un campione pu¨° restare una persona normale. Mi ¨¨ piaciuto molto".
Adesso tocca imitarlo?
"Magari…Ne devo fare di strada,meglio restare coi piedi per terra e guardare alla prossima partita".
Per¨° lei ¨¨ uno dei giovani pi¨´ interessanti, l’ennesimosfornatodall’Atalanta.
"Non ¨¨ un caso: ho avuto la fortuna di capitare in una societ¨¤ che ti coccola, facendoti crescere nel migliore dei modi. Sono seguito in ogni dettaglio, il gruppo ¨¨ come una famiglia dove i problemi si condividono come le gioie. E poi c'¨¨ Gasperini, un tecnico capace d'insegnarti le piccole cose con la stessa naturalezza delle grandi. Il resto sta a te, perch¨¦ poi il destino passa dalle tue mani. O meglio dai piedi".
Che sono buoni per un difensore, forse perch¨¦ ha iniziato da centrocampista?
"Anche per questo, ma verso i 14 anni ero troppo compassato per restare in quel ruolo. La visione di gioco e cercare il passaggio anche da dietro ¨¨ una cosa che mi ¨¨ rimasta. E Gasperini ci chiede di partecipare all’azione, d’inserirci. Per farlo occorre una condizione fisica ottimale".
Marchio di fabbrica dell'Atalanta, mail vostro avvio di stagione ¨¨ stato complicato. Colpa dello spareggio perso per entrare in Europa League?
"Quella eliminazione ¨¨ stata una mazzata a livello mentale e forse ha inciso su una gara, quella persa col Cagliari. In altre c'¨¨ mancato l'ultimo dettaglio. C'era il rischio di avvitarsi dopo i risultati negativi, ma come ho spiegato qui club e tifosi ti aiutano soprattutto quando gira male".
E avete ripreso a correre. E lei a segnare: due gol di fila contro ilParma e il Bologna.
"Ho affinato il senso del gol proprio a Bergamo, scoprendo di avere un bel timing. Segnare fa sempre piacere".
Potr¨¤ farlo pure con l'Under 21: a giugno c'¨¨ l'Europeo che si disputer¨¤ in Italia.
"Spero di far parte del gruppo, lo dico anche per scaramanzia. So bene, sappiamo bene, quanto sia importante quell'appuntamento. Non aggiungo altro, meglio far parlare i fatti".
Lei ha esordito in A nel 2017 contro la Fiorentina, il capitano era Davide Astori…
"Ho dei ricordi fantastici: fui aggregato alla prima squadra per il ritiro estivo a Moena. Davide restava a lungo a parlare con i pi¨´ giovani, ci dava consigli, ci seguiva".
A lei cosa disse?
"Tante cose, ma ne svelo una perch¨¦ ¨¨ anche simpatica: allora avevo qualche chilo in pi¨´. Parliamo di massa grassa, sono un mangione e non badavo pi¨´ di tanto a certe questioni. Pensavo che bastasse far bene in campo per diventare un professionista. E invece Astori mi spieg¨° come a fare la differenza siano i dettagli. E l'alimentazione ¨¨ uno di quelli decisivi. Da allora iniziai a curarmi sotto questo aspetto.Quando lo rividi il giorno del debutto, venne da me per farmi i complimenti: "Bravo, sei tirato a lucido. Cos¨¬ si fa". Sento ancora la sua voce, non riesco a credere che se ne sia andato".
Forse tra i suggerimenti che le aveva dato, c'era quello di avere una vita privata tranquilla.
"Anche, e non mi costa averla. Anzi, mi piace. A Bergamo convivo con la mia compagna, Elisa. Stiamo insieme da tanto e lei ¨¨ un po' il mio "sfogatoio", se mi passa questo termine inventato. Se ho qualcosa che mi turba lei sta a sentirmi, calmandomi. Ha tanta pazienza, nonostante sia impegnata con gli studi universitari. Sa in che giorno l'ho conosciuta? Esatto, il 23. E ho fatto un secondo tatuaggio col 23: ce l'ho sul dito, come una fede".
Francesco Ceniti
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